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XI – Il risveglio dell’America indiolatina

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L’integrazione del Sudamerica è un antico progetto che ha sempre stentato a realizzarsi a causa, soprattutto, delle ingerenze extracontinentali e degli egoismi delle oligarchie locali. Le nuove infrastrutture bioceaniche, la nazionalizzazione delle risorse strategiche e un’equa ridistribuzione delle ricchezze nazionali sono gli elementi che faranno del grande spazio sudamericano una vera unità geopolitica ed un protagonista del nuovo ordine multipolare.

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DOSSARIO: IL RISVEGLIO DELL’AMERICA INDIOLATINA

Dati essenziali sull’America Centrale e Meridionale: statistiche e indicatori sociali, risorse energetiche e produttive, storia economico-finanziaria, emergenze e attualità.

Il significato metapolitico dell’idea di katéchon lo scorgiamo nell’idea di “grande spazio”, ma solo su quello che si costruisce su un arcano, vale a dire per la realizzazione di una “grande politica”. Ciò che è grande nasce grande, afferma Heidegger, e un grande spazio sudamericano deve nascere grande, cominciando dall’alleanza tra Brasile ed Argentina, i due grandi, fino a costituirsi in un rombo che racchiuda il heartland sudamericano, per estendersi poi a tutta l’America del Sud.

Gli oceani Atlantico e Pacifico non isolano più il continente; se mai, lo legano all’Europa, all’Africa ed all’Asia con i lacci della storia, dei comuni interessi economici e della comune esperienza coloniale. Forse per la prima volta in cinque secoli la gente delle “Indie” si sta emancipando da una sequela di conquistatori per scegliere liberamente il proprio destino.

Quasi tutte le iniziative di integrazione regionale stanno per esser messe in atto. Riuscirà Correa a realizzare i suoi obiettivi? Potrà promuovere la costruzione dell’unità e dello sviluppo dell’Ecuador e delle nazioni dell’America Latina?

Nella sua ricerca sulla versione geopolitica della struttura di pace sudamericana, l’Autore mostra l’interazione di scacchiere, aree di instabilità e Stati cuscinetto, del passaggio del Brasile dall’imperialismo all’integrazionismo, della connessione fra integrazione regionale e risoluzione delle dispute territoriali.

Se esiste una costante che definisce l’esistenza dell’America Latina, è l’isolamento. Il suo isolamento è essenziale, o invece obbedisce al proposito egemonico di qualche potenza? È dovuto all’incapacità dei suoi popoli di percepirsi come partecipi degli eventi mondiali? È l’effetto della religiosità? È dovuto all’incapacità degli americani di capire che la distanza geografica ha cessato di separare? Tutta una serie di eventi recenti costringe gli americani ad affrontare la realtà: essi esistono in quanto parte della complessa intelatura mondiale.

L’immagine del mondo indioamericano variamente riflessa nella letteratura europea:  Miramar di Giosue Carducci, The Plumed Serpent di David Herbert Lawrence, L’homme à cheval di Pierre Drieu La Rochelle.

Sebbene non abbia mai prodotto armi nucleari e non ne abbia mai possedute, tuttavia fra gli anni Sessanta e i primi anni Novanta l’Argentina perseguì clandestinamente la realizzazione di un ampio programma per l’energia nucleare e per l’armamento nucleare. 

Hegel affermò, prima di morire, che l’America sarebbe stata la terra del futuro, prevedendo altresì una futura contesa fra l’America del Nord e quella del Sud. Lo scontro è virtualmente già iniziato, come dimostra soprattutto la crescente contraddizione tra gl’interesse del Mercosur e gli sforzi profusi dagli USA per incorporare il Sudamerica nella loro sfera d’influenza tramite l’ALCA.

Nella misura in cui si riuscirà ad articolare i rapporti bilaterali tra l’Argentina e il Brasile circa un Mercosur concepito come un insieme minimo di regole del gioco, vi potrà essere un nocciolo duro di governabilità dello spazio sudamericano. L’intensità dei rapporti tra l’Argentina e il Brasile, che sono dinamici e non escludenti, richiede strutture istituzionali che rispondano a criteri di prevedibilità nel comportamento degli associati e di flessibilità negli strumenti di cui si fa uso.

Per gli Argentini è giunto il tempo di discutere del loro futuro prossimo, che potrà vederli come membri d’una grande unità bioceanica integrata, dotata di ingenti risorse e capace di consentire importanti spazi di manovra nei confronti del mondo nuovo che si sta profilando, oppure ripetere la storia che portò l’Argentina a seguire le tesi e i disegni della potenza egemonica.

È con ammirato stupore che si assiste all’ascesa dell’America Latina. Molti paesi latinoamericani sembrano rinascere in una dinamica di emancipazione dalla tutela statunitense e in un impeto indigenista che si presume originato dalle popolazioni autoctone.  L’America Latina dà all’Europa lezioni di metodo per ritrovare coesione e slancio.

Sviluppando una serie di riflessioni storiche, politiche e geopolitiche basate sulla biografia di Ernesto Che Guevara e sui suoi scritti, l’Autore ne prolunga idealmente il messaggio politico e militare.

Il denominatore comune dei governio di Chavez, Morales e, in minore misura, di Lula e Kirchner è il ritorno ad un neoprotezionismo flessibile che chiude all’indiscriminata globalizzazione finanziaria, ma rafforza con decisione l’integrazione regionale.

Benché si trovi dall’altra parte dell’Atlantico, quindi lontano dai grandi centri culturali dell’Europa, il Brasile è stato uno dei primi paesi al mondo che si sono interessati agli studi geopolitici. Probabilmente la spiegazione di questo fatto può essere data da uno sguardo alla carta geografica del Sudamerica edd alle caratteristiche geografiche brasiliane.

INTERVISTE

Tiberio Graziani, Intervista a Gianfranco La Grassa, economista

Federico Roberti, Intervista a Carlo Bertani, scrittore

Maria Poumier, Intervista Oscar Abudara Bini, psichiatra e cineasta

Daniele Scalea, Intervista a Noam Chomsky, linguista

Jean-Louis Duvigneau, Intervista a Jesus Arnaldo Perez, ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Francia

Enrico Galoppini, Intervista a Massimo Campanini, studioso del pensiero politico islamico contemporaneo

CONTINENTI

La prima parte di questo articolo è apparsa sul n. 2/2007 di “Eurasia”.

La prima parte di questo articolo è apparsa sul n. 2/2007 di “Eurasia”.

Le elezioni dell’estate 2007 sono state un referendum sul modello proposto dal Partito della Giustizia e dello Sviluppo. Col voto favorevole al PGS, la maggior parte della popolazione turca ha manifesatto la sua volontà di vivere nel quadro del modello proposto da Erdogan.

La prima parte di questo articolo è apparsa sul n. 2/2007 di “Eurasia”.

DOCUMENTI E RECENSIONI

Domenico Losurdo, Il linguaggio dell’Impero. Lessico dell’ideologia americana (Claudio Mutti)

Elisa Giunchi, Afghanistan. Storia e società nel cuore dell’Asia; Emanuele Giordana, Afghanistan. Il crocevia della guerra alle porte dell’Asia (Claudio Mutti)

Paolo Affatato e Emanuele Giordana (a cura di), A oriente del Profeta (Enrico Galoppini)

Luis Nieves Falcón (a cura di), Violation of human rights in Puerto Rico by the United States. Violación de los derechos humanos en Puerto Rico por los Estados Unidos (Daniele Scalea)

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