Si è aperto ieri, a Sharm El Scheik, il quindicesimo vertice dei Paesi non allineati.

La scena della prima giornata di lavori è stata monopolizzata dalla figura del Colonnello Mummar Gheddafi, che nella doppia veste di leader della Grande Jamāhīriyya Araba di Libia Popolare e Socialista e di presidente (o “Re dei Re” come preferisce farsi chiamare) dell’Unione Africana, ha tenuto un discorso nella sessione d’apertura.

Gheddafi ha rivelato che la Libia ha sviluppato, fino al 2003, un programma nucleare fino allo stadio dell’uranio impoverito, rinunciandovi perché «abbiamo ritenuto che il possesso della bomba atomica fosse più pericoloso per la sicurezza della Libia e che il possederla fosse molto problematico e troppo costoso».

Parlando riguardo al programma nucleare iraniano Gheddafi ha sostenuto che fin quando il governo di Teheran «svilupperà un programma nucleare civile e pacifico, la comunità internazionale dovrà rivolgere alle autorità iraniane parole di incoraggiamento».

Anche il leader della Lega Araba, Amr Moussa, ha dichiarato: «La Repubblica islamica dell’Iran ha firmato il trattato di non proliferazione lavora sotto il controllo degli ispettori dell’Aiea e secondo questa agenzia finora non ci sono state deviazioni nel suo programma pacifico. Pertanto, ha proseguito, bisogna ribadire che è diritto dell’Iran investire su una tecnologia pacifica ed i paesi arabi sostengono l’Iran in questo».

Due voci importanti si alzano per legittimare le ricerche nucleari iraniane, proprio nei giorni in cui si è dimessa la “mente” del programma nucleare iraniano, Gholam Reza Aghazadeh, vicino a Mir Hossein Mousavi, e si registrano pericolose voci di movimenti militari israeliani, grazie ai paesi “amici”: Egitto ed Arabia Saudita. Navi israeliane hanno superato il Canale di Suez e ora si trovano nel Mar Rosso, grazie alla benedizione del Cairo e la casa regnante saudita ha concesso a Tel Aviv il proprio spazio aereo.

Marco Bagozzi, analista, collabora a Eurasia. Rivista di studi geopolitici


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