Ci sono alcune dinamiche politiche e geopolitiche che si ripropongono con chiarezza e costanza in vari luoghi e tempi, ma che a seconda del pensiero dominante dell’epoca vengono travisate e impiegate in qualche forma di propaganda o di guerra morbida nella maniera più utile a chi controlla media e cultura di massa.
Per resistere a questi incessanti tentativi di confusione vorremmo presentare alcune citazioni di Jean Thiriart trascelte dal suo ultimo libro L’impero Euro-sovietico da Vladivostok a Dublino, un inedito del 1986 pubblicato postumo dalle Edizioni all’insegna del Veltro. Nelle 250 pagine di questo libro, Thiriart porta a compimento il suo coerente percorso di analisi geopolitica, iniziato negli anni ‘60 col famoso Un impero di 400 milioni di uomini: l’Europa e proseguito con una incessante attività di militanza e di ricerca. Il “geopolitico militante” (se vogliamo riprendere la definizione che ne dà il suo biografo Yannick Sauveur) è davvero una bussola con la quale orientarsi per interpretare il presente. Come vedremo, le dinamiche della geopolitica, scienza “pesante” come la definisce l’autore, valgono per gli anni ’80 come per i secoli precedenti e come per il periodo che stiamo vivendo. Per esempio, sarà sufficiente sostituire la sigla URSS con la parola Russia e avremo concetti chiari e solidi, fondamenta sulle quali mettere le idee a posto.
Nel 1986 Thiriart mostrava come il bellicismo antisovietico fosse una replica di quello che aveva coinvolto la Germania nel 1939. Oggi vediamo che questo bellicismo è ancora vivo e vitale; il Presidente della Repubblica Mattarella, per esempio, ha esplicitamente usato il paragone fra la Germania del 1939 e la Russia di Putin. Considerando fra qualche decina d’anni il momento storico attuale, apparirà chiaro che la situazione dell’Europa a cavallo del millennio si collocava in un unico periodo storico: dalla fine della guerra fredda fino ad oggi lo sforzo dell’isola statunitense continua incessante nell’intento di creare un fossato artificiale fra la Russia e il resto dell’Europa. Un fossato che secondo Thiriart non sarà mai stabile, perché è innaturale, essendo la massa continentale unita per destino. Chi si oppone a questa unità crea per forza di cose una situazione anormale, che provoca crisi in Europa: chi oggi vuole la guerra, come il micronazionalismo ucraino, auspica scopertamente la distruzione. I più determinati di costoro ritengono che l’unica possibilità per realizzare il loro obiettivo consista necessariamente in una guerra devastante per l’Europa stessa: nel 2019 Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, lo disse esplicitamente. Ed era necessario perderla. Idee analoghe furono espresse all’inizio del secolo scorso con la guerra mondiale all’orizzonte. Sono state guerre finalizzate a creare in Europa la barriera artificiale necessaria agli Stati Uniti d’America. Ritornano ciclicamente le dinamiche per cui oggi ancora una volta l’Inghilterra e la Francia si agitano nel cuore dell’Europa. Il nostro “geopolitico militante” ci ricorda che “i forti fanno la guerra in casa dei deboli”. Dove prima c’era la Gran Bretagna, oggi ci sono gli Stati Uniti. Il loro intervento sul continente è una di quelle costanti che non si possono ignorare; ed è una costante anche il fatto che esso si appoggi a collaborazionisti locali, come la mafia nell’Italia del 1943 o il micronazionalismo nell’Europa centro-orientale più tardi.
Per rispettare lo stesso approccio “duro” di Thiriart, plasmato da una mentalità scientifica, si potrebbe considerare la sua analisi come fondata su principi stabili della geopolitica. Ricominciare ogni volta dal punto di partenza impedisce la comprensione e quindi l’evoluzione dell’azione. Chi vuole la distruzione in Europa tende a mistificare queste leggi stabili, per poter sempre e di nuovo mettere in discussione la realtà acquisita. Le analisi di Jean Thiriart invece rimangono stabili nel “punto di Lagrange” da lui stesso individuato e sono fondamentali per dare un orientamento alla nostra lettura della Storia e quindi del futuro.
