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IX – Tra un’Unione e l’altra

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Per esprimere la sua sovranità e la sua funzione geopolitica, l’Europa dovrà riappropriarsi del proprio spazio, presidiandolo al di fuori dell’Alleanza Atlantica; dovrà riconsiderare i propri rapporti con la Russia e col resto dell’Asia, su una base paritaria ma funzionale all’integrità geopolitica, economica e militare dell’intero Continente eurasiatico; dovrà avviare iniziative tese ad instaurare una pax mediterranea al di fuori delle intrusioni perturbatrici degli Stati Uniti.

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EURASIATISMO

In relazione alla riforma della cultura, c’è una questione che si pone: la nuova cultura deve essere panrussa oppure una tale cultura non deve esistere affatto, ma devono essere create nuove culture, una per ogni sottogruppo dell’etnia russa? Tale questione si pone in maniera speciale per gli Ucraini. Essa è particolarmente complicata da considerazioni politiche e in genere si accompagna a quella che consiste nel chiedersi se l’Ucraina debba essere uno Stato del tutto indipendente, o il membro di una federazione russa, o un’entità che faccia parte della Russia.

La leggenda di Europa, la principessa di Tiro che il Padre degli dèi portò dalla spiaggia siriana all’isola di Creta, parla ancor oggi alla nostra immaginazione. Europa non può evitare di far ritorno alla sua terra natale assieme a suo fratello Cadmo, un altro portatore della luce orientale. Molte leggende dicono che ad occidente dell’Europa, di là dall’oscuro oceano di morte, giace la terra delle illusioni. Dirigersi verso occidente oltre passando le Colonne d’Ercole e Finis Terrae equivale a morire.

Chi oggi nel Vecchio Continente usa indifferentemente i termini “Europa” e “Occidente” come se fossero sinonimi o come se il secondo comprendesse il primo, commette un grave errore storico e politico. Oppure accetta la visione statunitense del mondo, sperando che ormai anche l’Europa sia finalmente entrata a far parte del sano e democratico Occidente.

Con la vittoria di Ottaviano ad Azio e la riduzione dell’Egitto a provincia romana, si configura per la prima volta l’unità politica dell’ecumene mediterranea e dell’Europa fino al Reno ed al Danubio. In seguito, si susseguiranno diversi tentativi di unificare un “grande spazio” sul territorio dell’Europa: da Carlo Magno a Federico II agli Asburgo a Napoleone a Hitler a Stalin.

DOSSARIO: TRA UN’UNIONE E L’ALTRA

Ieri incastrata nel territorio dell’Azerbaigian, di cui ai tempi dell’URSS era una semplice entità autonoma, la Repubblica dell’Alto Karabakh, che si è emancipata in seguito ad un conflitto micidiale tra il 1988 e il 1994, si compone oggi non solamente della maggioranza del suo antico territorio, ma anche dei territori recuperati, che le permettono l’uscita dall’isolamento e la continuità territoriale con l’Armenia dell’Est.

Dopo il 2003 Putin e la politica estera russa, in particolare la politica energetica, sono tornati alla fondamentale risposta alla dottrina del “Heartland” di Sir Halford Mackinder; sono cioè tornati alla prassi che caratterizzò la strategia sovietica nella guerra fredda fin dal 1946. Putin ha dato inizio ad una serie di mosse difensive volte a restaurare alcune forme sostenibili d’equilibrio, a fronte della sempre più ovvia politica di Washington di accerchiamento e indebolimento della Russia.

La questione nazionale ha avuto un ruolo piuttosto marginale all’interno del dibattito marxista. Il fatto che il socialismo, per realizzarsi, sia stato piegato alle esigenze della “forma nazionale”, della conformazione psichica e del carattere spirituale dei popoli appare come una dichiarazione di resa del marxismo.

La caratteristica principale della parte postsovietica dell’Europa è un’aggressiva americanizzazione dei costumi. In Polonia, anche la Chiesa cattolica è stata manipolata e ridotta al ruolo di docile apologeta di una società “cattolica” venuta a patti col monoteismo del Mercato.

La Russia di Putin cerca di riguadagnare il tempo perduto nell’era El’cin ed ha ripreso a modernizzare il proprio arsenale strategico. Tale operazione è resa necessaria sia dall’obsolescenza delle forze strategiche russe sia dalla crescente aggressività della politica estera statunitense.

Il quadro geopolitico dell’ex Jugoslavia è strettamente connesso ai grandi cambiamenti geostrategici degli ultimi decenni del XX secolo, ma anche a tutto il complicatissimo passato storico dei Balcani.

La posizione geopolitica della Romania ha conservato una caratteristica che fu definita 300 anni fa dal cronista Miron Costin, secondo il quale i Romeni si trovano sulla “via delle nequizie”. In altre parole, occupano quel punto di intersezione dei grandi imperi di cui parlkava Halford Mackinder nel 1919.

Nel 2004 l’Unione Europea ha raggiunto i confini non solo della Russia storica (che comprende anche Bielorussia ed Ucraina), ma pure quelli della stessa Federazione Russa. A mano a mano che si sviluppa il dibattito circa i confini geografici definitivi dell’UE, il suo assetto istituzionale ed il suo ruolo geopolitico, cresce d’importanza anche la storica dialettica con la Russia.

INTERVISTE

Sergej N. Baburin è vicepresidente della Duma della Federazione Russa.

Enrico Galoppini è arabista e islamologo.

Khaled Haddade è Segretario generale del Partito Comunista Libanese.

Fabio Mini è Generale di Corpo d’Armata in ausiliaria.

Sergio Romano, ex diplomatico, è autore di monografie storiografiche.

Abolfazl Zohrevand è ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Repubblica Italiana.

Danilo Zolo, filosofo del diritto, insegna all’Università di Firenze.

RECENSIONI E POSTILLE

Nella storia dell’umanità, il confront fra la terra ed il mare corrisponde alla lotta secolare tra la logica continentale europea e la logica “insulare” rappresentata inizialmente dall’Inghilterra, quindi dagli Stati Uniti d’America.

Interventi del Console generale del Libano in Italia al convegno “Geopolitica del Mediterraneo: il futuro del Libano e della Palestina”, organizzato da Progetto Eurasia l’11 novembre 2006 a Milano.

La breve “guerra” israeliana contro il Libano e la lunghissima “guerra” statunitense contro l’Iraq sono azioni armate che non tengono alcun conto del diritto internazionale. Una breve analisi mostra lo scopo di queste azioni militari e chiarisce se gli obiettivi di coloro che le hanno volute sono stati conseguiti.

Romolo Gobbi, Un grand peuple élu. Messianisme et antieuropéanisme aux États-Unis des origines à nos jours (Claudio Mutti)

Roman Rosdolsky, Friedrich Engels e il problema dei popoli “senza storia” (Claudio Mutti)

Constantin Noica e la dignità dell’Europa (Claudio Mutti)

Agostino Carrino, Oltre l’Occidente. Critica della Costituzione Europea (Federico Roberti)

Evgenij M. Primakov, Dall’URSS alla Russia (Daniele Scalea)

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