L’economia del Sudamerica è stata costantemente travolta da profonde turbolenze interne  causate in gran parte dalla ascesa di governi militari negli anni Ottanta e da profonde crisi del debito negli anni Novanta che hanno ostacolato gravemente la crescita del subcontinente. In effetti, i precedenti cicli economici sono stati caratterizzati da una profonda instabilità in cui ogni periodo di  crescita economica era seguito da una fase di profonda recessione che annullava ogni effetto positivo sull’economia del paese.
Tuttavia, l’inizio del XXI secolo ha costituito per il Sudamerica una fase di rinascita. Un secolo che ha portato con sé profondi cambiamenti come il consolidamento di governi democratici e la adozione di nuove politiche di apertura economica, sebbene questi non siano avvenuti ovunque contemporaneamente né siano ugualmente importanti. 
 
Il caso del Perù è un chiaro esempio di modello di crescita sostenuto nel tempo. Questo paese è emerso come una delle economie con maggiore e stabile crescita del subcontinente e attualmente registra un andamento prossimo al suo potenziale con un PIL che è quasi raddoppiato dal 2002 ed è pari al 6% (in media) dall’ultimo decennio. Nonostante la profonda crisi finanziaria che ha colpito l’economia globale, il Perù è riuscito a mantenere tassi di crescita positivi, presentandosi meno vulnerabile alle dinamiche del contesto economico esterno. Fondamentali sono stati il pragmatismo e le prudenti politiche macroeconomiche adottate dal governo in carica e dalla Banca Centrale peruviana.  
I punti di forza dell’economia peruviana derivano non soltanto dalle abbondanti quantità di risorse naturali e metalli preziosi (oro e rame). La solida posizione fiscale, il resistente sistema finanziario e l’affermazione di solide istituzioni monetarie sono stati fondamentali nel consolidamento della crescita. Nello specifico il paese presenta un basso tasso di inflazione, una valuta che si mantiene forte e stabile e riserve valutarie in aumento che hanno generato un clima economico favorevole. Una svolta in questo senso è dato dai livelli di “rischio-paese” in diminuzione che stanno rendendo il Perù un “magnete” per gli investimenti esteri.

Sebbene la situazione economica del Perù e le prospettive future siano molto positive, alcuni rischi rimangono. Nel breve termine infatti l’economia rimane vulnerabile all’andamento del contesto esterno. Una forte decelerazione della crescita cinese (la Cina è il principale partner commerciale del Perù), nonché una caduta della domanda estera e la conseguente riduzione dei prezzi delle materie prime, potrebbero causare un rallentamento economico nel medio termine.

In questo senso, la diversificazione dei mercati per le esportazioni e l’elevato numero di accordi di cooperazione economica e di libero scambio firmati con partner commerciali di cruciale importanza come gli Stati Uniti, la Cina e recentemente con l’UE risultano fondamentali . Inoltre, l’avvio di un percorso di crescita basato su settori meno fragili, puntare sulla industrializzazione del paese e garantire la diversificazione economica potrebbero minimizzare i rischi derivanti dalle variazioni del contesto esterno. 

Sebbene la crescita in termini economici non sempre si traduca in una crescita diffusa e inclusiva, essa può risultare fondamentale per raggiungerla. Nonostante siano stati compiuti progressi significativi nell’ultimo decennio per ridurre la povertà e migliorare il livello di vita nel paese, rimangono tuttora molti limiti da superare. La presenza di un forte impegno politico per modernizzare il paese e migliorare il tenore di vita della popolazione è fondamentale per raggiungere l’inclusione socio-economica. Infine, il perdurare di politiche macroeconomiche che puntino sul pragmatismo e sulla prudenza potrà permettere alla economia peruviana di continuare su un sentiero di crescita stabile e sostenibile nel tempo. 


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