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XV – L’America indiolatina nel sistema multipolare

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L’America indio latina è obbligata a contenere le tensioni che alimentano l’instabilità dell’arco andino. Se veramente vogliono sottrarsi alla tutela statunitense, Brasilia, Buenos Aires, Santiago e Caracas dovranno necessariamente incrementare le loro relazioni politiche e militari e porre particolare attenzione al potenziamento delle proprie flotte marine, civili e militari.

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DOSSARIO: L’AMERICA INDIOLATINA NEL SISTEMA MULTIPOLARE

Fin dalla scoperta, l’America latina venne indirizzata a fornire materie prime alle grandi potenze marittime (Spagna, Portogallo, Gran Bretagna); poi, con la crisi del 1929-’30, a Washington e, in subordine, a Londra. Ad essa furono demandati l’allevamento del bestiame, l’agricoltura e l’estrazione mineraria, compreso il petrolio del Venezuela.

Uno studio serio sulla “rivoluzione bolivariana” di Hugo Chavez non può prescindere dall’analisi delle cosiddette misiones, veri e propri programmi d’investimento sociale nei confronti della popolazione venezuelana.

La Banca del Sud è un’iniziativa promossa da Venezuela, Ecuador, Argentina, Bolivia, Brasile e Paraguay. L’obiettivo è quello di creare una banca al servizio delle necessità della regione sudamericana, con finanziamenti provenienti dalle banche pubbliche.

La scoperta del Nuovo Mondo proietta la Chiesa cattolica romana in una dimensione transcontinentale, legandone indissolubilmente i destini con quelli dell’America latina, dove vive la metà dei cattolici del pianeta.

La politica estera di Chavez ha seguito le indicazioni del suo amico e compagno di lotta Norberto Ceresole. Militante peronista appartenente alla linea montonera, Ceresole fu consigliere del governo nazionale rivoluzionario peruviano e interlocutore di Peron a Madrid, ebbe relazioni con Allende e con alcuni dirigenti della rivoluzione cubana. Membro dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, fu amico di Garaudy, Faurisson e Nolte.

La visione integrazionista di Correa si basa sull’assunto secondo cui le nazioni comprese tra il Rio Bravo e la Patagonia costituiscono un’unica “Grande Nazione Sudamericana”, diversa dalla “Comunità di Nazioni Sudamericane” patrocina da Lula.

Il Brasile ha perseguito un piano segreto per lo sviluppo di armi nucleari, in risposta al programma dell’Argentina. Oggi le capacità nucleari del Brasile, che ha due centrali elettronucleari operative e una in costruzione, sono le più avanzate in America latina. Il Brasile è la sesta nazione al mondo per riserve di uranio disponibili.

Estratto del libro Dictadores di prossima pubblicazione, nel quale sono tracciate le biografie di dieci dittatori asserviti all’imperialismo statunitense.

Col rafforzamento dello sviluppo industriale, il Brasile si è orientato sempre più verso i paesi della regione amazzonica, la cui massa demografica, nell’insieme, intorno alla prima metà degli anni Ottanta del secolo XX rappresentava un mercato di circa 87 milioni di abitanti.

I primi anni della Repubblica brasiliana sono legati alla figura di un noto diplomatico, José Maria da Silva Paranhos, barone di Rio Branco, che grazie alle sue conoscenze storiche e geografiche riesce a consolidare e ad espandere i confini del Brasile.

La lettura della stampa dei paesi membri del Mercosur conferma che questo ha delle difficoltà e un’immagine debole. Esistono alcuni fatti concreti, ma si ha l’impressione che non vengano percepiti come sufficienti, nemmeno da parte dei beneficiari.

Una strategia autenticamente sudamericana è fondamentale nel mondo globalizzato, che tende al multipolarismo ed alla creazione di spazi economici continentali. L’America latina deve essere pronta ad adottare la propria strategia, altrimenti continuerà ad essere un satellite della politica unilateralista degli USA.

L’integrazione tra Brasile ed Argentina e il loro ruolo decisivo nell’America meridionale deve essere l’obiettivo più costante e vigoroso delle strategie politiche ed economiche tanto del Brasile quanto dell’Argentina.

Secondo il programma enunciato nella sua Carta, l’OSA dopvrebbe cercare di eliminare o almeno diminuire i motivi di frizione esistenti fra le nazioni che ne fanno parte. Dovrebbe inoltre cercare di favorire la promozione di una maggior cooperazione in ambito economico e sociale fra tutti gli Stati del continente sudamericano.

L’essere assurto a nemico principale degli USA nella regione latinoamericana sembra aver dato a Chavez una maggior convinzione del suo ruolo di guida non solo nazionale. Del resto, il proposito di conferire una dimensione latinoamericana alla sua politica è insito nel suo costante riferimento a Simon Bolivar.

INTERVISTE

Maria Poumier, Juan Gabriel Labaké, Oscar Abudara Bini, Dialogo a tre voci: peronismo e geopolitica contemporanea

Maria Poumier intervista due eredi del peronismo molto noti in Argentina. Luca Bionda, Intervista a Elizaveta Valieva Elizaveta Valieva lavora come giornalista tra Mosca e Vladikavkaz (Repubblica dell’Ossezia del Nord). Aldo Braccio e Giovanni Muttoni, Variabilità climatica e genesi dell’Eurasia Aldo Braccio intervista il professor Giovanni Muttoni (Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università degli Studi di Milano).

CONTINENTI

Seconda parte di un saggio iniziato sul n. 2/2008 di “Eurasia”.

Le ragioni più immediate della necessità di alimentare il timore della presenza di un terrorismo islamico pronto a colpire in ogni parte del mondo sono anche da ricercare nell’opposizione di alcuni Paesi musulmani al progetto di globalizzazione che l’Occidente sta attuando.

Lo studio si focalizza sulle ragioni di cooperazione tra l’Unione Sovietica e l’Europa occidentale nel commercio del gas e vuole investigare queste relazioni durante la seconda metà del XX secolo attraverso tre differenti prismi: il punto di vista dell’Europa occidentale, quello sovietico e quello americano.

La Comunità degli Stati Indipendenti è stata pensata dai suoi membri come un’associazione provvisoria, dalla quale sganciarsi non appena le condizioni lo avessero permesso. Tuttavia non si è ancora assistito alla dissoluzione della CSI; anzi, essa ha inglobato le Repubbliche musulmane ed al suo interno si svolgono complesse trattative e giochi di potere tra la Russia e gli altri membri.

Tra i primi passi di Gordon Brown c’è stata l’adozione di misure rigide e drastiche contro la Russia, ufficialmente motivate dal caso criminale relativo all’uccisione di un ex cittadino russo. Nel 2008 le relazioni tra Russia e Gran Bretagna attraversano un momento difficile, anzi, si trovano ad un bivio.

DOCUMENTI E RECENSIONI

Franz Altheim, Deus Invictus. Le religioni e la fine del mondo antico, Mediterranee, Roma 2007 (Claudio Mutti)

Roberto Occhi, Che Guevara. La più completa biografia, Verdechiaro, Baiso (RE) 2007 (Claudio Mutti)

Costanzo Preve, La quarta guerra mondiale, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 2008 (Augusto Marsigliante)

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