REPUBBLICA DELLA KRAJINA SERBA – GOVERNO IN ESILIO

11080 Zemun, Magistarski trg 3

No. 1093/09, 13 ottobre 2009

AI PRESIDENTI DI:

Repubblica di Serbia – S.E. Boris Tadic
Repubblica di Grecia – S.E. Karolos Papoulias
Repubblica di Cipro – S.E. Demetris Christofias
Repubblica di Macedonia – S.E. Djordje Ivanov
Repubblica Serba di Bosnia – S.E. Rajko Kuzmanovic
Repubblica di Montenegro – S.E. Filip Vujanovic

OGGETTO: Violazione dei diritti delle minoranze nazionali nella Repubblica di Albania

Eccellenze,

tenendo a mente gli sforzi dell’Europa per superare i postumi della Guerra Fredda ed eliminare le conseguenze delle divisioni europee risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, noi vorremmo cogliere quest’opportunità per ricordarvi le questioni dei diritti delle minoranze nazionali che gravano i Balcani, più che ogni altra regione europea. Tali contrasti destabilizzano certamente le relazioni interstatuali ed ostacolano una possibile adesione all’UE dei paesi balcanici. La conseguenza negativa più evidente di siffatte questioni è l’universalmente nota questione della minoranza nazionale albanese nella Repubblica di Serbia che ha avuto i seguenti risultati:

-è stata la causa dell’aggressione della NATO alla Serbia e Montenegro nel 1999;

-le relazioni internazionali globali sono state gravate dall’obbligo dei Paesi membri dell’ONU di esprimersi riguardo il riconoscimento della dichiarazione incostituzionale ed illegale di uno Stato albanese in Kosovo e Metohija;

-l’attività del Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stata paralizzata poiché Russia e Cina sono pronte a porre il veto riguardo la proposta americana di secessione del Kosovo e Metohija dalla Repubblica di Serbia.

Eccellenze,

noi vorremmo ricordarvi che il problema delle minoranze nazionali nei Balcani non è stato affrontato in maniera equanime per ogni paese coinvolto e per ogni minoranza nazionale interessata. I Balcani ed altri paesi europei sono in una posizione giuridica disperata perché la Repubblica di Albania non è in alcun modo costretta a garantire i diritti individuali e nazionali ai Greci, Macedoni e Serbi che vivono entro i suoi confini – ai Serbi in Albania, in particolare, giacché sono suddivisi in Serbi Ortodossi, Serbi Cattolici e Serbi Musulmani. Il numero di questi cittadini non è stato mai reso noto in Albania, ma quel che è certo è che Greci, Macedoni e Serbi assieme costituiscono una percentuale della popolazione maggiore rispetto a quella degli Albanesi del Kosovo rispetto alla popolazione totale della Serbia. Se il metodo imposto in Kosovo e Metohija dagli Stati Uniti venisse applicato in Albania, tali minoranze potrebbero chiedere la secessione dei loro territori dalla Repubblica di Albania.

Eccellenze,

con nostra sorpresa, lo status delle minoranze nazionali nella Repubblica di Albania non è mai stato discusso da One, UE, OCSE, Movimento dei Non Allineati… Nessun Paese balcanico ha sollevato la questione, nonostante i rappresentanti di Greci, Macedoni e Serbi abbiano subito tremende pressioni in Albania fin dal 1945. Costoro hanno patito intimidazioni palesi per tutta l’epoca comunista:

-rappresentanti di queste nazionalità vennero arrestati, ingiustamente processati, rimossi da importanti posizioni e spesso giustiziati;

-a Greci, Macedoni e Serbi fu negato il diritto di parlare le proprie lingue;

-non fu concesso loro di avere scuole, libri d’istruzione e giornali o programmi televisivi e radiofonici nelle loro lingue;

-parecchi dovettero dare nomi albanesi ai propri figli e rinunciare alla propria nazionalità;

-le storie di questi tre popoli vennero falsificate e cose che fecero i loro antenati vennero attribuite alla nazione albanese. Ad esempio, il nobile serbo medievale e ribelle contro l’occupazione turca, Djuradj Kastriotic – Skenderbeg venne spacciato per albanese.

Eccellenze,

ancor oggi Greci, Macedoni e Serbi non possono esercitare i loro diritti personali e nazionali nella Repubblica di Albania, il ché significa che i parametri europei sono violati. Le autorità albanesi hanno approvato l’apertura di scuole greche e macedoni, che è solo il primo passo nel riconoscimento dei diritti delle minoranze nazionali. Ma non c’è assolutamente segnale di intraprendere questo passo anche nei confronti della minoranza nazionale serba, la quale è rappresentata da Cristiani Ortodossi, Cattolici e Musulmani. Il Governo della Repubblica Serba di Bosnia vorrebbe perciò proporre che intensifichiate le vostre relazioni bilaterali con l’Albania, attraverso l’ONU ed altre organizzazioni internazionali, ed obblighiate la Repubblica di Albania ad applicare lo stesso principio nel caso dei Serbi di Albania. Sarebbe una cosa naturale che la Repubblica di Albania desse alle sue minoranze nazionali (Greci, Macedoni e Serbi) i diritti che vengono goduti dagli Albanesi risiedenti in Serbia, Macedonia e Grecia. Un tale passo da parte vostra rimuoverebbe automaticamente i conflitti esistenti fra Paesi e nazioni in Europa, e sarebbe un modello per risolvere le istanze delle minoranze nazionali e delle comunità religiose negli stati balcanici. Stabilizzerebbe di certo le relazioni interstatuali in Europa e rimuoverebbe le riserve che crescono in tutto il mondo nei confronti degli Stati Uniti. In maniera abbastanza sorprendente, gli USA tentano di fornire il territorio di uno Stato agli Albanesi del Kosovo, ma ciò non costituisce affatto un precedente per dare gli stessi diritti ai Serbi in Albania, vale a dire:

-scuole e università nella lingua madre;

-costituzione di partiti politici serbi;

-pubblicare libri e giornali, aprire TV e stazioni radio in lingua serba;

-usare simboli nazionali serbi, bandiere, stemmi, etc.

Eccellenze,

io spero che ci comprenderete e che le nostre proposte saranno accolte dalla comunità internazionale. Le nostre proposte parlano nello spirito di quei tanto spesso ricordati parametri europei che assicurano democrazia ed eguaglianza per tutti. Noi siamo convinti che le nostre richieste nei confronti della Repubblica di Albania ricorderanno agli statisti europei di come la Repubblica di Croazia abbia violato tutti i diritti della nazionalità serba che viveva in Croazia. Croazia, che era in precedenza fondata su due nazionalità costituenti (uno stato di Serbi e Croati), divenne uno stato monoetnico nel 1990, quando il suo Parlamento abolì i diritti della nazionalità serba costituente e la relegò a minoranza nazionale. Dopodiché, l’esercito croato invase la Repubblica della Krajina Serba (una zona protetta dall’ONU), espulse il popolo serbo e confiscò tutti i beni mobili ed immobili serbi.

Eccellenze,

considerando che le vostre autorità rifiutano di collaborare con i rappresentanti del popolo serbo in esilio dalla Repubblica della Krajina Serba, questa lettera può essere considerata una lettera aperta.

Milorad Buha, Primo Ministro

Rajko Lazaic, Presidente del Parlamento

(Traduzione a cura di Lorenzo Salimbeni)


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