Caratteristiche geografiche

Il mar Caspio con un bacino di 750 miglia (1.200 km), 200 miglia (320 km) di larghezza, e con una superficie di 149.200 km ² (386.400 kmq), è il più grande specchio d’acqua interno del mondo. Riceve molti fiumi, tra cui il Volga, l’Ural, e non ha alcuno sbocco. È stato importante come via commerciale in epoca pre-moderna, quando faceva parte della rotta commerciale mongolo-baltica per le merci provenienti dall’Asia. Ora è una delle principali fonti di petrolio. Le sue numerose porte includono Baku in Azerbaijan e Bandar-e Anzali e Bandar-e Torkaman in Iran. Il bacino del Mar Caspio è situato nel centro dell’Eurasia, una regione dalla grande varietà di popoli, nazioni e culture. Inoltre, punto più importante, confina con la Russia, Kazakistan, Turkmenistan, Iran e infine con l’Azerbaijan.
Petrolio e gas naturale sono diventate le risorse più importanti della regione. Nei tempi moderni, l’interesse è stato rivolto alle risorse naturali di questo territorio, in particolar modo alle sue abbondanti riserve di petrolio e gas naturale. Questa terra, già molto tempo prima della metà del 19° secolo, era uno dei più noti produttori di petrolio al mondo, sebbene per secoli i commercianti hanno estratto il greggio utilizzando metodi rudimentali.

Storia : scoperta e sfruttamento del petrolio

Nel 1871, all’epoca del governo degli Zar, cominciò a delinearsi la moderna industria petrolifera, con le perforazioni effettuate in quello che è poi divenuto il giacimento di Bibi- Eybat in Azerbaijan.

Ricerche post-sovietiche sulla presenza di gas e petrolio hanno dimostrato consistenti riserve d’idrocarburi nell’area del Mar Caspio, sia nel sottosolo marino che in alcuni territori sulla terra ferma. All’indomani del crollo dell’impero zarista, la guerra civile si risolse con la vittoria dei bolscevichi, che ne  presero il potere nel 1921. In seguito, durante gli anni ’30 del 20° secolo, lo stato sovietico si assunse l’onere dell’intera produzione di petrolio caspico, organizzando l’estrazione e la produzione dello stesso. La rapida crescita dell’industria petrolifera sovietica proseguì nel decennio successivo, costituita dalla maggior parte della produzione, proveniente dall’area caspica.

Lo sfruttamento è iniziato nel 1920 e si è sviluppato notevolmente dopo la fine della seconda guerra mondiale. Dal fondale marino viene estratto il petrolio, utilizzando piattaforme di perforazione ed isole artificiali. Le riserve più promettenti si trovano sotto il nord-est del Mar Caspio e le sue rive adiacenti. Minerali come il solfato di sodio, estratto dal-Kara Bogaz-Gol, hanno anche una notevole importanza economica.

Il mar Caspio Oggi: funzione e Portata

Il mar Caspio ha un ruolo importante nel trasporto delle materie prime territoriali: petrolio, legno, grano, cotone, riso e solfato sono i beni di base, mentre Astrakhan e Makhachkala in Russia, Baku in Azerbaigian, Anzali Bandar-e in Iran, Turkmenbashi in Turkmenistan , e Aktau in Kazakistan sono i porti più importanti. Essi sono inoltre collegati da piste regolari di passeggeri, mentre il materiale ferroviario è traghettato direttamente, senza scarico, tra Baku e Turkmenbashi. Durante la fine degli anni ‘90, le diverse nazioni del Caspio hanno concluso accordi con società petrolifere per costruire nuovi gasdotti al fine di portare l’olio della regione e del gas naturale al mercato. Uno di questi, un gasdotto trans-Caspio, trasporterà il gas naturale turkmeno sotto il Mar Caspio in Azerbaigian. Tale conformazione geografica ha causato e causa non pochi problemi di legittimità sul suo suolo.

Alcune aree d’esplorazione, lavorazione e produzione sono state relativamente limitate a seguito delle politiche incerte riguardo la divisione di responsabilità e legittimità dei cinque stati (che confinano con il mar Caspio).

Quando la produzione accresce, due sono le aree interessate maggiormente, la prima è la cintura marittima a metà dello spazio caspico, tra l’Azerbaijan ed il Turkmenistan. La seconda è la superficie acquosa più a nord del mar Caspio, vicino al Kazakistan, che si pensa possa essere il più grande bacino petrolifero scoperto negli ultimi 40 anni. Gran parte delle strutture che saranno usate per estrarre il petrolio, per poi esportarlo sono già state poste in loco, tutta via già si sa che un numerosità relativamente grande di gasdotti, sono stati destinati ai territori dell’Azerbaijan.

