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Parola chiave: Siria

Stefano Vernole: reportage da Damasco

Stefano Vernole, redattore di “Eurasia”, ha avuto recentemente occasione di visitare la Siria assieme ad una rappresentanza della comunità siriana in Italia. Si è trattenuto alcuni giorni a Damasco, dove ha potuto incontrare personalità del Governo ma anche parlare liberamente coi comuni cittadini. Quello che segue è il suo resoconto di quest'esperienza.

I cristiani d'Oriente contro l'ingerenza occidentale

La guerra contro la Siria, pianificata da Stati Uniti, Francia e Regno Unito per metà novembre 2011, è stata bloccata in extremis dai veti di Russia e Cina, al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Secondo Nicolas Sarkozy, che ha informato della questione il Patriarca maronita durante un burrascoso incontro all'Eliseo il 5 settembre 2011, il piano prevede l'esclusione dei cristiani mediorientali da parte delle potenze occidentali. In questo contesto, in Europa ha preso il via una campagna mediatica che accusa i cristiani d'Oriente di collusione con le dittature. Madre Agnès-Mariam della Croce, madre superiora del monastero di San Giacomo il mutilato, a Qara (Siria), risponde a questa propaganda bellica.

Continua la sfida contro Bashār al-Asad

Sebbene Damasco abbia iniziato il suo percorso di riforme, il boicottaggio NATO persiste nel tentativo di destabilizzare il governo di Bashār al-Asad. Le recenti manovre introdotte, infatti, intendono condurre la Siria ad un cambiamento libero dalle ingerenze esterne, in quanto promosso esclusivamente dalle forze sociali interne del paese. Tuttavia, queste misure non hanno placato le preoccupazioni del blocco filo-atlantico per il quale Damasco costituisce ancora una grossa opportunità. La Siria, infatti, rappresenta, un baluardo importante contro l’imperialismo.

La sedicente democratizzazione siriana: sulle tracce della realpolitik

Analizzare e comprendere le rivolte arabe oggi è diventato molto difficile. Questa difficoltà è in parte dovuta ai mass media che spesso trascurano la specificità di tali rivolte. “Istanze democratiche e richiesta di diritti” è la tesi più diffusa per giustificare la Primavera Araba. Ma c’è di più: i movimenti di protesta non sono tutti uguali e soprattutto non lo sono gli interessi geopolitici delle potenze in gioco. Il caso della Siria è emblematico in questo senso e ancora di più lo è notare come gli USA, ancora una volta, siano riusciti a muovere le proprie pedine in un Paese per loro strategicamente importante.

La primavera araba e il balance of power in Medio Oriente

La Primavera Araba ha profondamente segnato il panorama politico del Medio Oriente. Spentosi rapidamente l’entusiasmo per l’ondata democratica, è opportuno domandarsi se e come i cambiamenti occorsi fino ad oggi abbiano influenzato il delicato equilibrio geopolitico della regione. La configurazione pre-rivolta vedeva in Israele, Egitto ed Arabia Saudita i principali alleati della superpotenza americana, con l’asse Iran-Siria a capo dello schieramento “anti-egemonico”. Poco più di sei mesi dopo la “Rivoluzione dei Gelsomini” in Tunisia quest’articolo traccerà un bilancio (parziale) degli effetti delle rivolte nel mondo arabo sugli equilibri geopolitici del Medio Oriente.

Daniele Scalea: “In Libia la guerra proseguirà ancora a lungo”

(ASI) Agenzia Stampa Italia ha incontrato Daniele Scalea, segretario scientifico dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), redattore della rivista di studi geopolitici Eurasia, autore de “La Sfida Totale” e co-autore, insieme a Pietro Longo, di “Capire le rivolte arabe”.

La destabilizzazione del Vicino e Medio Oriente

Allo spazio concesso dal tritacarne mediatico alle sommosse che hanno agitato il Libano, l’Iran e la Siria fa da palese contraltare all’occultamento di cui sono stati oggetti i moti in Arabia Saudita e Bahrein, in cui le rivolte delle rispettive componenti sciite rischiavano di alterare i precari equilibri geopolitici e provocare pericolosi slittamenti filo iraniani che avrebbero minato i piani egemonici statunitensi ed israeliani.

Video: violenze degli insorti a Hama

Il documento che presentiamo qui è un video proveniente da Hama, città siriana attualmente teatro di scontri tra l'Esercito ed insorti dell'opposizione. In questo...

M.D. Nazemroaya: "Vi racconto cosa sta succedendo in Libia (e in Siria)"

Mahdi Darius Nazemroaya, sociologo canadese, è ricercatore associato del Centre for Research on Globalization (CRG). Si occupa in particolare di studiare le dinamiche geopolitiche e le relazioni internazionali nel Vicino e Medio Oriente. Attualmente si trova in Libia nell'ambito d'una missione indipendente per appurare sul terreno i fatti legati all'esplosione della guerra civile ed all'intervento straniero. I ricercatori dell'IsAG Giovanni Andriolo e Chiara Felli l'hanno intervistato in esclusiva per “Eurasia”.

Il Ba'th siriano nella morsa tra complotto e riforme

Sebbene considerata un fenomeno omogeneo, la celebre "primavera araba" possiede molteplici sfaccettature che variano notevolmente a seconda dei contesti di origine. Non esiste, pertanto, una primavera araba, piuttosto esistono diversi movimenti di protesta che acquisiscono delle peculiarità proprie ed autentiche rispetto a date circostanze. Questa considerazione è di estrema importanza per comprendere ciò che accade oggi nel mondo arabo e per vagliare con cautela la raffica di informazioni che quotidianamente giunge fino a noi. Pertanto, sarebbe bene considerare la congiuntura politica della Siria attraverso una chiave di lettura che collochi il paese in un complesso gioco di intrecci e dinamiche internazionali.
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