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II – Mondo islamico

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Nonostante il processo di secolarizzazione e di occidentalizzazione in atto e nonostante la diversificazione delle sue manifestazioni territoriali, l’Islam rappresenta pur sempre il fattore unificante di grandi spazi geopolitici, per cui può efficacemente concorrere, in sintonia con altre realtà culturali orgogliose della propria specificità, a formulare una valida alternativa al sistema unipolare e mondialista.

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EURASIATISMO

Gli eurasiatisti considerano lo Stato-nazione una forma obsoleta di organizzazione del territorio e dei popoli, tipica del periodo compreso tra il XV e il XX secolo. Al posto degli Stati nazione devono sorgere nuove formazioni politiche, che combinino l’unificazione strategica delle grandi potenze continentali con un complesso sistema multidimensionale di autonomie nazionali, culturali ed economiche. 

L’Europa sta attraversando un momento cruciale della propria storia, durante il quale potrebbe sia realizzare se stessa, sia svanire nel nulla. L’alternativa è semplice: o gli Europei recupereranno il controllo sulla loro sicurezza, politica estera e sviluppo demografico, diventando attori indipendenti sulla scena politica internazionale, oppure usciranno definitivamente dalla storia, dissolvendosi gradualmente in una larga fascia di libero scambio sotto la protezione strategica statunitense.

È possibile vedere in Ibn Khaldûn (1322-1406), oltre che un precursore della sociologia e della morfologia della storia, un anticipatore della geopolitica? L’Autore della Muqaddimah, nel capitolo iniziale della sua opera monumentale, si occupa dell’influsso che condizioni geografiche quali il clima e l’ambiente esercitano sulla condizione umana; quindi individua nel deserto e nella campagna i due paesaggi ai quali si rapporta la distinzione tra due tipi di società: la nomade e la sedentaria; infine stabilisce che anche la sorte degli Stati risente della relazione con la geografia.

DOSSARIO: MONDO ISLAMICO

Dopo il sec. XIII nessun Arabo salirà più sulla ribalta internazionale del pensiero; ma il seme che l’Islam ha gettato germoglierà vigoroso: la sua fecondità è testimoniata dalla presenza qualificata di termini, idee e intuizioni nel sapere europeo. 

Biografia di ‘Arafât, ultimo esponente della “vecchia guardia” dell’OLP, di quello spirito combattivo proprio di uomini che avevano dato la vita per garantire ai Palestinesi una terra, la loro terra, dove vivere in pace.

In un’Europa caratterizzata dalla frantumazione della cristianità in due e poi in tre confessioni cristiane ostili ed in lotta fra loro, si era inserito, fion dall’VIII secolo, l’Islam. Accanto all’Europa ortodossa, a quella cattolica ed a quella protestante prese dunque forma, su un’area territoriale più ridotta, un’Europa musulmana. 

Di notevole importanza geografico-territoriale, perché situato all’estremo oriente del Mediterraneo, il Libano è uno dei Paesi più piccoli del mondo arabo. Per le caratteristiche geografiche e la florida economia, per più di trent’anni è stato definito “la Svizzera del Vicino Oriente”. 

La resistenza del popolo iracheno all’occupazione della coalizione internazionale a guida statunitense è forse l’evento storico più importante dell’inizio del XXI secolo. Per poter sostenere questa tesi, l’Autore confronta il ruolo storico della resistenza irachena con quattro eventi storicamente rilevanti del medesimo periodo. 

L’Iran, un Paese che è sempre stato un ponte fra mondi distanti fra loro, è circondato da un semiarco di vicini ostili, presidiato dalla presenza minacciosa delle forze armate statunitensi. Ma anche alcuni aspetti della vita interna del Paese (riformismo inerte, scontro fra fazioni) incidono negativamente sulla politica estera.

Com’è noto, Israele non ha mai acconsentito a definire i suoi confini, per tenere aperta la questione della delimitazione del proprio raggio d’azione militare e dei limiti del suo potere impositivo. Accettare come punto di partenza i confini di fatto del giugno 1967 significa convalidare la posizione con cui Israele si ritiene svincolato dalla legalità.

Lo Stato ebraico d’Israele deve essere smantellato. La guerra in Palestina è una guerra degli autoctoni contro il potere sradicatore, è una guerra delle religioni universali contro i nemici del Cristo, è una guerra di contadini e lavoratori, di guerrieri e sacerdoti contro gli usurai. O il neogiudaismo vincerà su scala globale, o sarà globalmente sconfitto. 

Il fantasma dell’integrazione economica musulmana ha cominciato ad assumere forme concrete: G8 islamico, dinaro d’oro. Alla riunione annuale della Banca Islamica di Sviluppo è stata presa la decisione di un mercato comune.

L’ideale unità del mondo islamico rappresenta una cerniera, un collegamento ideale, tra l’Europa e la Russia e le altre parti della massa eurasiatico-africana. Il mondo musulmano è un patrimonio per l’Eurasia, non un pericolo,come vorrebbe oggi la propaganda terroristica occidentalista ispirata alla tesi huntingtoniana dello “scontro di civiltà”.

La Conferenza di Riconciliazione nazionale del popolo somalo, che ha aperto i battenti il 15 ottobre 2002 in Kenya per trasferirsi poi alla periferia di Nairobi, ha prodotto il tentativo di far risorgere la Somalia attraverso le trattative fra i signori della guerra. 

Il motivo del rifiuto opposto dalla componente palestinese più avveduta alla cosiddetta “soluzione dei due Stati per due popoli” è oggi chiaro a tutti. La Realpolitik dell’OLP guidata da ‘Arafat si scontra con l’umiliazione quotidiana di un’Autorità Nazionale Palestinese che nel 2004 amministra penosamente i pezzi di terra elargiti dall’entità sionista.

INTERVISTE

All’epoca dell’intervista, Mohammed Nour Dachan è presidente dell’Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia.

All’epoca dell’intervista, Hamza Roberto Piccardo è segretario dell’Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia.

All’epoca dell’intervista, Shamil Sultanov è presidente del gruppo parlamentare della Duma per il dialogo con l’Islam.

RECENSIONI E POSTILLE

Aldo Braccio, “2023”: una rivista turca di geopolitica

Nafeez Mosaddeq Ahmed, Guerra alla verità (Aldo Braccio)

Serge Thion (a cura di), Sul terrorismo israeliano (Enrico Galoppini)

Franco Cardini, Noi e l’Islam ; L’invenzione dell’Occidente (Claudio Mutti)

Karl Haushofer, Italia, Germania e Giappone (Daniele Scalea)

Claire Hoy e Victor Ostrovsky, Attraverso l’inganno (Serge Thion)

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