Oggi 29 novembre 2011 la televisione satellitare russa in lingua inglese RT ha trasmesso un servizio dal titolo “Eastern Promise”, all’interno del quale sono stati proposti gl’interventi d’alcuni esperti, tra cui quello di Tiberio Graziani, presidente dell’IsAG e direttore di “Eurasia”. Proponiamo di seguito il video del servizio, concernente i possibili investimenti strategici dei BRICS in Europa, e la traduzione della sintesi pubblicata da RT sul proprio sito.

 

Mentre le economie occidentali annaspano, l’Oriente ha visto una rapida crescita finanziaria. La presenza della Cina in Europa si può sentire più che mai, con Pechino intenta a fare investimenti strategici, sebbene sia ancora cauta sull’opportunità di comprare il debito del continente.
Con l’attuale turbolenza economica, non c’è momento migliore per paesi come la Cina per strappare accordi come quello per la recente acquisizione del noto marchio italiano della moda “Cerruti” da parte d’un venditore di vestiti di lusso cinese, proprietà del gruppo commerciale d’Hong Kong “Li&Fung”.
“La Cina è interessata ad investire in Italia, e nei paesi europei in generale. Credo sia una buona opportunità”, dichiara Tiberio Graziani, analista della rivista trimestrale “Eurasia. Rivista di Studi Geopolitici”.
Non c’è solo la Cina a fare affari: per i paesi la cui economia gira bene, comprare i patrimoni europei è un ottimo investimento. Mentre l’Occidente annaspa, è il gruppo emergente BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) a portarsi in testa.
“Questo può essere il momento a cui si guarderà indietro e si dirà: ecco quando i mercati emergenti ebbero la loro opportunità d’essere attori più grossi, e potenze più grosse nel mondo”, crede il cronista economico del “Wall Street Journal” Sudeep Reddy.
Ma se gli affari cinesi danno prova di grande competizione, la Cina ha mostrato cautela quando si è trattato d’acquistare il debito europeo. Vuole piuttosto partecipare in grandi progetti infrastrutturali in Europa e negli USA – e non solo come appaltatore, ma anche investitore, sviluppatore ed operatore. Così ha sostenuto Lou Jiwei, dirigente del fondo sovrano cinese, in un articolo domenicale sul “Financial Times”.
“Al CIC – ha argomentato – crediamo che un simile investimento, guidato dai principi commerciali, offra l’opportunità d’una soluzione vantaggiosa per tutta”.
Liu Baocheng, professore all’Università degli Affari ed Economia Internazionali, afferma che la Cina non pomperà denaro alla cieca nelle economie in difficoltà, senza avere parola su come saranno utilizzati.
“La Cina dovrebbe vederlo come un investimento, non un aiuto finanziario. L’investimento dovrebbe indirizzarsi verso i cespiti di valore, per aiutare le industrie, piuttosto che funzionare da assegno in bianco”.
Al crescere degl’investimenti cinesi nelle compagnie ed infrastrutture occidentali, crescono anche il controllo e l’influenza della Cina, non solo nella moda, ma nell’intera economia europea. Una delegazione di mercanti ed investitori cinesi visiterà l’Europa il prossimo anno: sono estremamente probabili ulteriori investimenti.
“L’aggregazione geoeconomica che chiamiamo BRICS può essere un interlocutore molto interessante per superare l’attuale crisi finanziaria”, si augura Tiberio Graziani.
Mentre la crisi continua a riarrangiare le avanguardie economie sulla scena economica, le economie emergenti come la Cina cercano di mantenersi saldamente sotto il riflettore.


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