Il termine via della seta è relativamente recente, essendo stato coniato dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen nella seconda metà dell’Ottocento. Tuttavia esso si riferisce ad un insieme di itinerari commerciali che videro la loro origine almeno dal I secolo a.c., percorsi che diedero vita ad un intreccio inesauribile di scambi tra Europa mediterranea ed Asia, di cui gli imperi cinese e romano costituivano le appendici ad oriente ed occidente. Oggi come allora, le rotte tra Europa mediterranea ed Asia risultano altrettanto importanti sia sotto il profilo strettamente commerciale che sotto il profilo culturale. Quanto è considerato nella Cina di oggi questo legame storico? Quali sono le opportunità che oggi sulla nuova via della seta Cina ed Italia possono costruire?

Via della seta è un termine molto conosciuto in Cina. Più di 2100 fa, l’Ambascitore cinese Zhang Qian, in epoca Han occidentale, visitò l’Asia centrale per due volte, aprendo questo corridoio che collegava l’Asia e l’Europa. L’antica Cina e l’Impero Romano, che si guardavano alle due estremità di questa via della seta di oltre 7000 km, cominciarono a dialogare fin dall’antichità. Nel 97 d.c., l’Ambasciatore cinese Gan Ying fu inviato in una missione verso Roma dal generale Ban Chao durante la Dinastia Han Orientale. Anche se Gan Ying non riuscì a raggiungere Roma, fu il primo cinese ad arrivare alla costa orientale del Mediterraneo e portò in Cina molti materiali storici riguardanti l’Asia Centrale, l’India e l’Impero Romano. Nel 166 d.c., la prima Ambasciata Romana giunse all’Impero Cinese Han da parte dell’Imperatore Romano Antonio Pio. Nel corso di oltre 2000 anni, l’antica via della seta si sviluppò incessantemente generando prosperità e apportò grandi contributi al progresso scientifico, alla promozione culturale, alla comunicazione tra diverse etnie e allo sviluppo della civiltà umana.
Nel settembre dell’anno scorso, il Presidente cinese Xi Jinping, durante la sua vista ai 4 paesi dell’Asia Centrale, ha lanciato una proposta strategica di costruire congiuntamente, tramite la cooperazione innovativa, la economic belt della via della seta che ha ottenuto una positiva risposta ed un ampio sostegno da parte dei paesi della regione. Tale proposta consiste nel costruire un quadro di ampia cooperazione tra l’Asia e l’Europa, basato su una cooperazione già molto buona, attraverso il rafforzamento della comunicazione delle politiche, le strade, il commercio, le monete e i popoli. La belt sarà il corridoio economico più lungo, più ampio e con più potenziale sviluppo nel mondo e darà benefici a più di 3 miliardi di persone.
L’Italia è un partner importante della Cina nell’Unione Europea e le relazioni sino-italiane stanno ai primi posti nei rapporti sino-europei. L’Italia, essendo un paese tradizionalmente forte nel settore industriale, ha un grande vantaggio competitivo a livello internazionale, consideriamo ad esempio il settore manifatturiero e la capacità di innovazione tecnologica. Molte piccole e medie imprese italiane hanno registrato numerosi successi nella competizione a livello internazionale. La Cina sta vivendo un periodo importante di transizione, le potenzialità del vostro Paese sono in linea con le esigenze cinesi di trasformazione e di riassetto della propria struttura economica. Ci sono enormi opportunità di collaborazione, ad esempio nel settore della produzione di alta gamma, della tutela ambientale, dell’energia rinnovabile, della lavorazione dei prodotti agricoli.

