Fonte: Strategic Culture Foundation
http://www.strategic-culture.org/pview/2010/11/20/positioning-myanmar-developments-and-democracy-debate.html

Il Myanmar occupa un posto chiave nella politica Asiatica, sia grazie alla sua posizione che per le sue risorse nella situazione nella matrice geopolitica asiatica. A ovest trova l’India, a nord la Cina, la Baia del Bengala a sud che ulteriormente si estende verso l’Oceano Indiano, a est il blocco del sud-est asiatico rappresentato da uno dei raggruppamenti più conosciuti, chiamato ASEAN. Myanmar detiene il passaggio da ovest al sud-est asiatico.

Il Myanmar con le sue ricche risorse energetiche, la sua importanza come corridoio per i trasporti e anche per le sue risorse come le foreste e i minerali, attrae ampia attenzione. Tuttavia, recentemente è stato catapultato nell’ambito internazionale, non a causa di queste ragioni, ma soprattutto a causa del rilascio dellaleader della Lega Nazionale della Democrazia (Nld), Aung San Suu Kyi. Resta da vedere come questo andamento particolare conformerà la politica in Asia e oltre, ma certamente, nei prossimi mesi, assisteremo a altri colpi di scena, forse una specie di tumulto nella regione, mentre i paesi limitrofi si ritroveranno in guardia ad affrontare realtà emergenti.
Il governo di Than Shwe ha rilasciato Suu Kyi il 13 novembre 2010. Sei giorni prima, il governo aveva sostenuto il Partito dell’Unione della Solidarietà e dello Sviluppo, che è dilagato nelle controverse elezioni nazionali generali. Come rilasciato dalle agenzie governative, ha avuto l’80 per cento dei voti. Il rilascio di Suu Kyi è avvenuto sotto la molto più garve nube del sospetto, così come della speculazione, perché il suo precedente previsto rilascio, nel 2009, era stato prorogato di 18 mesi a causa dell’accusa  ufficiale di aver ospitato illegalmente uno statunitense senza il permesso del governo. C’è bisogno di sototlineare il perché Suu Kyi gode di popolarità tra il popolo birmano. Suo padre, Aung San, è stata una figura predominante nella politica del Myanmar (Birmania), e aveva svolto un ruolo cruciale per la sua indipendenza dal dominio britannico nel 1947. Nel 1962 i militari presero il potere. Nelle elezioni popolari del 1990 il partito di Suu Kyi, NLD, aveva avuto i voti popolari, ma non poteva andare al potere, poiché il regime militare si rifiutò di accettare i risultati.

Suu Kyi è rimasta agli arresti per lungo tempo. La sua liberazione dagli arresti domiciliari nella sua villa di Rangoon, è stata ben accolta da molti paesi, tra cui i confinanti India, Thailandia e Indonesia.

Le percezioni sul recente sviluppo variano a seconda delle politiche delle nazioni. La questione dei diritti del popolo può essere autentico in Myanmar, ma è la questione che deve essere analizzata in modo approfondito. I militari affermano che, nonostante le enormi sanzioni da parte dell’Occidente, inclusi gli Stati Uniti, l’economia ha registrato un andamento positivo, tanto che ora il Myanmar ha riserve di valuta estera per circa sei miliardi di dollari. Ha sviluppato ottime relazioni commerciali con i paesi vicini, in particolare con la Cina. La Cina ha sviluppato il porto di Sittwe, oltre a sviluppare un gasdotto attraverso il Myanmar fino al terminale del gas al largo delle sue coste.

L’India ha anche importanti interessi commerciali con il Myanmar. L’India condivide circa 1600 chilometri di confine con il Myanmar. L’interesse dell’India risiede nelle risorse energetiche del paese. Inoltre, vi sono anche dei colloqui per aprire rotte di navigazione dal porto di Kolkata, in India, al porto di Sittwe in Myanmar, che potrebbe collegarsi ulteriormente verso altri paesi del sud-est asiatico.

Vi sono proposte dall’India e dalla Cina per sviluppare progetti comuni in Myanmar. Cina e India fanno parte dei colloqui estesi nei format ASEAN+3 e ASEAN+1 rispettivamente, in cui il Myanmar è un membro di spicco. Forse questa è stata la ragione per cui i leader indiani hanno adottato un approccio calibrato, quando il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante la sua visita in India ai primi di novembre, ha accusato direttamente la leadership del Myanmar di ‘rubare‘ le elezioni, e ha criticato lo scarso rispetto dei diritti umani. Mentre, invece, paesi come la Russia e la Cina hanno adottatto diversi approcci. 

Mentre la Cina ha definito le elezioni ‘riuscite e serene‘, il ministero degli esteri della Russia ha dichiarato: “Noi vediamo le elezioni come un passo avanti nella democratizzazione della società del Myanmar, in conformità con le riforme politiche adottate dalla leadership del paese.” La seguente visita di Obama nei paesi asiatici, come Indonesia, Corea del Sud e Giappone, tre democrazie, potrebbe essere ulteriormente aggiunto al dibattito che riguarda la democrazia in Asia, e in particolare nei paesi in cui il modello occidentale di democrazia è assente.

Inoltre, la dichiarazione del Primo Ministro britannico, David Cameron presso l’Università di Pechino, all’inizio di novembre, secondo cui lo sviluppo economico deve accompagnare la democrazia e i diritti umani, potrebbe alimentare il dibattito e le differenze rispetto sui modelli di democrazia. Forse qui giunge d’aiuto l’immagine del modello cinese di apertura, che mirava ad aprire l’economia più velocemente della politica. La leadership del Myanmar sembra essere più attratta dal modello cinese, con cui intrattiene più strette relazioni che non probabilmente con altre potenze. Inoltre, l’imposizione da altre potenze, in materia di democrazia e diritti umani, invece di promuovere i valori democratici può produrre, nelle menti dei dirigenti, il timore dell’imposizione di valori e culture estranei. Forse questo è ciò che sta accadendo in Myanmar. La vicinanza di Suu Kyi all’Occidente, e il suo sostegno dall’Occidente con le pesanti sanzioni contro il regime militare, invece di aiutare la situazione, l’hanno portata a essere più complicata.

Il Myanmar deve gradualmente evolvere i propri meccanismi verso un’evoluzione in un sistema politico in grado di garantire pieni diritti e libertà al suo popolo. Suu Kyi, al suo rilascio, ha definito la moderazione una componente chiave della sua prossima strategia. Lei ha giustamente sottolineato la riconciliazione nazionale tra i diversi interessi e parità in Myanmar. Altrettanto importante, tutte le fazioni devono essere incoraggiata al dialogo e alla riflessione, e tutte le potenze internazionali devono sostenere il processo, ma al tempo stesso devono adottare un approccio pacifico e amichevole verso il paese. Nel contesto delle sanzioni, ha già dimostrato che esse non hanno aiutato molto ad influenzare i governanti militari, anzi di averli spinti ulterioremnte verso la loro ferma determinazione. Così, un processo complessivo di riconciliazione interna in Myanmar e un atteggiamento di sostegno delle potenze estere, possono andare molto lontano nel garantire uno sviluppo positivo nel paese, con conseguenze non solo per l’Asia, ma per il globo nel suo complesso.

*Il Dr Debidatta Aurobinda Mahapatra fa parte della facoltà di ricerca presso il Centro Studi Eurasiatici Centrali, Università di Mumbai, India.

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Traduzione di Alessandro Lattanzio

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