Mercoledì 24 ottobre si è svolta presso la Sala Lucrezia dell’Hotel Royal Santina di Roma la conferenza dal titolo “L’Unione Eurasiatica nel mondo multipolare”, organizzata da “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”, che ha visto la partecipazione straordinaria del politologo russo Aleksandr Dugin e dei rappresentanti diplomatici della Repubblica del Kazakistan e della Repubblica di Bielorussia. La sala, gremita di spettatori interessati, ha mostrato l’importanza che questo tema comincia a rivestire presso la pubblica opinione italiana.

Ha introdotto i lavori il Direttore di “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”, Claudio Mutti, che ha poi ceduto la parola all’Ambasciatore ella Repubblica del Kazakistan, S.E. Andrian Yelemessov. Deciso e spigliato nella descrizione dei successi economici raggiunti dal proprio Paese, oltre che dei punti salienti sui quali si basano la dottrina strategica del presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaev e la nuova Unione Doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan, S. E. Yelemessov ha ribadito l’importanza geoeconomica in termini di cooperazione con l’Italia e con l’Europa ed ha insistito sullo specifico carattere del progetto eurasiatico stabilito dai tre Paesi ex sovietici, capace di guardare al modello dell’Unione Europea e di imparare dai suoi errori.

Il Direttore, Claudio Mutti, ha poi ripreso la parola per intervenire direttamente e presentare al pubblico il nuovo numero di “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”, dedicato integralmente alla storia e alla geopolitica del Kazakistan. Mutti ha illustrato in modo dettagliato i contenuti di ognuno dei contributi inseriti nel corposo volume ed ha posto l’accento sull’importanza rivestita dal territorio del Kazakistan nella visione geopolitica classica e nel “grande gioco” fra l’Eurasia e l’Occidente. Si è inoltre soffermato sull’importanza delle teorie di Lev Gumilev (il filosofo e turcologo russo al quale è stata intitolata l’Università della capitale kazaka) nel quadro della definizione della civiltà eurasiatica; le teorie di Gumilev potrebbero produrre effetti decisivi ai fini di un radicale ridimensionamento del supposto primato occidentale.

Subito dopo è stata la volta di Dimitrj Mironchik, Consigliere Commerciale dell’Ambasciata della Repubblica di Bielorussia, che ha sottolineato quanto esposto da S.E. Yelemessov in precedenza, specificando il ruolo del suo Paese all’interno dello spazio economico comune dell’Unione Doganale e le caratteristiche produttive che ne hanno consentito la crescita economica e la stabilità sociale. Ha inoltre ricordato come, al di là di facili nostalgismi, il popolo bielorusso continui a sentirsi parte integrante di uno spazio politico, culturale ed economico ben più vasto, costruito e difeso con enormi sacrifici a partire dal Secondo Conflitto Mondiale.

E’ poi intervenuto Andrea Fais, giornalista ed autore del libro “L’Aquila della Steppa. Volti e Prospettive del Kazakistan” (Edizioni all’insegna del Veltro), che ha voluto porre l’accento sull’aspetto della sicurezza collettiva, nel cui ambito il Kazakistan svolge un ruolo fondamentale sia nel quadro dell’Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva (CSTO) sia in quello dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO). Fais ha evidenziato come all’esempio di coerenza e trasparenza costituito dalle politiche di Nazarbaev spesso si contrapponga la “doppia morale” dei Paesi occidentali dinnanzi al fenomeno del terrorismo. Ha infine sottolineato come un’autentica cooperazione politico-economica tra l’Unione Europea e l’Unione Eurasiatica sarà impossibile fino a quando non sarà superato il clima xenofobo scatenato da buona parte della classe dirigente e della stampa occidentali contro Paesi come il Kazakistan o la Bielorussia.

Ha chiuso la sessione l’attesissimo intervento del Professor Aleksandr Dugin, che ha spiegato in italiano le caratteristiche filosofiche e politologiche dell’eurasiatismo, descrivendone il percorso storico a partire dalla sua genesi negli anni Venti, quando i primi pensatori di questa teoria descrissero la civiltà russa come effetto della convergenza, in un unico Stato, del fattore slavo-ortodosso e del fattore turanico-musulmano: non esistono civiltà “pure”, ma soltanto civiltà”composte”, fondate non sul sangue, ma sul condominio territoriale e sull’appartenza ad un “grande spazio” comune. Importantissima nel quadro della geopolitica russa di ogni specie (“neobizantina”, “tradizionalista”, “neosovietica” ecc. …), questa caratteristica impone dunque di pensare la Russia come un polo eurasiatico a sé stante, diverso sia dall’Europa, sia dal resto dell’Asia, sia dall’Occidente. Tuttavia, per Dugin l’eurasiatismo non fonda soltanto la definizione della forma di civiltà russa, ma costituisce anche il volano di una prospettiva multipolare, in base alla quale ogni polo e ogni civiltà ha diritto ad una sua sfera di pertinenza, in una generale coesistenza tra civiltà che rifiuti l’idea occidentale dell’universalismo dei valori e della democrazia liberale.

 

 

 

 
 

 

 


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