Premessa

Attualmente il mondo è composto da una fitta rete di organizzazioni internazionali tra cui un posto importante è riservato alle organizzazioni per l’energia. In base alla vastità del territorio interessato, le organizzazioni per l’energia possono essere suddivise in due macro categorie, vale a dire, globali e regionali, mentre gli obiettivi di tali organizzazioni variano a seconda se sono composte da paesi esportatori, importatori o di transito delle risorse energetiche. I paesi esportatori hanno l’interesse nel garantirsi il mantenimento di un alto livello di prezzi per i loro prodotti, i paesi importatori hanno l’ovvio interesse nel mantenere un livello basso di prezzi per le risorse che sono costretti ad acquistare da altri, i paesi di transito, infine, hanno l’interesse nell’ottenere il più alto profitto possibile per la concessione del transito. Molto spesso i tre gruppi di paesi si mescolano tra loro, mentre i loro interessi subiscono influenze che esulano della mera logica del mercato. Vi sono anche altre organizzazioni per l’energia per le quali l’obiettivo principale è la sicurezza energetica.

La formazione delle organizzazioni internazionali per l’energia è un fenomeno alquanto recente1 e le ragioni della loro nascita vanno ricercate negli spiacevoli avvenimenti storici degli ultimi 40-50 anni legati alla fornitura e alle brusche oscillazioni del livello dei prezzi degli idrocarburi. Qualunque sia il tipo di organizzazione o la natura degli interessi dei loro partecipanti, sembra che vi siano alcuni obiettivi comuni a tutti, e precisamente, la sicurezza e la prevedibilità intese in senso generale.

Gli obiettivi del presente articolo sono due: delineare la posizione della Russia nella rete delle organizzazioni internazionali per l’energia a livello globale e analizzare le motivazioni che determinano tale posizione. Per poter raggiungere questi due obiettivi si procederà prima nella stesura di una panoramica delle maggiori organizzazioni internazionali per l’energia a livello globale, evidenziando il grado di partecipazione della Russia in queste organizzazioni, mettendo quindi in correlazione le conoscenze acquisite per giungere alle valutazioni conclusive.

Le organizzazioni globali per l’energia

Le principali organizzazioni per l’energia a carattere globale sono l’Iea (Agenzia internazionale dell’energia), l’Opec (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio), in un certo senso, lo sono anche il G8 e vari programmi dell’Onu (Unctad, Unido, Unep, Ecosos, Ece, ecc.) a cui si aggiungono il Fei (Forum energetico internazionale), Gecf (Forum dei paesi esportatori di gas naturale) e, infine, il Wec (Consiglio mondiale per l’energia).

Agenzia internazionale dell’energia (Iea)

L’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) nasce nel 1974 durante la crisi petrolifera come organo indipendente dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Attualmente l’Iea comprende 28 paesi sviluppati (Usa, Italia, Giappone, Gran Bretagna, Turchia, Germania, ecc.) la maggior parte dei quali sono i più importanti importatori di idrocarburi al mondo. Al momento della sua nascita gli obiettivi principali dell’Agenzia erano due: garantire la stabilità e la sicurezza energetica dei suoi membri e diventare un contrappeso dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec). Con il passare del tempo gli obiettivi dell’Iea hanno subito alcune variazioni. Al giorno d’oggi gli obiettivi sono racchiusi nelle cosiddette “Tre ‘E’”: energy security, economic development e environmental protection. L’Iea, inoltre, si sta impegnando al fine di allargare il proprio operato anche ad altri paesi, in particolare, ai maggiori importatori ed esportatori di idrocarburi come la Cina, l’India, la Russia e i paesi membri dell’Opec.

L’Agenzia si occupa anche della pubblicazione annuale delle relazioni sulla situazione energetica mondiale.

