Repubblica Serba di Krajina GOVERNO IN ESILIO
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Numero. 1115/09 – 9. 11. 2009.
La caduta del muro ha provocato le guerre civili nella Jugoslavia

Il governo della Repubblica Serba di Krajina in esilio è onorato di accogliere i rappresentanti diplomatici e consolari della Repubblica di Serbia e di ricordare loro le 35 note – con le menzogne che sono state diffuse nei paesi dell’Europa occidentale e negli Stati Uniti riguardo ai Serbi ed ai territori serbi. Il governo della Repubblica Serba di Krajina osserva che in questo tipo di note – dal 28 Giugno 2007, a partire dalla Nota 432/07, che continua tutt’oggi, perché la NATO e l’UE, assieme al Vaticano, continuano ad essere disonorevoli riguardo ai serbi ortodossi. Questa politica è contraria alle norme delle Nazioni Unite in materia di diritti civili. Il governo di Krajina segnala ai rappresentanti diplomatici consolari della Repubblica di Serbia, che il 20° anniversario del crollo del muro di Berlino [1989] e la riunificazione dei territori di lingua tedesca, che è stato celebrato come una vittoria della democrazia e fine della guerra fredda. Questo non è vero. Ai leader politici, agli intellettuali e ai giornalisti deve essere ribadito che l’unificazione della Germania fu uno dei principali fattori che ha contribuito all’escalation della guerra civile in Jugoslavia, dal 1991 al 1995, e ha causato la campagna terroristica della NATO  contro la Serbia e il Montenegro, nel 1999.

Il ministro degli affari esteri tedesco, Hans Dietrich Genscher, è stato uno dei maggiori promotori della disgregazione della federazione jugoslava. Ha trattato [per conto degli Stati Uniti e del Vaticano] con le nazioni della Comunità europea, costringendole a partecipare attivamente, a fianco della Germania, all’organizzazione e all’armamento delle forze separatiste di Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo.

La disintegrazione della Jugoslavia è stato un crimine che ha portato al genocidio e alla pulizia etnica dei serbi cristiano-ortodossi. Le forze separatiste croate, istigate dal, e con il sostegno di, Germania, Stati Uniti e Comunità europea, hanno iniziato ad espellere i serbi dalle città croate. Ciò ha portato (nel 1995) alla messa al bando definitiva della comunità serba dal territorio serbo della Repubblica Serba di Krajina, che era una zona protetta delle Nazioni Unite.

L’esercito della Repubblica di Croazia espulse tra 500.000 e 800.000 serbi. La proprietà privata serba finì nelle mani del governo croato e dei membri della nazione croata. Questo non è democratico ed è seriamente contrario alle leggi internazionali in materia di proprietà privata.

Il governo della Repubblica Serba di Krajina chiede ai rappresentanti diplomatici consolari della Repubblica di Serbia di notificare alle loro istituzioni che la sottrazione della proprietà serba deve essere confrontata con il destino delle proprietà ebraiche durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il partito nazional-socialista del Adolf Hitler governava la Germania. Il parallelo tra il destino dei serbi e degli ebrei è stato notato dagli artisti croati, che hanno composto una canzone molto popolare in Croazia, che glorifica la Germania, perché la Germania ha permesso alla Croazia di ottenere la proprietà dei serbi espulsi. Questa canzone si chiama: Thank You Germany o Danke Deutschland.

Il governo della Repubblica Serba di Krajina ricorda che il crollo del muro di Berlino ha causato cambiamenti terribili. Le forze militari e i poteri tedeschi non potevano essere inviati al di fuori dei confini della Germania [in base alle decisioni prese dagli Alleati dopo la Seconda Guerra Mondiale]. È un dato di fatto, l’esercito tedesco (in quanto membro della NATO) ha demolito fabbriche, edifici, infrastrutture, ospedali, scuole e parti del settore agricolo serbi nel 1999, quando anche un paio di migliaia di civili serbi [compresi bambini molto piccoli] furono assassinati.

Il governo della Repubblica Serba di Krajina sta approfittando di questa occasione per mostrare il massimo rispetto verso le rappresentanze diplomatiche e consolari della Repubblica di Serbia.

I rappresentanti diplomatico-consolari, Belgrado

Traduzione di Alessandro Lattanzio
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