Presentiamo uno stralcio dell’intervista a Roberto Pace, Presidente della Camera di Commercio e Industria Moldo-Italiana (C.C.I-MD), raccolta nel mese di Febbraio 2011 a Chişinau, Repubblica Moldova. La versione integrale dell’intervista, che spazia dagli sviluppi imprenditoriali italiani attuali e futuri in Moldova alla collocazione geopolitica ed economica di Chişinau, sarà pubblicata sul prossimo numero di EURASIA, Rivista di Studi Geopolitici.


Volendo fare un bilancio della vostra attività, come è cambiata la C.C.I-MD dalla sua costituzione nel 2007 e quali obiettivi ha raggiunto? Cosa resta da fare da parte italiana e da parte moldovana?

La C.C.I-MD in questi quattro anni di attività possiamo dire che è riuscita ad arrivare ai traguardi prefissati sin dalla sua costituzione, dopo solo due anni dalla sua nascita ha ottenuto il riconoscimento dello stato italiano; possiamo essere veramente soddisfatti, siamo una delle poche C.C.I.E. (Camere di commercio italo estere .ndr) ad essere stata riconosciuta entro un tempo cosi breve. Il merito in primis va ad alcuni consiglieri che sono stati molto attivi nelle azioni di promozione e sviluppo; questo vale anche per la parte moldovana che è parte integrante del nostro sistema, quindi non ci resta che proseguire sulla strada iniziata.

Come vede il futuro della cooperazione economica tra Italia e Moldova, anche alla luce della contrazione degli investimenti italiani nell’ultimo anno, provocati in parte dalla crisi economica?

La cooperazione tra l’Italia e la Moldova è molto buona ed in questi ultimi anni si sta notevolmente rafforzando. Siamo ben presenti nel settore abbigliamento e calzature, ci stiamo muovendo nel settore della meccanica e della carpenteria pesante; chiaramente sono sempre le piccole e medie imprese che si muovono per prime, la contrazione degli investimenti italiani ha provocato un piccolo rallentamento ma ormai abbiamo superato i momenti critici, e assistiamo addirittura ad un ritorno dalla Cina verso la Moldova.

La Moldova da alcuni osservatori è considerata un paese di grande interesse per le piccole e medie imprese, mentre altri lo ritengono maggiormente appetibile per i grandi gruppi industriali e le holding energetiche. Qual è la vostra opinione, si tratta di due punti di vista contrastanti?

Sicuramente la Moldova come anche detto è interessante per le piccole e medie aziende, e anche per i gruppi industriali che non hanno produzioni ad elevata occupazione, il mercato interno non è da considerare visto la dimensione del paese (3,5 Milioni di abitanti). Tuttavia, guardando la C.S.I. ci si rende conto di quale piattaforma produttiva – commerciale la Moldova potrebbe divenire in futuro, in considerazione degli accordi esistenti per la libera circolazione delle merci.

A livello regionale entro il territorio moldavo, quali sono le regioni dove è maggiore la presenza italiana? Quali sono le regioni più interessanti per sviluppare maggiormente la collaborazione tra Italia e Moldova?

La presenza di imprese italiane è diffusa su tutto il territorio della Moldova, prevalentemente nella capitale, a causa della carenza di superfici produttive adeguatamente strutturate e di vie di collegamento. Viste le sue modeste dimensioni come paese ritengo che tutta la Moldova sia interessante, tuttavia dividerei il Nord per il settore agricolo (cereali e frutta con relativi processi di conservazione e trasformazione), il centro per commercio e l’industria, il Sud per la vitivinicoltura e la piccola industria.

Quanto influisce lo status politico della Transnistria (Pridnestrov’e) sullo sviluppo complessivo della Repubblica Moldova e sulle relazioni commerciali con Unione Europea e Federazione Russia?

Sicuramente se la Moldova fosse stato un unico paese lo sviluppo avrebbe potuto essere più veloce in considerazione del fatto che in quella striscia di terra vi sono le più grandi aziende produttive nel settore tessile, meccanico e siderurgico.

L’interesse di CCIMD verso l’intero territorio moldavo, inclusa la Transnistria, ritiene possa influire positivamente o negativamente a livello diplomatico?

Io ritengo che l’azione che svolge la C.C.I-MD sul territorio influisce e influirà positivamente sia a livello commerciale che a livello di relazioni, anche considerando che in questi paesi il rapporto professionale e di amicizia conta molto di più delle relazioni istituzionali.

La Moldova è una tipica “terra di confine” tra Oriente ed Occidente, un elemento che si riflette tanto nella cultura locale quanto negli aspetti legati al bilinguismo ed alla scelta dei luoghi di immigrazione. Possiamo interpretare tale collocazione come il maggiore problema e la migliore risorsa per il paese?

Sicuramente il problema dell’emigrazione in questi ultimi anni si è affievolito. Questo è dovuto sia al fatto che gruppi industriali italiani e non solo occupano manodopera locale creando ricchezza per il paese, sia perché oggi la situazione in altri Stati al di fuori della Moldova è diventata più difficile. Inoltre ora assistiamo ad un ritorno di molti immigrati con una formazione mentale e professionale tale da permettergli di divenire anch’essi piccoli imprenditori o dirigenti di piccole aziende straniere. Direi quindi che i flussi migratori da problemi possono trasformarsi in una risorsa molto importante per il paese e per noi stessi, sempre nell’ottica di guardare alle opportunità verso Est. In tale quadro il bilinguismo della Moldova si profila vincente nello scenario industriale e commerciale del futuro.


* a cura di Luca Bionda, redattore di Eurasia e ricercatore IsAG


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