Il nostro autore sa benissimo che esiste una varietà indefinita di possibilità geopolitiche, ma sa anche che ci sono vie più naturali ed efficaci; quella più favorevole agli interessi europei è anche quella più avversata dagli avversari dell’Europa, a partire da Washington. Ma, sempre per utilizzare una metafora scientifica, come la luce procede lungo le creste estreme, così possiamo dire che la soluzione più diretta, la soluzione migliore che ci viene proposta da Thiriart è l’unica giusta e portatrice di equilibrio. Tutte le altre corrispondono a gradazioni intermedie che se ne discostano. La scelta tra Mosca e Washington che l’Europa dovrebbe fare (o non fare secondo coloro che fingono di vivere in uno spazio sovrano non occupato economicamente, culturalmente, militarmente dagli Stati Uniti) corrisponde alla scelta che la Russia ha davanti a sé: tra il resto dell’Europa e gli USA. Ma, come ci spiega Thiriart, Russia ed Europa appartengono alla medesima realtà geografica; per cui, ci si trovi ad ovest o ad est nel continente, è fondamentale volgere il proprio sguardo verso l’interno di esso per cercarvi il proprio naturale destino.
Ma lasciamo la parola al nostro autore, riportando alcune citazioni che trascegliamo dai capitoli 4, 5, 7 del suo libro. Le riteniamo necessarie per capire che tutto quanto sta accadendo è già accaduto. L’analisi deve progredire, certo, ma non può tornare indietro; ci piacerebbe criticare Thiriart per superarlo, per esempio analizzando il ruolo della Turchia o della Germania, ma abbiamo ancora bisogno di lui. L’errore più grande è continuare a farsi deviare da letture che difendono interessi diversi da quelli europei, mentre il nostro autore ci fornisce tutti i mezzi necessari per rimanere saldi e lucidi. Basterà a volte sostituire URSS con Russia, e scopriremo l’attualità di ogni dinamica: dal multipolarismo al risorgere della Cina, all’importanza del Mediterraneo, alla guerra in Europa con la corsa al riarmo e via dicendo. Invitiamo a una lettura lenta e ponderata, da approfondire ovviamente con la lettura integrale del libro.
Citazioni di Jean Thiriart
“Per riassumere quello che ho scritto, si può dire che il Medio Oriente è un perimetro difensivo dell’Unione Sovietica e che Cuba è un perimetro offensivo della stessa Unione Sovietica. Da parte americana, Cuba, i Caraibi e l’America centrale costituiscono il perimetro difensivo del Pentagono. Il Mediterraneo e lo Stato di Israele costituiscono per la politica militare americana un perimetro offensivo.”
“La tecnica americana consiste nel colonizzare tramite la palude “democratica”, più manipolabile che non uomini politici autoritari e nazionalisti, i quali potrebbero essere tentati dalla neutralità. Regimi autoritari e nazionalisti avrebbero potuto alimentare il mito di una rivoluzione o di un intervento comunista. Finché Franco era vivo, il Partito Comunista respirava ancora. Morto Franco, il Partito Comunista perse i tre quarti dei suoi effettivi. Facendo sparire le strutture autoritarie o nazionaliste, si toglieva all’azione comunista la ragion d’essere. In Spagna, in Portogallo recentemente in Francia, i servizi americani hanno ucciso il Partito Comunista, prima con l’argomento della sua non necessità, poi per mezzo del ridicolo.”
“Non esiste alcuna riva fra l’URSS e l’Europa occidentale. In realtà, Russia ed Europa occidentale sono condannate a terminare insieme la loro storia.”
“L’URSS è incompleta ad ovest, finché non sarà giunta a Lisbona, e che l’Europa non ha senso se non si compie fino a Vladivostok. Si impone un matrimonio di ragione. Diverso è il caso della situazione strategica fra il possibile impero euro-sovietico e gli Stati Uniti. Qui la riva esiste, e che riva! È l’Oceano Atlantico.”
“Washington ha dunque due nemici: il primo, sul piano economico, è l’Europa occidentale, mentre il secondo, sul piano ideologico e militare, è l’URSS.”
“I forti fanno la guerra in casa dei deboli.”
“Non è necessario essere un grande esperto per scoprire l’evidente importanza strategica del Mediterraneo.”
“Il Mediterraneo è casa nostra. In un capitolo precedente spiegato che tutta ‘l’Africa’ del Nord non fa parte dell’Africa, ma dell’Europa. Il bacino del Mediterraneo è indissociabile; in geopolitica, le sue sponde meridionali non possono essere separate da quelle settentrionali. Quello che separa l’Europa dall’Africa è il Sahara.”