 

Se la via della seta terrestre aveva a nord diversi rami, dipanati tra la Persia e l’Asia centrale (in quelli che oggi sarebbero i confini di Iran, Kazakhstan, Uzbekistan e Turkmenistan) vi era anche una via della seta marittima che collegava la Cina con i principali paesi di antica civiltà europea e le principali culle della cultura mondiale, promuovendo gli scambi economici e culturali di queste regioni. Non a caso questo itinerario veniva solitamente definito come la via del dialogo tra l’oriente e l’occidente. Secondo i documenti storici, Marco Polo nel XIII secolo giunse in Cina proprio attraverso la via della seta marittima e, salpando a Quanzhou, nel Fujian, fece ritorno a Venezia seguendo lo stesso itinerario. Quale importanza strategica rivestono oggi, per la Repubblica Popolare Cinese, le rotte marittime dal punto di vista commerciale? Questa domanda è particolarmente importante da un punto di vista geoeconomico, perché se è vero che i porti cinesi di Shanghai, Hong Kong, Shenzhen, Ningbo e Guangzhou sono oggi gli snodi principali di tutto il traffico marittimo mondiale, è altrettanto vero che l’Italia costituisce grazie alla sua configurazione un porto naturale nell’intero bacino mediterraneo.

La via della seta marittima risale all’epoca della Dinastia Han e giunse ad un momento di grande prosperità nella Dinastia Ming. Questa antica via della seta marittima, che iniziava dalla Capitale cinese Chang An e collegava l’Asia, l’Europa e l’Africa, diventò un importante corridoio di trasporto che collegava l’oriente e l’occidente per più di mille anni, promosse i commerci navali pacifici e i dialoghi tra i paesi lungo la costa. Oggi questa via del commercio marittimo è ancora importante per la Cina ed i paesi interessati alle collaborazioni commerciali e culturali. Nell’ottobre del 2013, il Presidente cinese Xi Jinping, durante la sua visita in Indonesia, ha lanciato la proposta di costruire la via della seta marittima del 21°secolo, che corrisponde appunto alla possibilità di costruire la belt economica della via della seta terrestre. L’iniziativa di una belt e di una via costituisce un’importante forza trainante della Cina per implementare la cooperazione con il mondo esterno e fornisce agli altri paesi grandi opportunità di collaborazione.
La Cina è non solo un paese continentale ma anche un paese marittimo, le cui coste si estendono per circa 32 mila km, e il cui territorio marittimo conta 3 milioni di chilometri quadrati. Negli ultimi anni, il volume totale dell’economia marittima della Cina si sta espandendo molto velocemente con un tasso di crescita annuo dell’ 8 % nel corso del dodicesimo piano quinquennale. Dopo il recente rallentamento macroeconomico, l’economia marittima è diventata un motore importante dello sviluppo economico cinese. La costruzione della via della seta marittima del 21°secolo aiuterà a valorizzare i vantaggi delle zone marittime dell’est della Cina e ad ampliare la sua apertura al mercato, in modo da applicare la strategia della costruzione di una zona di libero commercio basata sui paesi vicini, per approfondire la cooperazione marittima con i paesi interessati.
Sia la belt economica della via della seta che la via della seta marittima del 21°secolo sono basate sulla cooperazione economia e umanistica, e insistono nel non intervenire negli affari interni degli altri paesi, evitando di dominare gli affari regionali o di creare una sfera d’influenza nella regione. Nel frattempo, le iniziative di una belt e di una via prevedono un’apertura completa del riferimento geografico, possono tracciare una direzione ma non limitano l’antica via della seta, nella quale si potranno coinvolgere tutti i paesi lungo la via della seta terrestre e marittima ed i vicini amichevoli con la Cina. L’Asia Centrale, la Russia, l’Asia del sud e l’Asia del sud-est saranno la direzione prioritaria. Il Medio Oriente e l’Africa Orientale sono pure importanti in quanto si trovano all’incrocio della belt e della via. L’Europa, la CSI e l’Africa potranno anche essere coinvolti nelle iniziative a lungo termine. Nel futuro, le iniziative coinvolgeranno sempre più progetti, paesi ed entità. Sono fiducioso che ci saranno sempre più opportunità dalla cooperazione sino-italiana nel corso della costruzione di una belt e di una via della seta.


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