Dopo l’indipendenza del paese nel 1991, il governo kazako ha accordato un’attenzione particolare alla creazione di un clima favorevole agli investimenti nel paese.

Questa volontà si è tradotta molto presto in una serie di misure efficaci: eliminazione delle barriere amministrative, miglioramento dell’efficacia nell’applicazione delle leggi e del sistema giudiziario, o ancora il miglioramento dell’amministrazione fiscale e doganale.

Nel 2003 la legge sugli investimenti ha previsto altre misure per la protezione degli investitori: oltre all’esonero dei diritti di dogana, gli investitori esteri che lavorano nei settori strategici si sono visti accordare uno status nazionale in Kazakhstan.

In altri termini, le imprese estere e i Kazaki hanno ora le medesime condizioni per le loro attività d’investimento.

Il Kazakhstan ha anche siglato gli Accordi sulla protezione reciproca degli investimenti con 45 paesi, tra cui la Francia e la Gran Bretagna.

Ancora più recentemente, nel 2010, il paese ha adottato il Programma nazionale di sviluppo accelerato industriale e di innovazione i cui lavori rinforzano ancora le condizioni propizie per gli investitori.

Così, secondo le notazioni della Banca Mondiale, nel corso degli ultimi due anni, il Kazakhstan era in cima ad una lista di dieci paesi che avevano registrato il maggiore progresso nel miglioramento delle condizioni favorevoli alla creazione di nuovi affari.

Questi sforzi condotti dall’amministrazione hanno sortito rapidamente dei benefici.

Stando alle cifre ufficiali, l’economia kazaka non ha cessato di crescere nel corso dell’ultimo decennio, con un PIL che è passato da 17 bilioni di dollari nel 2002 a 146,5 bilioni nel 2010.

Questo clima favorevole ha evidentemente attirato numerosi investitori e società straniere.

I pionieri in materia, d’obbligo nell’eldorado dell’oro nero, sono state all’inizio le grandi compagnie petrolifere Chevron ed Exxon che sono arrivate nei primi anni Novanta.

Perché il Kazakhstan, al sesto posto del rango mondiale in termini di riserve naturali e ricco di un suolo che contiene 99 elementi su 110 della tavola di Mendeleev, è e resterà per gli anni a venire una destinazione di prima qualità per le compagnie petrolifere ed energetiche.

Ma l’attrazione del suo mercato agli investitori esteri non si limita unicamente a questo settore.

L’adesione del paese all’Unione Doganale, con una capacità di mercato di circa 170 milioni di persone, ha aperto numerose possibilità supplementari per la riuscita di progetti di investimento.

La costruzione meccanica, l’industria del genio civile, la farmaceutica, il complesso agroalimentare, o ancora le tecnologie d’informazione e di comunicazione hanno via via assunto un peso sempre più importante in termini d’investimento.

E le strutture esteri presenti sul posto confermano questo stato di cose.

Così la Camera di Commercio Americana (AmCham), per bocca della sua direttrice esecutiva in Kazakhstan, Doris Bradbury ha dichiarato: “riguardo a ciò che vediamo giorno dopo giorno, gli investitori hanno veramente molto da fare nello sviluppo del Kazakhstan”. Aggiungendo poco dopo “che il Governo ascolta, e le relazioni con il Governo del Kazakhstan sono buone. Astana comprende l’importanza dell’investimento estero per il Kazakhstan e sa che gli investitori non vengono se non quando la prospettiva degli affari è favorevole. Il Kazakhstan ha beneficiato dell’investimento estero e dimostra rispetto per gli investitori”.

Questi propositi sono d’altronde stati rinforzati dalle recenti valutazioni internazionali.

Così il Kazakhstan è stato classificato 47° dalla Banca Mondiale nel 2012 in termini di facilità per gli affari e per la protezione degli investitori.

E per il Managed Funds Association, il Kazakhstan è di gran lunga il migliore tra i  paesi della CSI per fare affari.

 

Il Kazakhstan progredisce nelle nuove tecnologie

Il Forum Economico Mondiale (World Economic Forum) è sul punto di pubblicare l’11° edizione del suo rapporto Global information technology report.

L’obiettivo di questo rapporto è di misurare l’impatto di trasformazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sull’economia e la società in generale.

Questo riguarda 142 paesi in tutto il mondo.

L’idea è di misurare come i differenti paesi utilizzino lo sviluppo delle TIC.

A partire da questi 53 indicatori, il Forum economico mondiale calcola il posto dei paesi che si servono al meglio di queste tecnologie al fine di accrescere la produttività e la competitività dei paesi.

Se la classifica del 2012 è guidata dalla Svezia, Singapore e Finlandia, il Kazakhstan si colloca al 55° posto registrando un miglioramento di 12 posizioni rispetto all’anno precedente.

Questa evoluzione è il risultato di un lungo decennio di adozione delle TIC in tutti i settori dell’amministrazione del paese con l’adozione in particolare dell’ e-government nel 2004 “utilizzazione delle TIC da parte delle amministrazioni pubbliche volte a rendere i servizi pubblici più accessibili ai loro utenti e a migliorare il funzionamento interno” secondo Wikipedia.

 

Kazakhstan – brevi

Il Kazakhstan che è uno dei venti più grossi produttori di petrolio (1,540 Mbbls/j) al mondo dovrebbe vedere il suo mercato petrolifero aumentare di circa il 15% nel 2012.

Nel 2011, il mercato del petrolio in Kazakhstan si attestava a 3,7 miliardi di dollari, il 12% in più rispetto al 2010.

Questa crescita regolare è legata allo sviluppo e all’approvazione dei nuovi progetti dei due giganti kazaki, Tengizchevroil e Karachaganak.

Nel momento in cui i negoziati nucleari tra l’Iran e le potenze del gruppo 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) si sono completate con una nota molto positiva, il Kazakhstan, per bocca del suo Ministro degli Esteri Yerzhan Kazykhanov sostiene il perseguimento del dialogo tra i sei paesi negoziatori e l’Iran: “per ciò che concerne la situazione in Iran, noi difendiamo la pace e la diplomazia come metodo di regolamento della crisi. Teheran deve prendere determinate misure per rinforzare la fiducia della Comunità internazionale in relazione all’utilizzo civile del suo nucleare.”

Questo intervento ha avuto luogo qualche giorno dopo che il Presidente kazako Nursultan Nazarbayev aveva riconosciuto il diritto dell’Iran di utilizzare l’energia  atomica a fini civili.

 

Lettre Eurasiatique de Stratégie et d’Intelligence Economique, n° 2 – 1 maggio 2012.

 

(Trad. di S. Vernole)


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