“Walesa è e rimane un considerevole successo per i servizi americani ed israeliani. Anni fa americani ed israeliani avevano tentato lo stesso colpo in Cecoslovacchia, con la primavera di Praga. Ma l’URSS intervenne in maniera dura e decisa.”
“Tra il 1941 e il 1945 la Russia perse 17 milioni di uomini; gli Stati Uniti trecentomila (guerra contro il Giappone e contro il Reich), ossia 56 volte di meno. Insisto: un rapporto di perdite umane di 56 a 1. La Germania hitleriana perse 5 milioni di soldati. La Francia 205.000 appunto queste cifre spiegano le attuali ‘filosofie di guerra’.”
“I grandi amici di Israele, anzi, i grandi amici del ‘Grande Israele’, i Veil, Montand, Glucksmann ecc., all’inizio del 1984 diventano degli ‘europei’ nerboruti. Cosa che va ascritta a credito della loro intelligenza. Infatti l’esercito americano potrebbe abbandonare l’Europa. Ha già abbandonato Saigon, Teheran e Beirut… Allora siccome c’è bisogno di carne da cannone, può andar bene anche quella tedesca. Morire per Danzica diceva Marcel Déat nel 1939. Morire per Tel Aviv ci propongono nel 1984 la Veil, Montand e Glucksmann.”
“Di fronte alla stessa guerra gli Stati Uniti hanno le spalle al sicuro: La grande isola costituita dal blocco Alaska-Canada-Usa è inespugnabile.”
“Torniamo all’intervista di Gluksmann, le affermazioni del nostro filosofo sono tutt’altro che stupide, anzi sono pertinenti. Egli dice: il peccato di Auschwitz non deve gravare in eterno sui tedeschi, trasformandoli nei paria dell’Occidente. Cielo! Si comincia a sentire il bisogno di carne da cannone per la terza guerra mondiale, in mancanza di senegalesi saranno arruolati dei tedeschi.”
“Per capire bene tutta questa faccenda dell’Europa giudeo-cristiana, occorre consultare diversi fascicoli: 1) la situazione strategica di Israele in caso di guerra mondiale; 2) il fatto che la politica estera degli USA dipende strettamente dall’opinione elettorale; con meno di 60.000 morti in Vietnam, gli americani si sono ritirati; 3) gli errori americani gravidi di conseguenze, come l’abbandono dello Scià; 4) l’umiliazione legale della Germania, nazione colpevole. La Repubblica Federale di Bonn non è una nazione sovrana.”
“Glucksmann, Madame Veil, Yves Montand, Chirac, ‘Le Figaro Magazine’: sono tutti a favore della bomba tedesca. L’ondata pacifista in Germania li preoccupa a buon diritto. Realisticamente, cercano di recuperare la Germania come carne da cannone.”
“Si evocava una “deriva dei continenti” sul piano politico ed un possibile disinteresse per l’Europa da parte degli Stati Uniti, i quali potrebbero dedicarsi a consolidare i loro imperi in Sudamerica e nel Pacifico.”
“La lobby sionista sta orchestrando la preparazione psicologica alla guerra ‘facile’ contro l’URSS.”
“L’attuale tandem strategico Israele-USA è costituito, nel Mediterraneo, dal territorio di Israele, rafforzato dalla Sesta Flotta statunitense; o, se si preferisce, dalla Sesta Flotta rafforzata dal territorio di Israele.”
“Madame Veil è stata la prima a prendere in considerazione questa soluzione, che consisterebbe nel sostituire agli Stati Uniti un’Europa unita ed armata. Glucksmann è stato più netto, più deciso ed è andato dritto al dunque: “sì alla bomba tedesca”.”
“Esaminiamo adesso la fondamentale instabilità della politica estera USA. Quest’ultima è fatta di improvvisazioni settimanali che si susseguono in maniera sconnessa. C’è un imperialismo americano de facto, ma non ci sono intenzioni e soprattutto non ci sono concezioni.”
“L’imperialismo americano si esercita di fatto attraverso potenti gruppi economici. Una repubblica centroamericana è dominata mediante il commercio della banana, un’altra mediante il commercio dell’ananas, una repubblica africana è dominata mediante il trust del cacao. È lo stile americano. Ed era lo stile di Cartagine, una Cartagine che rifiutò i rinforzi ad Annibale. Ciò potrebbe ripetersi qui in Europa. Molto presto.”
“La perdita dell’Iran, a mio giudizio, segna l’inizio del declino americano.”