La Russia non fa parte dell’Iea, ma collabora con essa a partire dal 1994. Gli interessi di Mosca nei confronti dell’Agenzia sono legati al desiderio di integrarsi nell’economia globale e nel sistema di infrastrutture energetiche dei paesi industrializzati, e di partecipare al sistema di sicurezza energetica collettiva tra i paesi membri dell’Iea. Mentre, da una parte, è vero che gli Stati Uniti occupando una posizione di leadership all’interno dell’Agenzia hanno creato a volte degli attriti nelle relazioni tra l’Agenzia e la Russia, dall’altra, è altrettanto vero che la Russia è stata più volte richiamata dall’Iea per non aver fornito informazioni sufficienti necessarie alla realizzazione di relazioni obiettive sullo stato del sistema energetico russo. Nel corso degli anni le relazioni tra le due parti sono andate comunque sviluppandosi, ma veri progressi si potranno attendere solo dopo l’entrata della Russia nell’Ocse, che a sua volta potrà avvenire dopo l’ammissione del paese all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec)

L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) è stata creata nel 1960 per proteggere gli interessi economici dei propri membri nel mercato mondiale del petrolio, dove all’epoca vigeva il cartello delle maggiori compagnie petrolifere, le cosiddette “sette sorelle”. Attualmente l’Opec conta tra i suoi membri 12 paesi produttori di petrolio provenienti dall’Africa (Algeria, Angola, Libia, Nigeria), dal Medio Oriente (Iran, Iraq, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti) e dal Sud America (Ecuador, Venezuela). Le riserve provate di petrolio dei membri dell’Opec ammontano al 77 % del totale mondiale, mentre la quota di estrazione di petrolio sul totale mondiale potrebbe raggiungere il 50 % entro il 2030. Per proteggere gli interessi economici dei propri membri, l’Opec attua la cosiddetta “politica delle quote”, vale a dire, la fissazione delle quote di estrazione di petrolio per ogni paese membro. L’Opec mantiene contatti con altre organizzazioni internazionali tra cui anche l’Iea, seppure a livello non ufficiale.

La Russia non fa parte dell’Opec, ma partecipa alle attività dell’Organizzazione in qualità di paese osservatore. Un’importante occasione di collaborazione tra le due parti è l’annuale Settimana del petrolio e del gas russo a cui partecipano regolarmente i rappresentati dell’Opec. Poiché la Russia non fa parte dell’Opec non è vincolata alle quote stabilite dall’Organizzazione, di conseguenza è libera di decidere autonomamente la propria politica di estrazione e commercio del petrolio. Tale libertà di decisione è sicuramente un enorme vantaggio di competizione nelle mani di Mosca rispetto ai paesi dell’Opec, quindi è nell’interesse dell’Opec mantenere buoni rapporti con la Russia.

G8

Il G8 è un raggruppamento informale dei principali paesi industrializzati. L’idea della nascita del gruppo trae le sue origini – come anche nel caso dell’Iea – dalla crisi petrolifera degli anni ’70. Inizialmente il raggruppamento comprendeva sei paesi – Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti – che, in seguito all’entrata del Canada e della Russia, divennero otto. L’obiettivo principale del G8 è avere uno scambio informale di vedute riguardo ai più importanti temi che interessano il mondo in un determinato momento storico – politico. Il G8 opera attraverso i vertici a cadenza annuale organizzati a turno da uno dei paesi membri, durante il quale vengono dibattuti i punti dell’agenda proposti dagli stessi partecipanti.

I paesi che fanno parte del G8 oltre ad essere i maggiori paesi industrializzati, sono anche i maggiori importatori di idrocarburi nel mondo, di conseguenza, le scelte di sviluppo politico – economico di questi influenzano i mercati delle risorse energetiche. Data questa capacità di influenzare i mercati energetici è nell’interesse di tutti i partecipanti del G8 trovare un punto di incontro sulle tematiche inerenti la sicurezza energetica, intesa come la prevedibilità e la stabilità dei mercati degli idrocarburi.

Organizzazione delle nazioni unite (Onu)

Un tema di vitale importanza come i problemi legati alle fonti energetiche non poteva, certamente, lasciare indifferente una delle più importanti organizzazioni internazionali, vale a dire, l’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). L’obiettivo principale dell’Onu – nata subito dopo la Seconda guerra mondiale – è il mantenimento della pace nel mondo, ma negli ultimi decenni l’Organizzazione si è occupata sempre più di frequente delle problematiche legate allo sfruttamento delle risorse energetiche e, in particolare, dell’inquinamento ambientale e di una corretta gestione delle fonti energetiche. L’Onu opera attraverso una serie di programmi e agenzie tra cui si possono mettere in evidenza il Programma per l’ambiente (Unep), il Congresso per il commercio e lo sviluppo (Unctad), l’Organizzazione per lo sviluppo industriale (Unido), il Consiglio economico e sociale (Ecosoc).

