Stando al “London Telegraph”, un appartamento nel blocco residenziale di Dandong, la più grande città cinese sul confine sino-coreano, è stato chiuso dalle autorità cinesi lo scorso mese di marzo. Quell’appartamento è stato definito come un “nodo chiave finanziario nell’apparato delle armi di distruzione di massa della Corea del Nord”. Alcuni organi di informazione sono quasi sicuri che tutto ciò mostri come la Cina non può tollerare ancora a lungo le iniziative belliche della Corea del Nord. Il governo di Pyongyang ha ripetutamente rivendicato iniziative di guerra di recente. In quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e principale vicino della Corea del Nord, le iniziative intraprese dalla Cina nel merito della questione attireranno l’attenzione mondiale, soprattutto dal momento che Pechino ha recentemente imposto alcune sanzioni ai danni della Corea del Nord per punire le sue crescenti azioni ostili verso la Cina e altre iniziative attuate dopo che il leader nordcoreano Kim Jong-un ha assunto il suo incarico, che potrebbero minacciare la pace nella Penisola Coreana.

Pechino ha votato a favore delle sanzioni ONU a marzo, e ha già controllato con solerzia le banche illegali della Corea del Nord in Cina. La Cina ha le sue difficoltà nella risoluzione della questione nordcoreana. Gli Stati Uniti e i loro alleati militari hanno intensificato il loro impiego strategico attorno alla penisola. Tale dispiegamento militare esercita un enorme impatto negativo sugli interessi della Cina in relazione ai temi della sicurezza. Tuttavia, la Cina non può accusare gli Stati Uniti per queste azioni di impiego geostrategico perché, secondo gli Stati Uniti, queste contromisure sono indirizzate contro la Corea del Nord. La Cina dovrebbe dunque redarguire la Corea del Nord per aver messo a rischio la stabilità regionale. Ma la Cina non può interrompere definitivamente il suo sostegno militare alla Corea del Nord come l’Occidente vorrebbe convincerla a fare.

In breve, non possiamo brutalmente “abbandonare” la Corea del Nord. Al di là della natura del regime politico in Corea, la Cina avrà sempre suoi interessi nella penisola in merito ai temi della sicurezza. Pechino ha già riadattato le sue politiche verso la Corea del Nord. Colpendo le sue azioni ostili, che hanno minacciato la pace nella penisola, la Cina ha stabilito avvertimenti e ammonimenti. Le relazioni diplomatiche tra Pechino e Pyongyang hanno raggiunto il loro livello più basso dal 1953. Tuttavia, questo non significa che la Cina vuole abbandonare del tutto la Corea del Nord. Essa non deve considerarsi come uno Stato satellite della Cina. Non è per tanto possibile “abbandonarla”. L’ammonimento e il sanzionamento cinesi contro il vicino sono finalizzati a preservare gli interessi della nostra stessa sicurezza.

In precedenza, la Cina si è sempre dimostrata amichevole nei confronti della Corea del Nord, ricevendo soltanto risposte positive. Il problema odierno è costituto dal fatto che da quando Kim Jong-un è salito al potere, la Cina ha ricevuto dal suo vicino quasi nessuna risposta positiva. Ma anche di fronte a questo, non possiamo trarre la conclusione in base alla quale l’amministrazione di Kim Jong-un non risponderà mai positivamente alla Cina.

Tuttavia, la scelta di non abbandonare la Corea del Nord non può essere ricondotta ad un riconoscimento cinese dello status nucleare della Corea del Nord. La denuclearizzazione è sempre stata uno dei principi della Cina sulla questione nordcoreana. Nessun Paese crede che la Corea del Nord voglia perseguire la pace costruendo un arsenale nucleare. Alcuni analisti hanno avanzato l’ipotesi secondo la quale se la Cina non ammettesse lo status di nazione nucleare della Corea del Nord e non venisse incontro alle richieste nordcoreane, e Washington poi dovesse inviare segnali di apertura a Pyongyang, una Corea del Nord in possesso di armi nucleari potrebbe esercitare una pressione sulla Cina per ritorsione.

Per quanto mi riguarda, c’è soltanto una possibilità. La sfiducia della Corea del Nord nei confronti degli Stati Uniti è profondamente risaputa, esattamente come la sua dipendenza dalla Cina. Se il regime di Pyongyang chiudesse del tutto le sue relazioni diplomatiche con la Cina e si rivolgesse agli Stati Uniti, sarà continuamente in allarme in relazione alla futura integrità del suo regime. Ad ogni modo, una tale situazione potrebbe realizzarsi sul piano strettamente strategico. La Corea del Nord è stata a lungo un attore in gioco nel confronto tra la Cina e gli Stati Uniti. Possiamo prendere in conto questa possibilità, ma sarà opportuno non preoccuparsi più di tanto a questo proposito.

 

L’articolo è stato compilato dalla redattrice del “Global Times” Shu Meng sulla base di un’intervista a Shi Yinhong, direttore del Centro di Studi Statunitensi presso l’Università Renmin di Pechino.

 

FONTE

Shu Meng, North Korea testing limits of tolerance, “Global Times” del 6/5/2013, p. 11


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