“Gli ebrei intelligenti, i Glucksmann, la Veil, l’arcivescovo di Parigi, i Montand si rendono conto che gli americani potrebbero abbandonare l’Europa senza sparare un colpo. Dopo Saigon, Teheran, Beirut… Perché non Francoforte?”
“La politica israeliana comincia a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi del disimpegno volontario degli USA in Europa. È un’ipotesi fra le altre. In effetti, Madame Veil e i suoi domestici, gli Chirac ed altri Lecanuet cominciano a delineare un’Europa forte, unita, con un esercito integrato, con un armamento atomico proprio. Era il mio progetto degli anni Sessanta. Però, anche se i mezzi presi in considerazione sono gli stessi, c’è una differenza colossale tra gli obiettivi ultimi. Nel 1964 avevo già preso una posizione categorica: “mai più crociate contro l’URSS”. L’Europa che avevo descritto allora era un’Europa al servizio di se stessa, un’Europa che attendeva e prevedeva l’integrazione dell’URSS – un giorno – nella sua concezione. L’Europa di Madame Veil è uno strumento al servizio dello Stato di Israele. C’è un buon uso e un cattivo uso dell’Europa unita. Veniamo adesso all’umiliazione ed alla colpevolizzazione della Germania. Madame Veil ha già evocato in termini moderati la partecipazione della Germania ad un armamento atomico europeo.”
“Il pacifismo tedesco è un’espressione sostitutiva del nazionalismo tedesco che non osa esprimersi. La Veil e Glucksmann sono abbastanza intelligenti per essersene accorti. Tanto vale allora utilizzare la Germania in un’operazione vantaggiosa per lo Stato di Israele e per il suo espansionismo. Il pacifismo tedesco è un nazionalismo implicito, imbarazzato, represso.”
“Esiste un’altra nozione di cui io sono il padre intellettuale: la nozione di livello critico in materia di dimensioni di uno Stato. Al di sotto di una certa soglia quantitativa, certi fenomeni di chimica o di fisica non possono avere luogo. Uno stato al di sotto di 250 milioni di abitanti non può andare sulla Luna né inviare sonde su Marte.”
“In mano americana, Taiwan rafforza considerevolmente il controllo della politica giapponese da parte di Washington.”
“Pechino e Mosca sono, in qualche modo, Costantinopoli e Roma nel sesto secolo.”
“Quando i due imperialismi cinese e russo si intenderanno, cosa che auspico, gli assi di espansione saranno nel Pacifico occidentale e le due zone saranno delimitate dal trentesimo grado di latitudine nord.
“Per Washington, perdere Taiwan significa rinunciare alla grande politica in tutto il sud est asiatico.”
“La carta fisica dell’Eurasia ci aiuta a mettere in evidenza la nascita dei tre grandi stati continentali: l’attuale Urss, che il deserto del Gobi separa dalla Cina; la Cina, che l’Himalaya separa dalle Indie; le Indie, che l’Hindu-Kush separa dall’Urss.”
“L’Urss, o lo Stato euro-sovietico di domani, dovrà raggiungere il compimento verso l’Oceano Pacifico attraverso la finestra coreana e giapponese.”
“Il conflitto russo-cinese è privo di senso dal punto di vista geopolitico, è una mostruosità geopolitica contro natura.”
“Bisogna arrivare ad un patto tripartito, non più Berlino-Roma-Tokyo come nel 1938, ma Mosca-Pechino-Nuova Delhi.”
“Fra due o tre secoli, il patto Ribbentrop-Molotov apparirà agli storici come la forza embrionale – del tutto involontaria da parte dei suoi protagonisti – del concetto di Impero Euro-sovietico.”
“Il 13 ottobre 1940, 14 mesi dopo i primi accordi del 23 agosto 1939, Ribbentrop indirizza una lunga lettera a Stalin per proporgli di aderire al patto tripartito Berlino-Roma-Tokyo. Ribbentrop invita Molotov, il quale arriva a Berlino il 12 novembre 1940. Il 14 novembre 1940 Molotov riparte per Mosca col piano tedesco di spartizione del mondo tra Roma, Berlino, Mosca. Il bottino era enorme: l’impero britannico.”
“Il Cremlino desiderava che la Germania cessasse di fornire il suo aiuto militare alla Finlandia, voleva ricevere la Bucovina ed ottenere il libero passaggio della propria flotta attraverso il Bosforo con l’installazione di una base sovietica militare sugli stretti.”
