Una delle modalità con cui il Presidente del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev, è solito rivolgersi alla nazione è quella di pronunciare dei discorsi. Lo ha fatto in occasione di numerose circostanze nevralgiche per la vita politica del Paese, offrendo lo spunto per dibattiti e confronti di carattere politico, storico, economico e sociale che ci offrono una cifra del dinamismo e della vitalità presente nel Paese centrasiatico. Oltre che, del suo pragmatismo capace di confrontarsi con i ritmi delle sfide imposte dalla modernità. Quindi dell’utilizzo degli strumenti di una democrazia giovane ma consolidata ed avvezza ad affrontare con determinazione le intemperie affacciantisi sugli orizzonti degli scenari internazionali.

Il Presidente kazako Nursultan Nazarbayev, il 25 gennaio scorso, ha rivolto uno speciale messaggio televisivo alla nazione. Messaggio che verteva sulla ridistribuzione delle competenze tra enti governativi, comportante, tra le altre misure, l’emendamento della Costituzione.

Un gesto audace e munifico, indice di grande apertura e trasparenza che, evoca due momenti salienti della recente storia del Paese:

Da una parte, il periodo della Presidenza dell’OSCE, nel 2010, allorché la trasparenza divenne una delle voci fondamentali di quel motto governativo delle «quattro T» : Trust TraditionTransparencyTollerance, onde designare uno dei principi sui quali fondare la piattaforma delle priorità valoriali per l’immediato futuro del Paese.

Dall’altra la “storica lezione di democrazia”, impartita dallo stesso Presidente, il 3 aprile 2011, allorché in seguito alla rinuncia della proposta, avanzata al Parlamento, di indire un referendum per accrescere i termini del suo mandato presidenziale sino al 2020, rigettò l’offerta di una “Presidenza a vita” preferendo la scelta di sottomettersi al giudizio degli elettori un mese più avanti.

Un gesto gradito dall’elettorato che ribadì il suo mandato in maniera ancor maggiormente plebiscitaria rispetto alle precedenti elezioni.

 

Fra i punti salienti del recente messaggio:

 

“La prossima riforma sarà basata sui principi del nostro sviluppo così come, in generale, a quelli di uno sviluppo in linea con i principi la modernità” [1].

In sostanza il Presidente intende delegare alcuni poteri al Parlamento e al Governo, dichiarando che “la separazione verticale del potere ci è stata necessaria nella fase del superamento delle enormi difficoltà connesse con lo State Building[2].

La riforma è finalizzata a migliorare l’efficienza degli organismi della pubblica amministrazione attraverso una radicale redistribuzione del potere e una democratizzazione del sistema politico nel suo insieme.

“Sulla scorta di queste nuove condizioni i settori prioritari di competenza presidenziale riguarderanno le funzioni strategiche nonché un ruolo direttivo supremo per quanto riguarda i rapporti fra gli organismi governativi. Quindi, il capo dello Stato si concentrerà sulle questioni inerenti alla politica estera, alla sicurezza nazionale e alla difesa” [3].

Il ruolo del Governo e del Parlamento saranno notevolmente ampliati. La conversione – secondo il Presidente kazako – sarà portata avanti in due settori chiave.

In primo luogo, una parte significativa delle funzioni presidenziali sulla regolamentazione dei processi sociali ed economici sarà devoluta al Governo e agli altri organi esecutivi. In secondo luogo, le relazioni tra i diversi organismi dovranno essere valutate a livello costituzionale.

Nazarbayev ha proposto di rafforzare il ruolo del Parlamento in termini di influenza sul Governo.

“È importante rafforzare il ruolo del Parlamento nella formazione del Governo, migliorare la responsabilità del Consiglio dei Ministri, prima che dei deputati. Il partito vincente alle elezioni parlamentari avrà un’influenza risolutiva sulla formazione del Governo[4].

Le riforme includono anche l’esemplificazione della procedura di passaggio della mozione sfiducia da parte dalle camere del Parlamento ai ministri. Questo rafforzerà il controllo della legislatura sul potere esecutivo.

Nazarbayev ha proposto di trasferire l’approvazione di programmi statali al Governo, in modo da assumerne la piena responsabilità. Il Governo potrebbe anche acquisire il diritto di formare e di abolire organi esecutivi centrali che non inclusi in esso[5].

In definitiva un’ulteriore apertura, certamente importante e fondamentale per il Paese e per la sua immagine internazionale. Di certo un gesto inedito in ambito post-sovietico. 

Come già rimarcato da egli stesso in uno dei punti, così come da osservatori internazionali in passato, il forte presidenzialismo ha costituito una fase necessaria per il superamento di quello State Building inscindibilmente connesso con il problema della modernizzazione e della democratizzazione del mondo post-sovietico. Un mondo che privo di quello sfondo sociale necessario a costruire una democrazia di tipo occidentale, in altre regioni dell’Eurasia e della stessa Asia centrale, si è convertito in una polveriera, aprendo le porte allo “scontro di civiltà”.

L’atteggiamento pragmatico del Presidente è perciò dettato dalla volontà di dirigere il Paese su quell’iter che lo proietterà alle realizzazioni della piattaforma per un ulteriore impulso e dinamismo che Astana intende realizzare nel futuro dei prossimi 40 anni, i cui prodromi sono già un dato di fatto. Con un occhio di riguardo per la transizione verso un’economia “verde”, rappresentata da EXPO 2017.

Ovvero, come egli stesso afferma:

“E lo sto facendo con un unico scopo di costruire un sistema di Governo del Paese più efficiente, sostenibile e moderno” [6].

In altre parole un ulteriore slancio verso la trasparenza, sapendo cogliere l’aspetto che deve possedere uno Stato moderno in ottemperanza al proprio retaggio storico e sociale con i ritmi che deve assumere nelle sfide della modernità.


 

[1] http://astanatimes.com/2017/01/kazakh-president-unveils-plans-of-constitutional-reforms/.

[2] http://astanatimes.com/2017/01/kazakh-president-unveils-plans-of-constitutional-reforms/.

[3] http://astanatimes.com/2017/01/kazakh-president-unveils-plans-of-constitutional-reforms/.

[4] http://astanatimes.com/2017/01/kazakh-president-unveils-plans-of-constitutional-reforms/.

[5] http://astanatimes.com/2017/01/kazakh-president-unveils-plans-of-constitutional-reforms/.

[6] http://astanatimes.com/2017/01/kazakh-president-unveils-plans-of-constitutional-reforms/.


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Ermanno Visintainer, turcologo di formazione, Professore Onorario nel 2012, presso la Kazakh Academy M. Tynyshpayev di Almaty. Dal 1998 al 2006 ha lavorato nella mediazione linguistico-culturale con alunni provenienti da Cina e Pakistan e sulle religioni orientali in scuole della provincia di Trento. Dal 2006 al 2016 intraprende un percorso nell’ambito dell’editoria e della pubblicistica, realizzando numerosi articoli per riviste come “Linea Quotidiano”, “Officina”, “Il Borghese”, quindi "RagusaOggi online". Cofondatore e Presidente del Centro Studi “Vox Populi”, nonché Senior Fellow del centro di studi geopolitici, “Il Nodo di Gordio” fino al 2016. Ha pubblicato svariati libri, l’ultimo dei quali, nel 2014 è: Kazakhstan; un tempo, uno spazio, un destino, i 550 anni del Khanato. Dal 2016 è collaboratore di "Eurasia. Rivista di studi geopolitici".