Stati Uniti, Russia e Cina, hanno in fase di implementazione le attività di ricerca e studio sulle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale, AI, con ingenti investimenti. Il solo Pentagono, nel 2017 ha stanziato 12 miliardi di dollari, a dimostrazione che l’AI è una priorità strategica. Attualmente sono in produzione software con capacità di risolvere compiti specifici, come isolare tra miliardi di dati le informazioni corrette per l’analista di intelligence, vincere una partita a poker contro il campione mondiale o distinguere una rampa di lancio di un missile.

Apportare modifiche sostanziali ai microchip attuali, vuol dire renderli adatti ad elaborare una grande quantità di dati, quanto quello di un organismo multi cellulare. Una operazione diversa dai calcoli della matematica convenzionale. Pertanto sarà necessario realizzare architetture speciali che siano in grado di migliorare i circuiti integrati per applicazioni ASICs, Application Specific Integrated Circuits, ossia un sistema tale da permettere l’elaborazione di algoritmi ad alta intensità senza limitazioni ed a costi ridotti. Questo processo vale 216 milioni di dollari e dovrebbe consentire la creazione di una AI senza precedenti entro il 2050.

Però, già dal 2014 è stato introdotto un chip che ha il potenziale per consentire un balzo in avanti nell’innovazione tecnologica traghettandola in una nuova classe di applicazioni funzionali sensoriali. Si chiama SyNAPSE ed è un chip cognitivo, il cui design tecnologico è ispirato al cervello umano. La sua architettura computerizzata è simile al cervello ed è alimentato da un milione di neuroni, 256 milioni di sinapsi e 5,4 miliardi di transistor. Il primo passo per creare i computer cognitivi.

L’architettura della IBM ispirata al cervello umano, è basata su di una rete di 4.096 nuclei neurosinaptici distribuiti e funzionanti in parallelo. Questi sono guidati attraverso una rete ad eventi di chip. In tal modo lo scambio di informazioni si attua tramite una interfaccia che produce una scalabilità senza soluzione di continuità, proprio come la corteccia celebrale. Il risultato è la creazione di un sistema neuromorfo. Un esempio potrebbe essere in una telecamera che riprende la folla in uno stadio. Il SyNAPSE è in grado di valutarne le immagini secondo i criteri impostati dal fruitore. Se quest’ultimo avesse bisogno di identificare una singola persona od un oggetto in particolare, il SyNAPSE, sulla base delle informazioni inserite in memoria, isolerebbe soggetti od oggetti diversi per movimento, struttura o colore dallo sfondo di tutti gli altri astanti sugli spalti, per poi analizzare le porzioni di video estrapolate sino a determinare con precisione l’oggetto o la persona richiesta.

La Darpa ha in fase di sviluppo un programma monolitico tridimensionale, 3DSoC, che si avvale di materiali, strumenti di progettazione e tecniche per la fabbricazione di microsistemi non su un’unica base bidimensionale, lunghezza e larghezza, ma con la proiezione verso l’alto. Ciò dovrebbe consentire l’assemblaggio più efficiente di elementi logici con la riduzione dei tempi di calcolo e minore dispendio energetico. Questo perché i computer attuali sono limitati nelle prestazioni dal ritardo di tempo e dall’energia dispersa nel trasferire i dati tra i componenti di memoria.

Molto più semplicemente, l’Intelligenza Artificiale studia le metodologie, le teorie e le tecniche atte a progettare sistemi e programmi in grado da consentire ad un computer prestazioni del tutto simili all’intelligenza umana. I settori di interesse sono molteplici, dalla medicina, all’industria, al campo aerospaziale, alla domotica ed alla Difesa. In questo comparto, le super e medio potenze globali si stanno avvicinando sempre con maggior interesse alla robotica per affrontare l’avversario con mezzi a controllo remoto. I sistemi robotizzati sono composti da tecnologie intelligenti, di nanotecnologie e di parti micromeccaniche che ne agevolano l’uso per sorveglianza e ricognizione, rilevare disastri naturali, antiterrorismo, esercitazioni e missioni codificate. Alcuni sistemi d’arma con tali caratteristiche sono già operativi, benché non del tutto indipendenti dall’uomo.

