Nel pomeriggio di sabato  5 novembre  scorso si è tenuto a Modena, presso la Sala Conferenze della Circoscrizione Centro Storico ed alla presenza di alcuni rappresentanti della Provincia, l’incontro “Uzbekistan e Italia: i rapporti economici e culturali”, parte del Ciclo 2011-2012 dei Seminari di Eurasia.
Dopo i saluti istituzionali, sono intervenuti S.E. Jakhongir Ganiev, ambasciatore della Repubblica di Uzbekistan in Italia; Gairat Juldashev, secondo segretario dell’Ambasciata uzbeka in Italia; Tiberio Graziani, presidente dell’IsAG e direttore di “Eurasia”; Gian Paolo Caselli, docente all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; un rappresentante di ITER Viaggi Modena, della Franco Rosso Tour Operator.
L’organizzazione è stata a cura dell’IsAG e dell’associazione “Pensieri in Azione”. L’incontro ha suscitato molto interesse: la sala era gremita in ogni ordine di posti, numerosi gl’imprenditori presenti.
Proponiamo di seguito la registrazione video dell’evento:
Prima parte:
 

Seconda parte:

Numerosi altri video sono reperibili nella pagina YouTube di “Eurasia” (cliccare qui per raggiungerla).

 

Ecco di seguito il resoconto dell’evento, redatto da Stefano Vernole:

L’iniziativa curata dall’associazione culturale ‘Pensieri in Azione, dell’Istituto di Alti studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) con la collaborazione di “Viaggiatori fuori tema”, ha avuto il patrocinio del Comune di Modena e dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, riscuotendo una grande partecipazione di pubblico.

 

Si volevano infatti analizzare le nuove opportunità di crescita economica offerte ancora una volta dal mondo asiatico e in particolare da questo paese, facente parte dell’ex costellazione sovietica – membro della CSI e dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai – che risulta essere il secondo al mondo per la produzione di cotone grezzo, in cui cresce la produzione agricola, gli investimenti infrastrutturali, i rapporti economici con l’estero, oltre che ricco di materie prime: l’Uzbekistan.

Un’attenzione che trova anche conferma nella visita ufficiale, avvenuta il 6 -7 ottobre 2011 a Taskent, da parte del sottosegretario al Commercio Estero Catia Polidori unitamente ad un nutrito gruppo di imprenditori italiani. L’Uzbekistan in altri termini rappresenta un’importante scommessa del Made in Italy sulla Via della Seta, in quelli che più d’uno ha definito ‘l’antico ponte economico tra oriente e occidente nel cuore dell’Asia’.

 

Molteplici i settori dello Stato asiatico in cui le nostre imprese hanno manifestato interesse: dall’agroindustria, alla meccanica, dal tessile alle costruzioni.

Attualmente infatti in Uzbekistan, sono attive 38 joint venture con investimenti italiani, operative principalmente nell’industria leggera e alimentare, nella trasformazione di prodotti agricoli e produzione di materiali da costruzione, nonché nell’ambito terziario e commerciale.

A Navoi, inoltre uno dei centri principali del paese è stata creata una zona industriale di libero scambio, utile per quelle società italiane che intendono istaurare rapporti commerciali.

Senza contare che al fine quindi di intensificare e consolidare la cooperazione economica bilaterale vengono periodicamente svolte le riunioni del Gruppo di lavoro italo-uzbeko riguardo la cooperazione economica ed industriale ed i crediti all’esportazione.

Dal canto turistico e culturale invece sono numerosi i punti di interesse in Uzbekistan: basti pensare alla sua storia (Tamerlano), alla sua posizione geografica strategica (Asia centrale), alla magnificenza delle sue città (Samarcanda su tutte).

 

Questi stimolanti temi sono così stati approfonditi nel corso dell’incontro, dai 5 relatori presenti: S.E. Jakhongir Ganiev, Ambasciatore della Repubblica di Uzbekistan in Italia;

Gairat Juldashev, Secondo segretario dell’Ambasciata della Repubblica di Uzbekistan in Italia; Tiberio Graziani (presidente dell’IsAG e direttore della rivista di Studi Geopolitici ‘Eurasia’; Gian Paolo Caselli, economista e docente presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e da un rappresentante di ITER Viaggi Modena (Francorosso Tour Operator).

 

Il Dr.Graziani, precedendo i saluti istituzionali, ha aperto l’incontro sottolineando l’impegno a rinsaldare i rapporti tra i paesi della massa eurasiatica, messi a rischio dalla strategia di destabilizzazione atlantista basata sull’ingerenza in nome dei “diritti umani”.

Queste manovre, portate avanti principalmente da USA e GB, individuano in un primo momento le aree geografiche da demonizzare e dopo averle assoggettate tentano di controllarle attraverso quella che si può definire la “colonizzazione anglosassone”.

L’operatore di Francorosso ha invece illustrato con l’ausilio di un bellissimo video le grandi opportunità turistiche offerte dall’Uzbekistan, dando forte rilevanza alla peculiarità culturale di quell’area geografica.

L’intervento di S.E. Ambasciatore Ganiev ha ricordato come ormai democrazia e libero mercato siano scelte irreversibili per l’Uzbekistan e che, nonostante la crisi economica globale l’interscambio commerciale con l’Italia sia in crescita costante.

Non soltanto grazie all’esportazione di materie prime ma anche attraverso la modernizzazione di alcuni settori produttivi interni, chimico, automobilistico, cuoio … le esportazioni dall’Uzbekistan verso il resto del mondo hanno conosciuto un certo incremento.

Il Dr. Juldashev ha sottolineato le numerose intese con l’Europa: l’Accordo sulla cooperazione del 1 luglio 1999 e la Convenzione bilaterale con l’Italia, dalla quale c’è un forte interesse ad importare prodotti di qualità.

Infine il Prof. Caselli ha elogiato il controllo operato dal Governo di Tashkent durante il periodo della transizione dal comunismo ad un’economia di mercato, che ha permesso alla struttura di tipo sovietico dell’Uzbekistan di gestire il processo di apertura molto meglio rispetto ad altre nazioni dell’ex URSS.

I dati più incoraggianti sono infatti ravvisabili sia nell’aspettativa di vita che nel reddito, che sono calati in maniera molto meno brusca se paragonati a quelli dei paesi vicini dopo il 1989 e che hanno retto bene anche dopo la crisi del 2008.

Lo Stato in Uzbekistan opera ancora uno stretto controllo sia sul sistema bancario che su quello industriale, mentre grazie al dinamismo dei propri istituti di ricerca i “cervelli” migliori rimangono in patria.

Gli unici problemi, peraltro comuni a tutta l’area, riguardano quelli della diversificazione produttiva e della necessità di modernizzazione, specie in vista della penetrazione economica cinese.

Dal punto di vista geopolitico, invece, dopo una breve fase di partnership con gli Stati Uniti l’Uzbekistan si è man mano riavvicinato alla Russia e rimane molto interessante capire quali saranno le prossime mosse di questo paese dopo le recenti dichiarazioni di Vladimir Putin sulla costituzione dell’ “Unione Euroasiatica”.


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