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XIII – La funzione eurasiatica dell’Iran

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La scelta eurasiatica valorizza la posizione strategica dell’Iran assicurando a questo paese un ruolo di protagonista; inoltre, essa accelera la tendenza multipolare. L’altra funzione che l’Iran è chiamato a svolgere è quella di raccordo tra la penisola europea e lo spazio sino-indiano. Entrambe queste funzioni si realizzano nei rapporti di Teheran con Mosca, Pechino e Nuova Delhi.

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Descrizione

EURASIATISMO

Dispensatrice di cultura attraverso i secoli, questa nazione è un crogiuolo in cui sono confluite influenze che agli occhi degli stranieri possono apparire confuse e paradossali. La leggendaria sottigliezza diplomatica dei Persiani e la loro imperscrutabilità costituiscono una sfida per coloro che vorrebbero sottomettere questo paese.

Molteplici vincoli hanno legato nel corso dei secoli l’Europa e l’Iran. Presso gli antichi Greci esisteva la consapevolezza di una loro parentela coi Persiani; altre popolazioni iraniche (Sciti, Sarmati, Alani) si sono stanziate in Europa ed hanno contribuito all’etnogenesi di alcuni popoli europei.

Scritto per il centenario della nascita di Raymond Abellio (1907-1986).

DOSSARIO: LA FUNZIONE EURASIATICA DELL’IRAN

La relativa libertà politica di cui godette la società iraniana nel primo decennio del regno di Mohammad Reza Shah favorì il ritorno sulla scena pubblica di diverse personalità che Reza Shah aveva escluse dalle attività politiche. Una di esse fu Mohammad Mosaddegh, uno dei pochi parlamentari che non aveva appoggiato l’incoronazione di Reza Shah, ritenendola contraria alla legge.

Il disegno statunitense nei confronti dell’Iran prevede il logoramento economico della nazione avversaria. Ma questo disegno è ostacolato dal riemergere degli antichi legami dell’Iran con la Russia, una Russia che non si presenta coi cavalli di Pietro il Grande, ma con una strategia eurasiatista, ispirata ad un destino comune.

Una delle più grandi menzogne diffuse dalla propaganda iranofoba è che le donne iraniane siano state allontanate dalle attività sportive. L’articolo si fonda sui rapporti ufficiali delle Olimpiadi estive ed invernali, fino al 2006.

Dati fondamentali concernenti la Repubblica Islamica dell’Iran; ordinamento dello Stato, risorse economiche ed energetiche, statistiche e indicatori sociali ecc.

L’Occidente fatica a capire che fra mondo turco e mondo iranico-persiano la reciproca comprensione ha radici remote e non è facilmente cancellabile. Le relazioni fra Iran e Turchia oggi sono improntate al dialogo in uno scenario che non è dei più facili.

A partire dall’agosto 2002 si è determinata una situazione di crisi internazionale che ha portato la questione nucleare iraniana ad assumere la fisionomia di un intricato rebus negoziale.

L’esame della strategia iraniana permette di giungere alla conclusione che la politica estera di Teheran è molto sfaccettata e mira alla creazione di un nuovo schema di relazioni internazionali. L’Iran ambisce a diventare membro a pieno titolo dell’Organizzazione di Shanghai, che unisce i tre quinti del territorio eurasiatico.

Un quadro delle forze armate della Repubblica Islamica dell’Iran (esercito, marina e aviazione); la funzione dei Pasdaran; i piani militari USA nei confronti dell’Iran.

Nel giugno del 2004 l’Iran aveva manifestato l’intenzione di creare un centro di scambio petrolifero internazionale basato sull’euro. L’iniziativa incontrò il favore sia di molti Paesi produttori sia di molti Paesi consumatori. Questa borsa del petrolio si sarebbe trovata a competere con le borse petrolifere di Londra e di New York.

In attesa che entri in funzione il “gasdotto della pace”, nel gennaio 2005 l’India e l’Iran hanno firmato un accordo trentennale.

La Cina riceve dall’Iran il 14% del petrolio che le serve per far marciare la propria economia in crescita. Nell’ottobre 2004 la Cina ha siglato con l’Iran un primo contratto trentennale da 100 milioni di dollari per la produzione e l’importazione di gas naturale liquefatto.

GEOPOLITICA E DIRITTO INTERNAZIONALE

Nel dicembre 2004 la riforma del Consiglio di Sicurezza sembrava finalmente vicina ad una soluzione con la pubblicazione di un rapporto che prevedeva due diverse formule di allargamento. Da allora si è assistito ad una serie di consultazioni e negoziati, ma senza risultati concreti.

Sia dall’entrata in guerra degli USA nella prima guerra mondiale sia dalle risoluzioni della Lega di Ginevra divenne chiaro che le questioni europee non sarebbero più state risolte dall’Europa. Ciò significava il tramonto dell’equilibrio fra terra e mare, ma soprattutto implicava la fine della potenza terranea continentale, nonché il tramonto del nomos della terra valido fino ad allora.

Le Malvine continuano ad essere presenti in una storia che, iniziata cinquecento anni or sono ed entrata venticinque anni fa in una nuova fase, assume oggi un aspetto particolare, all’interno di una lotta mai esaurita tra i Paesi in via di sviluppo e la politica neoliberista di un colonialismo di vecchio conio.

Nell’ambito degli studi filosofici e teologico-politici, grazie alla profonda riflessione di Carl Schmitt, il concetto di katéchon ha avuto e sta avendo un discreto successo. Si sentiva il bisogno di una categoria capace di dar conto del rapporto tra storia fattuale e e significato complessivo dell’accadere delle cose umane.

Il caso Calipari e la relativa sentenza di “non luogo a procedere” sono esemplari di una “lacuna” dell’ordinamento giuridico internazionale, una “lacuna” che è stata creata di proposito attraverso una prassi costante nel tempo e che oggi è considerata più che mai funzionale al perseguimento di obiettivi “superiori” di alcuni Stati, fra i quali gli USA.

Hanno ragione i teorici dell’interdipendenza quando dichiarano che ora gli Stati agiscono in un ambito internazionale completamente nuovo, creato da forze economiche e tecnologiche incontrollate, oppure bisogna accettare la contro argomentazione realista, secondo cui la crescente interdipendenza è una funzione del potere e della scelta politica?

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