Le possibilità di trasporto di petrolio includono il treno, navi, gasdotti o una combinazione di queste.

Il petrolio è diventato il perno da cui dipendono la guerra e la pace. Tale situazione concorda con la consuetudine storica per cui il controllo dei minerali preziosi ha sempre, direttamente o indirettamente, causato guerre. Solo nel 20°secolo, il petrolio ha avuto un ruolo chiave in molti dei principali conflitti internazionali. Tra tutti gli elementi fondamentali e cruciali per lo sviluppo, il petrolio rappresenta la causa dei più grandi conflitti tra Stati e, con la diminuzione delle riserve, la sua importanza non potrà che crescere costantemente. Secondo le stime, la produzione mondiale di petrolio comincerà a raggiungere il picco approssimativamente nel 2014 il che significa che stanno diminuendo le riserve di petrolio a un tasso del 6% l’anno. Allo stesso tempo, la domanda sta aumentando del 4% annuo, pertanto l’industria petrolifera mondiale dovrebbe scoprire ogni anno l’equivalente del 10% di nuove riserve per mantenere l’equilibrio nei mercati petroliferi. A ciò va aggiunto l’aumento costante del petrolio al barile, che ad oggi ha raggiunto 87,39 dollari. Purtroppo, anche in caso di nuove scoperte, ci sarebbe un considerevole lasso temporale fra il ritrovamento e l’effettivo utilizzo del petrolio come materiale energetico. In questo panorama energetico sempre più labile, la concorrenza per le riserve presunte e non, è in aumento ed il bacino del mar Caspio, con i grandi giacimenti di petrolio non sfruttati, è divenuto il punto centrale del nuovo “grande gioco” che si articola soprattutto tra le potenze che gravitano intorno al mar Caspio, o che hanno interessi allo sfruttamento del petrolio. Il libero accesso a fonti energetiche disponibili è sempre stato un interesse primario, nonché strategico degli Stati Uniti,  la superpotenza rimasta dopo la fine della Guerra Fredda, che ancora oggi insieme alla Cina e Russia principalmente, riveste il ruolo di potenza mondiale, e di guida per le politiche energetiche mondiali. La sua dipendenza (degli USA) dalle importazioni di petrolio è aumentata a partire dal 1972, quando la produzione interna raggiunse il picco di 11,6 milioni di barili al giorno. Da quel momento, la produzione statunitense è diminuita e la dipendenza dalle fonti esterne di petrolio e gas è aumentata sempre più.

In particolare in Medio Oriente, dove si trovano molti dei giacimenti globali di petrolio, si è trovato al centro di tensioni geopolitiche e militari nel corso della seconda metà del 20° secolo (il petrolio fu, per esempio una delle cause che spinsero il Giappone in guerra contro gli Stati Uniti nel 1941; l’OPEC mise in atto un blocco petrolifero in seguito alla Guerradello Yom Kippur negli anni Settanta).

Interessi sull’area caspica, ed alle sue risorse.

L’intreccio d’interessi (Russia, Iran, Turkmenistan, Kazakistan e Azerbaijan), sembra mostrare un “tacito accordo” tra Iran e Russia, volto a mantenere lo status quo attuale, e soprattutto a tenere fuori di quest’area altri Paesi.

Tuttavia, gli Stati che confinano con il mar Caspio sono cinque, la questione, perciò richiederebbe che tutte le potenze qui interessate, si accordino sulla natura giuridica da assegnare al mar Caspio, decidano come regolare le sue attività sia, sottomarine che sulla terra ferma. Tale regolamentazione, dovrà essere conforme e fedele al diritto marittimo, e ai trattati di diritto internazionale marittimo. A testimonianza della mancanza di un regolamento comune per questa zona, l’Unione Sovietica suddivideva il mar Caspio in zone di influenza, mentre l’Iran parlava di condominio.

Possibili scenari futuri

Gli accordi presi nel maggio scorso, prevedevano la costruzione di condutture tra Kazakistan, Turkmenistan e Russia, lungo la costa orientale del Mar Caspio. Progetto non gradito agli Stati Uniti, che invece speravano in una cintura sottomarina nel Mar Caspio meridionale, eventualità ad oggi abbandonata. In mancanza di un accordo tra i cinque stati rivieraschi rimangono ancora in vigore gli accordi tra URSS e Iran. Tuttavia, sebbene i termini degli accordi siano diventati desueti rispetto alle esigenze di crescita e sviluppo degli stati rivieraschi, sarebbe auspicabile una comunanza d’intenti al fine di delineare definitivamente i limiti delle rispettive sfere di influenza.

“Le opinioni espresse nell’articolo sono dell’Autore e potrebbero non coincidere con quelle di Eurasia”.

*Giulia Vitolo è laureanda in Relazioni Internazionali (Università la Sapienza di Roma)


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