La Russia sta mettendo a punto il sistema da combattimento “Kalashnikov”, costituito da una mitragliatrice da 7,62 millimetri dotata di telecamera connessa ad un sistema informatico che analizza in continuazione i dati rilevati dalle immagini ricevute per identificare i possibili bersagli e decidere autonomamente se sono amici o nemici. Nel secondo caso aprirebbe il fuoco eliminando la minaccia. Il sistema da combattimento è basato su reti neuronali che recuperano da immagini campione le informazioni sul nemico. Gli Stati Uniti hanno realizzato “l’Exoskeleton”, una macchina-armatura indossabile da un umano che funziona tramite un impianto di motori idraulici e pneumatici. Ma il progetto finale è quello di rendere l’armatura indipendente come un soldato robot dotato di un chip che riporta la mappatura del cervello umano.

Gli Stati Uniti hanno costruito un mezzo antisommergibile robotizzato, ACTUV. È un trimarano lungo 40 metri e raggiunge i 27 nodi di velocità. Naviga principalmente sotto il controllo remoto, ma la sua prossima versione potrebbe esserne totalmente indipendente. Il mezzo è specializzato alla caccia dei sottomarini diesel-elettrici la cui peculiarità è una silenziosità tale da non poter essere rilevati con i sonar passivi. La loro identificazione avverrà tramite un sistema intelligente di ricerca sonar a lungo e medio raggio. Il governo del battello è simile a quello di una unità con equipaggio umano, ma per rispettare le regole del mare, in caso di rotta di collisione, oltre a diminuire la velocità, è in grado di compiere una virata di avviso al natante che sta incrociando la sua rotta, inoltre può operare in ogni condizione atmosferica e sia di giorno che di notte. E’ plausibile supporre che il Sea Hunter, così è stato battezzato, sarà in grado di attaccare il bersaglio in autonomia e disporrà di contromisure elettroniche. Pertanto sceglierà il modo migliore per eliminare la minaccia ed auto difendersi. Il valore unitario è pari a 20 milioni di dollari, con un costo operativo giornaliero di 20.000 dollari.

Già dal 2009 è stato avviato il progetto di un missile anti nave a lunghissima gittata, LRASM. Il vettore, senza l’uso del GPS e di operatore umano, sarà in grado di rilevare autonomamente una unità di superficie in navigazione a lunghissima distanza dal suo punto di origine tramite una serie di sensori multimodali e un radar elettro-ottico che fornirà il riconoscimento positivo del target. Lanciato da un velivolo, probabilmente il B1-B, seguirà il bersaglio a velocità supersonica evitando ogni ostacolo e deciderà in autonomia come e quando attaccare la nave facendo detonare la testata di guerra a frammentazione di 1000 lb. Naturalmente è dotato di un sistema stealth di risposta dinamica e si autodifende con apparati per le contromisure elettroniche, in tal modo eluderà tutti i sistemi di intercettazione e difesa aerea. In fase di sviluppo anche la versione navale per essere espulso dai sistemi di lancio verticale, Mk-41, alloggiati sulle unità di superficie. I test hanno riservato risultati incoraggianti, infatti la sua entrata in servizio è prevista per il 2018 con un costo che supererà i 400 milioni di dollari.

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è anche nella guerra cibernetica con lo scudo anti virus, ultima evoluzione della rete in cui gli oggetti diventano “riconoscibili ed intelligenti”. L’attuale guida delle “bombe intelligenti” sarà superata ed implementata dal GPS atomico: l’uso della fisica atomica per misurare l’accelerazione del campo magnetico terrestre e la sua influenza sulla posizione di un oggetto fermo od in movimento. Questo consentirà l’individuazione esatta di un luogo o, appunto, di un oggetto. E’ possibile che l’intelligenza artificiale possa produrre una risposta dei sistemi d’arma al costruttore: potrebbero essere in grado di riportare difetti o suggerire miglioramenti ed in un futuro non prossimo anche la loro auto riproduzione.

I microchip cognitivi applicati al comparto della Difesa, muteranno radicalmente il futuro campo di battaglia con la disponibilità di sistemi mobili robotizzati e pensanti in grado di emulare la percezione, i processi cognitivi e decisionali dell’uomo. Pertanto le nuove unità da combattimento modificheranno l’intervento militare sia a livello strategico che tattico.


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