La Russia è membro dell’Onu e pertanto partecipa a tutte le attività, iniziative ed incontri promossi dall’Organizzazione. Nel 2004 il Governo russo ha ratificato l’adesione della Russia al Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni di elementi inquinanti. Il Protocollo di Kyoto, basandosi sulla logica del “chi inquina paga”, prevede delle quote di inquinamento fissate per ogni paese aderente. Le quote vengono calcolate prendendo come punto di riferimento il livello di emissioni al 1990 di ciascun paese. Visto che dopo il 1990 la produzione industriale in Russia è diminuita considerevolmente, la Russia si trova avvantaggiata rispetto agli altri paesi occidentali, avendo a propria disposizione quote in surplus.

Forum internazionale dell’energia (Fei)

Il Forum internazionale dell’energia (Fei) quest’anno festeggia il suo 20° anniversario ed è nato con l’obiettivo di far dialogare i paesi produttori (Opec) e i paesi consumatori di gas e petrolio (Iea). L’unicità del Forum sta nel fatto che ad esso partecipano anche i paesi chiave nell’odierno mercato globale delle energie che non rientrano né nell’Opec né nell’Iea, vale a dire, la Russia, la Cina, l’India, il Messico e il Brasile. I partecipanti al Fei rappresentano, inoltre, il 90 per cento del totale mondiale del mercato di gas e petrolio. Il Forum avviene a livello dei Ministri per le risorse energetiche dei relativi stati.

Il Fei rappresenta per la Russia un’ulteriore occasione per poter dialogare sia con i propri concorrenti – esportatori di energie – sia con i propri “clienti” – importatori di energie. Il Forum è anche uno strumento capace di influenzare in modo informale le scelte della politica energetica degli stati che vi partecipano.

Forum dei paesi esportatori di gas naturale (Gecf)

Il Forum dei paesi esportatori di gas naturale (Gecf) è un’organizzazione informale nata per iniziativa dell’Iran nel 2001. I membri del Forum provengono dall’Europa (Russia), dall’Africa (Algeria, Guinea equatoriale, Egitto, Libia, Nigeria), dal Medio Oriente (Iran, Qatar) e dal Sud America (Bolivia, Trinidad e Tobago, Venezuela). In qualità di osservatori partecipano al Forum la Norvegia, i Paesi Bassi e il Kazakistan. Altri paesi, come Emirati Arabi Uniti, Oman, Brunei, Indonesia, Malesia, hanno partecipato in tempi diversi ad alcuni incontri del Forum. Gli obiettivi principali del Gecf sono la promozione del dialogo tra i paesi produttori e i paesi consumatori del gas naturale, la promozione della trasparenza nello scambio di capitali, dati e know-how tra i membri del Forum e, infine, l’integrazione dei mercati di gas naturale e la sua stabilità.

Uno degli ultimi obiettivi per cui è stato istituito il Gecf è la sua graduale trasformazione in una sorta di “Opec del gas naturale”. Per la Russia che ha molti contratti a lungo termine per la fornitura del gas – prima di tutto, con i paesi europei – entrare a far parte di un cartello di gas naturale non rientra, evidentemente, nello spettro dei suoi interessi. Per tale motivo il Gecf può rappresentare per la Russia soltanto una buona occasione per poter dialogare in modo diretto con i propri concorrenti nel mercato energetico europeo – Libia, Egitto, Iran e altri.

Consiglio mondiale per l’energia (Wec)

Il Consiglio mondiale per l’energia (Wec) è la più grande organizzazione non governativa per l’energia nel mondo. Il Wec è nato nel 1923 per iniziativa del Regno Unito e di altri esponenti del mondo energetico dell’Europa e del Nord America. Uno dei principali obiettivi del Wec è la creazione di una fitta rete di contatti nel mondo degli affari in tutti i settori energetici. Nello stesso tempo il Wec cerca anche di collaborare con le organizzazioni governative dei corrispettivi paesi. Al giorno d’oggi, fanno parte del Consiglio 91 paesi provenienti da tutto il mondo.

