Durante gli ultimi giorni dell’estate del 2010 due eventi hanno avuto luogo in Kirghizistan, che facilmente potrebbero essere considerati cruciali. Il primo è il “ processo d’informazione” della comunità internazionale. Il 23 agosto il Gruppo di Crisi Internazionale ha pubblicato il rapporto e le raccomandazioni circa gli eventi nel suo sito ufficiale.  Le 39 pagine del rapporto percorrono gli eventi di giugno 1990, la situazione socio-politica del 2010, gli eventi nello Jalal-Abad e Osh e la cronologia delle rivolte nel mese di giugno. Basandosi su questo rapporto il sito web dell’organizzazione presenta segnalazioni sulle autorità del Kirghizistan, alla comunità internazionale,  vale a dire all’ alta delegazione  dei diritti umani  delle nazioni Unite, e all’Organizzazione per la sicurezza e la Cooperazione in Europa  (OSCE)  commissione sulle minoranze nazionali.

Noi non valuteremo la qualità e l’imparzialità del rapporto. Lasciamo che siano i politici e gli esperti e discutere di questo. Ogni cosa sarebbe andata bene finché Luise Arbour ( in passato alto commissario delle Nazioni Unite sui diritti umani, ed ora responsabile del Gruppo di crisi Internazionale) ha dichiarato sulle pagine del The Guardian (giornale Inglese) la teoria principale sul perché quest’organizzazione, abbia iniziato un lavoro intenso in Kirghizistan: Luise Arbour asserisce nel suo articolo che, sfortunatamente potrebbe non essere ancora possibile, prevenire la disintegrazione in questo paese.

Il secondo punto importante della sua propaganda è che “ è compito dell’alta delegazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e altre relative figure (internazionali) di  investigare sugli eventi di giugno. L’indagine dovrebbe costituire, un prerequisito per la futura disponibilità d’assistenza internazionale al Kirghizistan”.

La consapevolezza di un palcoscenico cosi delineato, mostra che i piani, riguardo alla divisione del paese, sono entrati nella fase finale. Che richiama le principali tesi del gruppo di crisi internazionale, nel loro rapporto, (gennaio 2005), sostenendo che il Kosovo è più pericoloso dell’Iraq.

Il secondo evento non è stato argomentato dai media, ma costituisce anche una pietra miliare: per risolvere i “problemi del Kirghizistan”, i piani di risoluzione del governo di Rose Otumbaeva per coinvolgere Martii Ahtisaari, che è  architetto dell’indipendenza del  Kosovo, e distruttore della Jugoslavia.

Martii Ahtisaari è un laureato con il premio nobel per la pace, maggiormente conosciuto per il suo lavoro ben riuscito di divisione del Kosovo dalla Serbia. In tal senso un commento di  Emir Kusturica, il famoso direttore di film, è essenziale, che si espresse in occasione della sua visita presso l’Ossezia del sud, all’indomani dell’aggressione georgiana: “il premio nobel è stato dato ad uno dei fondatori dell’indipendenza del Kosovo-    Martii Ahtisaari  che iniziò il bombardamento in Serbia. Da allora, il premio nobel per la pace è fuori questione, per me”.

La qualità del lavoro di questo laureato con premio nobel è semplicemente incredibile. Nel primo 2007 i piani di Ahtisaari, vengono dichiarati in seno alle nazioni unite, e già nel febbraio 2008, il Kosovo dichiara la sua indipendenza. Ed il supporto ai separatisti e alle divisioni per gli stati indipendenti,  avvenne in Europa. Quanto velocemente, verranno realizzati nell’Asia centrale i piani di Ahtisaari per il Kirghizistan? Ancora, che grande ruolo hanno ricoperto i rapporti  del gruppo di Crisi internazionale, a preparare l’opinione pubblica e le autorità  americane all’aggressione contro la Jugoslava.

Questi due rilevanti eventi, confermano ancora una volta l’opinione di molti analisti: la divisione riuscita della Jugoslava, in molti piccoli stati velocizzerà il crollo finale dei frammenti dell’USSR ( Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche)– precedente alle repubbliche sovietiche, o per essere più esatti- nuovi stati indipendenti che sorsero da questi territori.

Il crollo dell’Unione Sovietica fu un obiettivo strategico, se non altro un’idea riparatrice di molti leader politici dell’est del mondo. E queste forze non erano presenti al lavoro, 20 anni fa,  al tempo del collasso del USSR.  Gran parte delle rovine delle repubbliche post-sovietiche, vale a dire i nuovi stati indipendenti, sono destinati alla loro sistemazione. La divisione amministrativa e territoriale delle Repubbliche Sovietiche, fu formato senza l’imperialismo stalinista. Con tutte le conseguenze dell’umore romano “dividi e conquista”. Ciò comportò la nascita di conflitti in territori interni e conflitti nazionali,  l’incapacità di assicurare l’indipendenza economica a tutte le regioni. Tutte queste precauzioni hanno avuto successo senza un impero internazionale dell’USSR.  Ma appena ci fu un rigetto  dei principi internazionali e imperiali sulla direzione dello stato, Stalin riapparve nuovamente,  dando vita a nuovi conflitti.

