Parabola, nella lingua italiana, indica sia l’andamento di un fenomeno che ascende fino al suo punto più alto per poi volgere al declino sia la “comparazione” – solo più tardivamente la narrazione a scopo edificante – per mezzo della quale si chiarisce un argomento problematico.

Il saggio di Giacomo Gabellini La Parabola – geopolitica dell’unipolarismo statunitense (303 pagine, Anteo edizioni 2012) corrisponde all’una e all’altra accezione del termine, descrivendo efficacemente il percorso intrapreso dagli USA fra la fine degli anni Ottanta (inizio della fase unipolare in seguito al crollo dell’Unione Sovietica) e i giorni nostri.

Il testo si distingue per la completezza – e la ricchezza di dettagli – della storia raccontata, e particolarmente per la capacità di “comparare” e di mettere in relazione fra di loro fatti che spesso sono superficialmente considerati come slegati l’uno dall’altro.

Poco più di venti anni comprendono il trionfo e l’apogeo di una Superpotenza che attraverso la globalizzazione e interventi militari a raffica (vale a dire con le buone o con le cattive) ha messo sotto i piedi o pesantemente condizionato il mondo intero; ma anche i sintomi e i segni premonitori di un declino che l’arroganza tipicamente yankee non può nascondere all’osservatore attento.

Gabellini insiste sulla dicotomia unipolarismo/multipolarismo e la questione è effettivamente fondamentale: bisogna far venir meno l’assurdo e innaturale sistema unipolare a guida statunitense – sostenuto da quella visione occidentale moderna che pretende di porsi come misura di giudizio di qualsiasi civiltà – per ridare equilibrio al mondo e favorire il recupero e il rispetto delle diverse specificità culturali, etniche e religiose.

In questo quadro, osserva l’Autore riferendosi all’Europa, “ un alleanza strategica con i BRICS, che ponga l’accento sull’aspetto economico, potrebbe costituire la chiave di volta per l’instaurazione di un sistema geopolitico globale che promuova la salvaguardia del vecchio ‘nomos della terra’ dalla hybris imperiale statunitense – che persegue il cosiddetto full spectrum dominance – foriera di guerre e crisi globali”.

La lettura del libro – che è arricchito dalla prefazione di Fabio Falchi e dall’introduzione di Mahdi Darius Nazemroaya – risulta essere estremamente scorrevole e appassionante: un pregio ulteriore  per questo manuale di storia esauriente e documentato.

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Aldo Braccio ha collaborato in maniera assidua con “Eurasia. Rivista di studi geopolitici” fin dal primo numero ed ha pubblicato numerosi articoli sul relativo sito informatico. Le sue analisi riguardano prevalentemente la Turchia ed il mondo turcofono. Su argomenti legati all'area turca ha tenuto relazioni al Master Mattei presso l'Università degli Studi di Teramo e altrove. È autore del libro La norma magica. Il sacro e il diritto in Roma (sui rapporti fra concezione del sacro, diritto e politica nell'antica Roma) e di Turchia ponte d’Eurasia (sul ritorno del Paese della Mezzaluna sulla scena internazionale). Ha scritto diverse prefazioni ed ha pubblicato numerosi articoli su testate italiane ed estere. Ha preso parte all’VIII Forum italo-turco tenutosi a Istanbul ed è stato più volte invitato, per interviste e commenti, dall’emittente statale radiotelevisiva iraniana.