La Russia fa parte del Wec e partecipa attivamente in molte delle attività dell’organizzazione. Poiché il Wec non è un’organizzazione governativa le sue attività hanno un’influenza marginale sulle scelte di politica energetica della Russia.

Conclusioni

Qual è la posizione della Russia nel sistema delle organizzazioni internazionali per l’energia a livello globale?

La Russia partecipa attivamente alle attività di tutte le organizzazioni internazionali per l’energia a livello globale, ma evita legami stretti o vincolanti sia con le organizzazioni che curano gli interessi di soli paesi esportatori di energie (Opec, Gecf), sia con le organizzazioni che curano gli interessi di soli paesi importatori di energie (Iea), preferendo il dialogo con una o entrambe le parti durante incontri informali (G8, Wec, Gecf, Fei).

Quali sono le ragioni che portano la Russia a non schierarsi da nessuna delle due parti?

L’Opec viene visto in Occidente come un cartello internazionale che sta rafforzando il proprio controllo del mercato internazionale del petrolio, di conseguenza, anche della fornitura del petrolio ai paesi industrializzati. A questo si aggiunge il fatto che l’Opec viene percepito da alcuni paesi occidentali come un “freno” al libero mercato del petrolio. Questo spinge i paesi europei e nordamericani a diversificare le fonti di importazione del petrolio, vale a dire, a rivolgersi a produttori del petrolio che non appartengono all’Opec – Russia e i paesi del Mar Caspio. Vista da questa prospettiva, l’entrata della Russia nell’Opec porterebbe con sé un peggioramento dei rapporti di Mosca con i paesi occidentali e, di conseguenza, la diminuzione degli investimenti diretti e della concessione di crediti dei paesi occidentali alla Russia. Infine, l’entrata della Russia nell’Opec le precluderebbe l’entrata nell’Ocse, il che non corrisponde agli obiettivi russi di lungo termine.

Poiché la Russia sta cercando di diventare un membro del G8 a tutti gli effetti, potrebbe sembrare piuttosto logico anche il suo avvicinamento all’Iea, organizzazione che rappresenta gli interessi dei paesi importatori delle risorse energetiche. Ma, come abbiamo detto all’inizio del presente articolo, l’interesse dei paesi importatori è l’acquisto delle risorse energetiche a basso prezzo. La vendita degli idrocarburi rimane per la Russia la fonte primaria delle entrate valutarie nel paese, un aspetto che frena il suo avvicinamento all’Iea. Visti da questa prospettiva, gli interessi di Mosca coinciderebbero allora maggiormente con gli interessi dei paesi dell’Opec, i quali cercano di mantenere alti i prezzi del greggio. Ed è a questo punto che si può osservare come nelle scelte di politica energetica della Russia entrino in gioco fattori che esulano dai meri interessi di profitto economico.

In conclusione, si può affermare che la Russia continuerà a sfruttare gli interessi dei produttori e dei consumatori delle risorse energetiche allo scopo di aumentare il proprio peso sull’arena della politica internazionale.


* Konstantin Zavinovskij è ricercatore presso l’IsAG.


Una buona parte dell’articolo è stata scritta attingendo informazioni dal libro di Stanislav Žyznin Energetičeskaja diplomatica Rossii (La diplomazia energetica della Russia). Stanislav Žyznin è uno dei maggiori esperti di politica e diplomazia internazionale presso il Ministero degli Affari Esteri della Federazione russa, professore ordinario presso la Mgimo (Università statale di Mosca per le relazioni internazionali) e l’Università statale russa del petrolio e del gas “I.M. Gubkin”, Presidente del Centro per la diplomazia energetica e geopolitica. Il volume è stato anche tradotto in lingua cinese e inglese.


1Un’eccezione è rappresentata dal Consiglio mondiale per l’energia (Wec) nato nel 1923.


Questo articolo è coperto da ©Copyright, per cui ne è vietata la riproduzione parziale o integrale. Per maggiori informazioni sull'informativa in relazione al diritto d'autore del sito visita Questa pagina.