Il nazionalismo sociale è diventato uno dei maggiori e più efficaci metodi di distruzione dei frammenti post- sovietici. Iniziò ad essere applicato nel periodo finale della “Perestroika”.    Ciò include la Moldava “crociata contro la Gagauzia” (entità territoriale autonoma della Repubblica di Moldavia) nel 1990, gli eventi legati al massacro di Sumgait come messaggeri del futuro conflitto di Nagorno- Karabakh, conflitti etnici in Kirghizistan  e infine, il genocidio dei Maschetiani Turchi ( precedenti abitanti mussulmani del Meskheti, lungo i confini con la Turchia).

Dopo la foresta di Bialowieza nel 1991 e la trasformazione finale dell’impero sovietico nell’informe CIS ( Commonwealth of indipendent states – una organizzazione regionale, i cui paesi partecipanti sono le precedenti Repubbliche Sovietiche), il nazionalismo è diventato la causa maggiore di distruzione degli elementi umani, economici e culturali, formatisi durante il periodo dell’Unione Sovietica. Non importa quale genere di nazionalismo sia condotto. Questo potrebbe essere un divieto all’uso del linguaggio russo e la negazione dei diritti delle popolazioni di lingua russa  negli stati Baltici, e nell’Ucraina, l’aggressione contro Prydnestrovye, Abkhazia, l’Ossezia del sud e Nogorno- Karabakh. Il nazionalismo politico entrò in una fase “calda” e ancora una volta subentrò al tipo “democratico”. Il problema è essenzialmente uno, in tutte le repubbliche nazionali del precedente USSR ( Unione delle repubbliche socialiste sovietiche). Pressoché repubbliche europee- repubbliche baltiche, (stati) membri dell’Unione Europea, coloro i quali erano tra Asia ed Europa: Ucraina, Moldavia, il Belarus, il Caucaso e le Repubbliche Centro Asiatiche.

Creando repubbliche Nazionali Sovietiche senza i loro attuali confini, Stalin sapeva ciò che faceva. Capì la frammentazione dello stesso Impero Sovietico che non sarebbe sopravvissuto. Il loro nazionalismo li avrebbe distrutti. Dopo 20 anni vediamo come il processo di distruzione dei resti dell’Unione Sovietica è nella sua fase finale e lo strumento usuale di distruzione è il nazionalismo. L’onda rivoluzionaria nel Kygyzsatan, Ucraina e Georgia è l’ulteriore prova del genio geopolitico Staliniano. I leader democratici, in questi paesi hanno afferrato il poter grazie al malcontento dei cittadini verso la realtà post- sovietica. Il nazionalismo è diventato il maggior strumento politico di questi democratici. I principali risultati del regime rivoluzionario, sono diventati una minaccia  alla perdita di integrità di quei paesi dove la rivoluzione ha preso piede.

Il presidente Yushchenko ultimamente, ha diviso il paese in Ucraina dell’est e dell’ovest, dando parte del territorio Ucraino alla Romania, creando cosi un precedente legale.

La Georgia ha in fine perso l’Abkhazia e il sud dell’Ossezia- una larga porzione dei suoi territori, precisamente a causa dell’ira nazionalista di Saakashvili. Nel governo del Kirghizistan di Bakiyev si è esacerbata l’aspirazione separatista tra alcune diaspore nazionali. ”L’insuccesso” politico della Color revolution ( termine usato per indicare movimenti avvenute all’interno dei territori del CIS  Commonwealth of indipendent states –  ex USSR ) ha fatto si che gli Stati Uniti ed i suoi alleati, attuassero metodi comprovati (Balcani). E notiamo come la situazione in Kosovo e nel sud del Kirghizistan  sta evolvendo in conformità ad uno scenario.

In Kosovo gli americani decideranno su tre principali obiettivi:

–         Determinare il concorrente principale per il fronte Europa, da quando c’è il pericolo del Kosovo insieme con l’Albania ed è diventato il centro di consolidamento dei mussulmani in Europa, i quali stanno già levando le loro voci. Insieme con l’Albania, la Bosnia e Herzegovina – oggi il Kosovo costituisce la “cintura islamica” per tagliare la Serbia ed il Montenegro dall’est dell’Europa.

–         L’identificazione del Kosovo, insieme al diviso Iraq costituisce un significativo passo in

avanti verso l’ultima distruzione del sistema post- bellico di diritto internazionale

–         Il Kosovo è il maggiore trasportatore di droghe.  Molta della droga, dovuta a come  questo

territorio vive la sua vita, sono droghe afgane. Dopo l’inizio degli interventi degli Stati Uniti e della Nato in Afghanistan nel 2001, la produzione di droga è cresciuta 40 volte di più.

