Fonte: Strategic Culture Foundation http://en.fondsk.ru/print.php?id=2760 11.02.2010

Il 5 febbraio 2010, il Presidente della Russia, Dmitry Medvedev, ha messo la sua firma al testo della nuova dottrina militare del paese. Questo documento ha causato molta preoccupazione tra gli esperti, negli ultimi mesi. La sua ratifica è stata rinviata un paio di volte e Nikolai Patrushev, capo del Consiglio di Sicurezza, ha lamentato lievi problemi tecnici per il ritardo.

Previsioni formulate dai media, nel dicembre scorso, suonavano cupe: alcune fonti, per esempio, citavano il Gen. Mahmout Gareyev, Presidente dell’Accademia delle Scienze Militari, che avrebbe detto che la ratifica della dottrina militare avrebbe avuto luogo dopo che Russia e Stati Uniti avessero firmato il nuovo trattato per la riduzione degli armamenti strategici. Ma secondo recenti rapporti, i due paesi saranno pronti per raggiungere l’accordo, non prima della metà dell’anno. In realtà, tali previsioni non suonavano convincenti: non è saggio fare un parallelo tra una dottrina e un accordo strategico internazionale.

A partire da oggi, tutte le domande sono state rimosse. La dottrina militare, che copre i prossimi 10 anni, è stato firmata. A differenza delle versioni del 1993 e del 2000, questo documento avvia alcuni cambiamenti strutturali. Esso contiene le definizioni di sicurezza militare, minacce militari di guerre locali, regionali e su vasta scala e della struttura militare dello stato. Un capitolo a parte è dedicato ai pericoli interni ed esterni, alle minacce militari e a probabili conflitti cui il nostro paese può, ancora una volta, essere coinvolto. In cima alla lista delle minacce, troviamo la NATO che cerca di svolgere un ruolo globale, nonostante l’evidente violazione della normativa internazionale, e l’espansione dell’alleanza verso est, fino ai confini russi. Segue la difesa anti-missile Usa, che mina la stabilità globale, l’attuale equilibrio di potere in campo nucleare, e accelera la militarizzazione dello spazio.

La dottrina si concentra anche sull’utilizzo di nuove armi nelle campagne militari: laser ad alta precisione o armi a raggi infrarossi, anche aerei e veicoli autonomi subacquei senza equipaggio. A quanto pare, la Russia vede come suo compito prima di tutto evitare un conflitto, nucleare e qualsiasi altro tipo. Si sottolinea che l’impiego di truppe per, respingere l’aggressione contro la Russia o i suoi alleati, o effettuare operazioni di mantenimento della pace, avviate dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, è legittimo. Compiti che possono essere assegnati all’esercito, in tempo di pace, sono anch’essi inclusi nella lista. A differenza della dottrina del 2000, la nuova determina i mezzi per garantire la difesa militare ed economica del paese. Moderne attrezzature per l’esercito e altri tipi di truppe, sono considerate come basi finanziarie di cui hanno bisogno. In considerazione di ciò, la situazione nel settore della difesa nazionale è considerata una priorità. Tuttavia, non c’è nulla di rivoluzionario in tutto questo.

È notevole il fatto che la disposizione riguardante l’uso delle armi nucleari in Russia, scompare dalla dottrina, all’ultimo momento. Questa disposizione fa si che, essendo uno stato nucleare, la Russia ha riconquistato il suo diritto alla deterrenza nucleare. Insieme con la dottrina militare, il signor Medvedev ha approvato ”I principi della politica statale sulla deterrenza nucleare fino al 2020”. Anche se questo documento contiene informazioni classificate, non si occupa molto di esse, in realtà: l’uso delle armi nucleari dipende dalla situazione e dalle intenzioni del possibile nemico, e un attacco non è escluso nel caso in cui la sicurezza nazionale sia a rischio. Con il tempo, la dottrina avrebbe dovuto essere approvata, ma questa disposizione è stata rimossa: ora anche un attacco preventivo non è consentito in nessun caso. Il paese può usare le armi nucleari solo in un attacco di rappresaglia. In realtà, questo impegno proviene direttamente dalla dottrina militare sovietica, anche se naturalmente la situazione nelle forze strategiche nucleari in Russia, è cambiata drasticamente nel corso degli ultimi 10 anni. Ma alcuni rapporti sono ancora fuorvianti, quando affermano che la Russia ha il diritto di effettuare un attacco preventivo.

Bene, se il testo della nuova dottrina militare non dice nulla circa un attacco preventivo, vuol dire che, quando le parti opposte non scendono a compromessi, quelli che sono dalla parte delle lievi norme della difesa della Russia, vincono automaticamente? Al giorno d’oggi, quando nessuno degli stati nucleari, ad eccezione della Russia e degli Stati Uniti, partecipa alla riduzione delle armi nucleari, e quando decine di nuovi paesi sono liberi di sviluppare l’energia nucleare, la Russia corre enormi rischi concentrandosi sul mondo non-nucleare. In queste circostanze, un mondo non-nucleare significherebbe un passo indietro dell’epoca pre-nucleare, quando le guerre su grande scala erano reali, ma con la Russia che non possiede armi nucleari, per impedire i conflitti.

Alcuni giornalisti hanno citato il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, che lo scorso ottobre ha affermato che gli Stati Uniti avrebbero abbandonato gli attacchi nucleari preventivi. Ma questa citazione non l’ha fatta, perché ogni paese si preoccupa della sua sicurezza nazionale, basandosi sulle sue percezioni della difesa nazionale. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che oggi, Washington, è già in possesso di più testate nucleari ed nucleari non armi ad alta precisione, della Russia.

Il segretario della NATO, Anders Fogh Rasmussen, è stato forse anche troppo veloce nel commentare il dibattito sulla nuova dottrina militare della Russia. Durante un’intervista con la Reuters, a margine della conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera, la scorsa settimana, il signor Rasmussen ha descritto la dottrina come ‘non oggettiva’ e che ‘mina i tentativi di migliorare le relazioni tra la Russia e la NATO’. ”La NATO non è una minaccia alla Russia, non è sua nemica”, ha detto Rasmussen al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, prima della conferenza di Monaco di Baviera. Il capo della NATO non sembra preoccuparsi del fatto che, il giorno prima che il testo della nuova dottrina fosse pubblicato, la Romania ha confermato la sua decisione a ospitare i missili intercettori Usa sul suo territorio, mentre la Polonia ha detto che sarebbe favorevole a una base missilistica degli Stati Uniti. Del tutto inaspettati (o, forse, al contrario previsti?) risultati del reset nelle relazioni Russia-USA.

Parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, il signor Lavrov ha sottolineato che l’Occidente ignora ancora la questione dell’indivisibilità della sicurezza e dell’iniziativa di Mosca per realizzare un nuovo trattato di sicurezza europea, che potrebbe fungere da meccanismo per risolvere i conflitti internazionali più complessi.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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