“Hitler non rispose mai a quest’ultima controproposta sovietica. Il rifiuto di Hitler, o più esattamente il suo silenzio, sarebbe stato giustificato dalla richiesta esagerata di una base sovietica sugli stretti turchi. Esagerata perché così l’Urss avrebbe avuto accesso ai mari caldi attraverso il Golfo Persico.”
“Come Franco salvò l’impero britannico nel Mediterraneo, così Mussolini salvò l’Unione sovietica. In che modo? Nonostante il parere sfavorevole di Hitler, il 28 ottobre 1940 Mussolini attacca la Grecia.”
“Hitler doveva trascinare Stalin nella Guerra generale, coinvolgervelo definitivamente. Ciò sarebbe valso sicuramente l’abbandono della Bucovina, della Bulgaria (slava) e la fine dell’aiuto tedesco alla Finlandia, poiché obiettivamente la Finlandia è all’interno del perimetro difensivo sovietico.”
“Domani un accordo Mosca-Pechino dovrà anch’esso, se vorrà essere duraturo, assumere la forma di un’alleanza dinamica e non di un’alleanza statica. Bisognerà fissare fin da principio le linee della spartizione finale.”
“Il bottino è l’impero plutocratico americano, la Moderna Cartagine. Un accordo fra Pechino e l’Impero Euro-sovietico non deve avvenire in un’ottica di bottegai, ma in un’ottica di lupi. Non si tratta di qualche ettaro di neve tra la Manciuria e la Siberia, né di sapere chi sia in possesso del vero pelo della barba di Lenin. L’imperialismo a due che io abbozzo qui richiede una digestione territoriale di uno o due secoli. Tanto di guadagnato per la tranquillità mondiale. La pace mediante la digestione.”
“Il risultato è sotto i nostri occhi. In Europa rimane un unico stato indipendente: L’Urss. E gli USA lo vogliono liquidare. Altrove ci sono dappertutto dei patetici satelliti che, in una parodia di grandeur, recitano la parte a fare i ‘grandi’. Soprattutto a Londra e a Parigi. La Francia presenta anche una curiosa particolarità astronomica: gravita simultaneamente nell’orbita di Washington e in quella di Tel Aviv.”
“Va da sé che il Vietnam è sempre, da un punto di vista geopolitico, nell’asse di espansione della Cina. Va da sé che l’Urss ha bisogno di una buona finestra sul Pacifico: sono le due Coree riunite.”
“L’Impero Euro-sovietico si estende non solo dalle Azzorre a Vladivostok, ma anche da Stoccolma a Pretoria. È un impero continentale a forma di L.”
“La lobby politica sionista americana ha scelto la posizione biblica, la posizione ‘braccio di ferro’, la posizione di destra. Ciò costa caro alla politica estera americana.”
“Il tiro russo è evidentemente il problema tedesco. La Veil e i Glucksmann lo hanno capito molto bene. Nel 1949 Stalin telegrafava: ‘l’esperienza dell’ultima guerra ha dimostrato che le più grandi perdite, nel corso del conflitto, sono state subite dai popoli tedesco e sovietico e che in Europa questi due popoli hanno la più grande possibilità di compiere grandi azioni di importanza mondiale.”
“Innanzitutto, il ritiro dell’esercito americano dall’Europa continentale e della flotta americana dal Mediterraneo. Tocca al Cremlino mostrare agli europei l’interesse che essi avrebbero nella partenza dell’esercito americano dall’Europa. Sicuramente si avrebbero interesse che venisse eliminato l’incubo dell’”Europa campo di battaglia atomico”.”
“E se il Cremlino cercasse una soluzione globale non con la sola Germania, ma con l’Europa intera? Questo sarebbe il tiro che il Dipartimento di Stato di Washington non riuscirebbe assolutamente a parare.”
“Per il Cremlino, il tiro da giocare agli americani è la più grande d’Europa. Mosca ha tutto l’interesse a cercare la complicità Europea contro gli Stati Uniti.”
“Tutte queste opzioni politiche hanno un punto in comune: l’Europa non vi svolge alcun ruolo di primo piano. L’Europa è una base militare, un mercato economico, un poligono atomico.”
“Nel 1949 Mao Tse Tung ammira Stalin. La famiglia comunista è ancora unita. È uno dei momenti culminanti dell’Unione Sovietica. Tutto sprofonda nell’aprile del 1955, quando a Bandung, affascinante cittadina dell’isola di Giava, viene organizzata dalla conferenza omonima. I sovietici sono esclusi dalla conferenza di Bandung, in quanto potenza non asiatica. Chu En-lai trionfa.”
