Un attacco contro l’Iran non sarebbe che un preludio alla realizzazione dei veri obiettivi...

Dopo aver attaccato l’Iran, verosimilmente Israele se la prenderà simultaneamente con Hamas a Gaza e con Hezbollah in Libano; inoltre riprenderà un controllo totale sulla Cisgiordania occupata. S’impadronirà totalmente della Cisgiordania, perché, nonostante alcune discordie tra Hamas ed el Fatah, una tale massiccia aggressione degli Israeliani sarà considerata non solo un attacco contro Hamas, bensì un’aggressione contro il popolo palestinese nel suo insieme. Ben presto, i Palestinesi scopriranno che un attacco così massiccio ha in realtà un solo scopo: distruggere ogni resistenza palestinese, sia essa di el Fatah oppure di Hamas, occupare completamente tutti i territori palestinesi, sottomettere la totalità del popolo palestinese e dissolvere l’Autorità palestinese, mettendo fine una volta per tutte ad ogni speranza di edificare uno Stato palestinese.

INTERVISTA AL PRESIDENTE SIRIANO BASHAR AL-ASSAD

Russia Today, 9 Novembre 2012   SOPHIE SHEVARNADZE: Signor Presidente, grazie di averci concesso questa intervista.   BASHAR AL-ASSAD: Benvenuti a Damasco.   SOPHIE SHEVARNADZE: Un anno fa, molti erano...

Obama nomina i co-presidenti del Comitato Consultivo dell’Intelligence

Il presidente Obama ha nominato gli ex senatori Chuck Hagel e David Boren co-presidenti del Comitato Consultivo dell’intelligence. Chuck Hagel è un repubblicano, ma di sinistra. Si ribellò contro la politica avventurosa dell'amministrazione Bush in Iraq. Si era personalmente legato al senatore democratico Barack Obama durante i loro viaggi parlamentari in Afghanistan e in Iraq (2007), e poi si rifiutò di sostenere la campagna per il suo vecchio amico John McCain, a causa delle loro divergenze sull'Iraq. Sua moglie s’era apertamente mostrata con Michelle Obama, durante la campagna presidenziale.

SITUAZIONE IN TURCHIA. INTERVISTA DI ALDO BRACCIO A RADIO CITTA' FUTURA

Intervista rilasciata dal redattore di "Eurasia", Aldo Braccio, a Radio Città Futura sulla situazione in Turchia.

L’Azerbaijan diversifica i canali d'esportazione energetica

L’Azerbaijan, che continua a scoprire riserve di gas naturale al largo delle sue coste, si sta ora preparando ad inserire l’Ucraina nella lista (costantemente in espansione) di compratori esteri e canali di esportazione delle sue vitali risorse naturali.

Il sottosuolo polacco: la nuova scacchiera energetica

Dipendenti dagli approvvigionamenti di idrocarburi provenienti dalla Russia, i paesi dell’Europa Orientale si sono sentiti sotto scacco per parecchi anni dalla fine della Guerra fredda. Con la scoperta di immensi giacimenti di gas non convenzionale estraibile tramite la frattura idraulica di scisti, alcuni paesi celebrano con euforia la fine della dipendenza energetica – e politica – da Mosca. Probabilmente tali festeggiamenti, dei quali beneficia anche il mercato finanziario dell’energia e il flusso di investimenti esteri, sono giustificati più da auspici che da certezze.

I contratti sono firmati, i problemi restano

L’improvviso riscaldamento dei rapporti nel settore del gas russo-ucraino come esito degli accordi di Yalta firmato tra i due primi ministri di entrambi i paesi e dai negoziati di “Gazprom” con “Naftogaz di Ucraina” che li hanno sottoscritti, suscita sentimenti ambigui. Il fatto che il tradizionale conflitto invernale sul gas si sia rinviato, come minimo, fino alle elezioni in Ucraina, è evidente che costituisce un buon regalo di Anno Nuovo per tutti, persino per l’Europa. Ma è difficile parlare sul tema concernente le prospettive che si apriranno dopo la collaborazione, soprattutto, analizzando la situazione in maniera più tranquilla, escludendo il fattore preelettorale.

Fra arabi e turchi vince il dialogo e la comprensione

Si rafforzano le iniziative di partenariato fra Turchia, Libano, Siria e Giordania : è prossima l’istituzione di un Consiglio di cooperazione economica fra i...

Islam e Fondamentalismo in Bosnia Erzegovina

Terra di confine fra il cattolico impero Austro-Ungarico e la Sublime Porta, la Bosnia-Ezegovina è ancora oggi uno strategico confine fra oriente ed occidente, un terreno di incontro e scontro. Essa assume una valenza speciale nella competizione fra le potenze occidentali e quelle orientali, in primis la Turchia, l’ Arabia Saudita, l’Iran.

PERCHÉ LA RUSSIA HA RAGIONE

La crisi ucraina va avanti e i due fronti contrapposti lasciano intendere ogni giorno di essere giunti sempre più ai ferri corti. Inarrestabili si...
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