Ciò è stato ripetutamente riportato sull’uso del trasporto aereo statunitense per il trasporto di droghe- possibilmente attraverso una base aerea in Kirghizistan , Turchia, Lituania. Tale informazione è stata indirettamente confermata dall’ Ufficio delle Nazioni Unite sul controllo della droga e Crimine (UNODCCP). In concomitanza con questo, i centri di distribuzione dell’eroina in Europa includono Ramstein (Germania) e la base militare americana “Bondsteel” in Kosovo. È la base aeronautica militare americana dalla quale i cargo sono trasferiti dall’Afghanistan senza alcuna dogana.

Alexander Anderson, direttore del progetto “Kosovo” nel Gruppo di Crisi Internazionale, ha detto nella sua intervista: -“ Si, il Kosovo è uno dei più grandi corridoi del traffico di droga, ed il crimine organizzato è parimenti cresciuto sotto il controllo delle Nazioni Unite.

Forse c’è un tornaconto personale da parte di Martti Ahtisaari, nell’indipendenza del Kosovo. Il rapporto del Servizio di Intelligence tedesca BND condotto  ai media tedeschi, in relazione a ciò   Martti Ahtisaari, rappresentante delle nazioni unite in Kosovo (che promosse un piano di indipendenza) ricevette intorno ai 40 milioni di euro da   Bedget Pakkoli, miliardario e politico Albanese. Da allora nessuna contestazione ha seguito lo scandalo, che è stato velocemente archiviato.

Dividendo il Kirghizistan, gli Stati Uniti d’America fronteggiano quasi gli stessi problemi:

–         Determinare il rivale globale  nel ex territorio  dell’Unione  Sovietica. Polverizzare i

soggetti del processo politico di integrazione con la federazione Russa. Creare zone di instabilità, e nel contempo aree di influenza statunitense, rinforzate da basi militari nel sud del Kirghizistan e nell’aeroporto di Manas.

–   La distruzione  definitiva delle parti del periodo sovietico, la creazione di presupposti per una nuova distribuzione del mondo.

–         Pieno controllo  sul traffico  di droghe  dall’Afghanistan, controllo del  sud  del  Kirghizistan, stabilire un “indipendente” per il mondo ma dipendente dal nuovo stato autonomo

americano  causerebbe  un  ulteriore aumento  dell’eroina  rubata dalla Russia e dall’Europa.

–         Divisione problematica, territoriale- amministrativa della valle di Ferghana, ereditata dopo il

Collasso dell’USSR, che abbandonò il gruppo per  un conflitto inter- etnico territoriale permanente.

Questi compiti dovranno probabilmente essere discussi da Martti Ahtisaari e dal Gruppo di Crisi Internazionali. Tutti i componenti per il completamento di questo piano sono già stati presentati:

–         L’elaborazione sull’ opinione  pubblica, spaventata   dal  conflitto  etnico in  Kirghizistan,  è

Iniziata ; casi di  segnalazione  del  gruppo  di  Crisi  Internazionale  connessa   ad  un’investigazione  privata dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) e delle Nazioni Unite saranno probabilmente considerati come una pulizia etnica.

–         La disponibilità di luoghi consolidati  di  residenza,  per  le  minoranze nazionali,  che sono

soggette a “pulizia etnica” che la comunità internazionale è obbligata a difendere;

–     Elezioni  (10 ottobre  2010)   del  parlamento  del  Kirghizistan,  non  saranno   controllate

da  una delle parti  contrastanti – le parti  pro-americane (opposizione) che giungeranno al

potere dopo  Bakiyev, e le forze (politiche) create dai politici di Bakiyev stesso.

La separazione del Kirghiz (gruppo etnico turco creatosi soprattuitto in Kirghizistan) tra il

sud e il nord, contribuisce ulteriormente al “piano  Ahtisaari”.

Louise Arbour, capo del Gruppo di Crisi Internazionale ha descritto chiaramente la situazione nel suo articolo in “The Guardian “, come è risultato degli eventi di Giugno, il governo di  Rosa Otunbayeva  ha perso definitivamente il controllo nel sud del Kirghizistan , ed il poter di Melis Myrzakmatova, il sindaco di Osh è accresciuto. Ciò ha determinato una seria minaccia per la sicurezza nella regione ed oltre”.  Come Ishenbai Kadyrbekov, leader della parte politica del Kirghizistan  “Unione USSR”, dichiara, c’è l’impressione che le parti si stiano preparando per la Battaglia di Stalingrado, dopo le elezioni al parlamento. C’è una possibilità che questa battaglia, sarà una battaglia per l’integrità del paese.

Traduzione a cura di Giulia Vitolo


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