“Uno studente del primo anno di geopolitica sa che la Russia e l’Europa occidentale costituiscono il blocco continentale perfetto. Un’Europa unita che abbia alle sue porte un’URSS diffidente ed aggressiva non può sopravvivere a lungo.”
“L’URSS è incompleta, se priva dell’Europa occidentale; l’Europa occidentale è incompleta, se priva dell’Urss.”
“L’URSS deve ridiventare credibile per le élite europee. Appunto, questa élite non è costituita dalla gente su cui Washington e Tel Aviv possono contare, a Bruxelles, a Londra e a Parigi, né dagli squallidi burocrati elettorali dei partiti comunisti d’Italia, Francia e Spagna, gli ‘euro-comunisti’. Nelle situazioni più tragiche esiste sempre, dappertutto una intelligencija ‘disponibile’, latente, potenziale.”
“La geopolitica, la geostrategia, la geoeconomia convergono nell’indicare la necessità del grande spazio unificato da Vladivostok a Dublino. E il nazionalbolscevico Ernst Niekisch lo aveva già intuito, immaginando un blocco da Vladivostok a Flessinga.”
“I fondamenti di una dottrina Monroe Europea potrebbero essere i seguenti:
- L’URSS è essenzialmente una potenza Europea.
- L’Europa non può tollerare soldati stranieri americani sul proprio suolo e marines americani nel proprio mare interno, che è il Mediterraneo.
- In una prima fase, l’Europa occidentale si prende e mantiene in servizio tutto l’armamentario atomico americano attualmente dislocato presso di noi.
- Lo Stato di Israele, entro i suoi confini più ristretti, viene inizialmente garantito, sia dall’URSS sia da una Europa occidentale che possiede un esercito europeo integrato e una marina militare europea integrata.
- Fin da subito viene stabilita una ripartizione geografica delle zone di influenza; una linea di demarcazione passa tra l’Iraq e l’Iran, assegnando il primo all’Europa occidentale e il secondo all’Urss.
- L’Europa va da Stoccolma e a Johannesburg. Il principio è: non un solo americano ad est del trentacinquesimo di longitudine ovest.
- L’Europa occidentale garantisce all’URSS l’accesso all’Oceano Indiano.
- L’Europa occidentale garantisce le frontiere orientali sovietiche nei confronti della Cina.
- L’Europa occidentale partecipa allo sviluppo industriale della Siberia.
- Viene ritirato tutto l’armamento offensivo che si trova fra la Vistola e il Reno.
- È garantita la libera circolazione tra le due Germanie.”
“Se la volontà sovietica di far togliere dall’Europa centrale le armi atomiche offensive americane è totalmente legittima (immaginate un Messico imbottito di testate atomiche), non sarebbe più la stessa cosa per un armamento atomico in mani esclusivamente europee.”
“La dottrina euro-sovietica “L’Europa agli europei” prevede in un primo tempo un faccia a faccia politico tra l’Europa occidentale e l’URSS, un faccia a faccia che sostituirebbe, in Europa, quello attuale tra americani e sovietici. Per l’Unione sovietica si passa dall’interlocutore americano, potenzialmente aggressivo, all’interlocutore europeo, necessariamente pacifico.”
“I dirigenti americani prendono in considerazione in maniera flemmatica, anzi cinica, l’idea di una guerra atomica sul territorio europeo. Gli Stati Uniti vedrebbero con occhio interessato la distruzione dell’Europa occidentale. Una guerra atomica nell’Europa occidentale realizzerebbe due obiettivi simultaneamente: liquidazione del concorrente economico, il mercato comune, e liquidazione o grande indebolimento dell’attuale rivale militare, l’URSS.”
“Per gli abitanti di Kiev e di Monaco di Baviera, la guerra atomica è un suicidio garantito. Lo sanno tutti.”
“La Jalta in cui l’Europa è il bottino spartito tra Washington e Mosca, era rimpiazzata da un “dopo Jalta” in cui l’URSS si trova politicamente faccia a faccia con una grande potenza europea dell’Ovest, che per “ragioni atomiche” non può farle la guerra.”
“Diciamo che il possibile ‘partito dell’avvicinamento con l’URSS’ (qui nell’Europa occidentale) è concepibile solo se da parte sovietica viene proclamato un ‘dopo Jalta’ fondato sulla Realpolitik.”
“Europa verso Mediterraneo. Russia verso Est, Cina verso sud.”
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