Di seguito riportiamo la traduzione di un articolo comparso sul quotidiano boliviano LA RAZÓN mercoledì 9 novembre e riguardante il recente accordo bilaterale tra Bolivia e Stati Uniti. Come avvenuto altre volte questi accordi bilaterali nel concreto hanno dimostrato un’asimmetria in favore del Paese maggiormente sviluppato – nel caso specifico gli Stati Uniti. Tale asimmetria si giustifica con una, oggettiva, disuguaglianza nella forza contrattuale delle parti in causa. Questa tipologia di accordi tende a garantire al Paese forte, l’accesso a “buon mercato” alle risorse del Paese debole. Di contro, lo Stato debole, si assicura un flusso di capitale utile per arricchire le casse pubbliche – ed eventualmente la classe dirigente – nel breve periodo. Si può ben capire che questa tipologia di accordi hanno avuto nella maggior parte dei casi uno scarso valore nella cooperazione di medio-lungo periodo. Quanto affermato è riscontrabile nello stesso rapporto che lega USA e Bolivia. Proprio nell’articolo che segue si richiama molto spesso l’attenzione ad un accordo bilaterale naufragato nel 2008 a causa della palese ingerenza economico-politica venutasi a verificare. A distanza di tre anni gli stessi attori istituzionali provano oggi a riallacciare i rapporti stando ben attenti a proclamare l’intento di reciprocità (simmetria) tra le parti. Sarà l’ennesimo tentativo da parte degli USA di migliorare – e non è un caso dire “migliorare” al posto di “consolidare” vista la crisi economico-finanziaria degli ultimi anni – la propria posizione sullo scacchiere geoeconomico globale, o siamo realmente dinanzi ad un tentativo di generare sinergie utili al miglioramento delle economie di ambedue i Paesi interessati? La risposta a tale quesito ci può pervenire, ovviamente, dal progredire concreto del trattato che unisce oggi la Bolivia agli Stati Uniti. (WB)

 

Tratto da LA RAZÓN, mercoledì 9 Novembre 2011:

 

Accordo con gli USA prevede il consenso nell’uso di aiuti.

 

Consenso. Operazione “da Stato a Stato” e volontà di rafforzare i legami commerciali.

Il testo dell’accordo tra Bolivia e Stati Uniti annulla l’unilateralità nella collaborazione statunitense, non implica il ritorno dell’agenzia antidroga DEA in Bolivia e apre ad una facilitazione commerciale, afferma il Governo, per la quale il patto garantisce il reciproco rispetto.

 

Il presidente in carica, Álvaro García, ha detto durante una conferenza stampa che la cooperazione tra i due Paesi sarà “da Stato a Stato” e che quindi il Paese nordamericano rinuncia a definire unilateralmente l’amministrazione della sua cooperazione con la Bolivia. La modalità descritta, afferma il presidente García, è inedita per lo meno per quanto concerne le nazioni della Regione Sudamericana.

 

Nel 2006, anno nel quale assunse la presidenza Evo Morales, la cooperazione statunitense raggiunse 136 milioni di dollari; cifra che si ridurrà a 35 milioni nel 2012. “Tutti i tipi di collaborazione passeranno tramite lo Stato. Non ci sarà nessuna sottomissione del Governo boliviano nei confronti del Governo nordamericano”, ha affermato García, che ha aggiunto che l’accordo non implica il ritorno della DEA.

 

L’agenzia antidroga fu espulsa nel 2008 dalla Bolivia, accusata d’ingerenza politica. Ieri, Morales ha negato qualsiasi possibilità che l’agenzia torni ad operare in Bolivia. “Sono stato vittima e ho visto i soldati americani che comandavano i boliviani” ha affermato in una conferenza stampa durante la riunione straordinaria dei presidenti della Comunità Andina delle Nazioni (CAN) di Bogotà, Colombia.

 

La Paz e Washington hanno firmato lunedì l’accordo reciproco che traccia le basi della nuova relazione e dà peso alla reintroduzione degli ambasciatori, espulsi da ambo i Paesi nel 2008. Il documento prevede una relazione bilaterale con il rispetto della sovranità dei due Stati e sulla loro integrità territoriale e promuove lo sviluppo umano, economico, sociale e culturale in un modo sostenibile dal punto di vista ambientale.

 

Inoltre ci si accorda sul sostegno ad azioni efficaci per la cooperazione contro la produzione ed il traffico illecito di stupefacenti, basate su una ripartizione delle responsabilità. I deputati dell’opposizione Tomas Monasterios e Wilmer Cardozo hanno convenuto che l’accordo dovrà cedere il passo al ritorno dell’agenzia statunitense DEA.

 

García ha rifiutato la posizione dei legislatori oppositori ed ha qualificato l’agenzia come un “meccanismo di ricatto politico” in Bolivia.

 

Il documento prevede anche il potenziamento delle relazioni commerciali attraverso il Consiglio di Commercio e Investimento. Il vice-cancelliere Juan Carlos Alurralde, che ha firmato l’accordo con la Sottosegretaria di Stato per la Democrazia e le Problematiche Generali degli Stati Uniti, Maria Otero, ha spiegato ieri alla rete televisiva Patria Nueva che ci saranno strutture commerciali apposite.

 

García ha sottolineato che il commercio con il Paese del nord non subirà alterazioni a causa delle complesse relazione bilaterali risalenti al 2008, mentre Morales ha indicato che l’accordo evidenzia un punto di inflessione.

Per la prima volta dalla fondazione della Bolivia, gli Stati Uniti rispetteranno le norme boliviane, così come la Costituzione e tutte le leggi del popolo boliviano; finisce così la subordinazione, la prostrazione”.

 

APPLAUDONO ALL’ACCORDO

 

Imprenditori

Il presidente dell’Istituto Boliviano Del Commercio Estero (IBCE), Wilfredo Rojo, ha qualificato “di buon auspicio” la firma dell’accordo intercorso tra Bolivia e Stati Uniti . “”Abbiamo molto da fare in questo accordo”, assicura.

 

Washington dice che si restaurerà la relazione.

Con la sottoscrizione dell’accordo, il governo di Barack Obama spera di ricomporre del tutto la relazione diplomatica con la Bolivia per lavorare in diverse aree dell’accordo, inclusa quella della sicurezza.

La posizione l’ha resa nota la portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Victoria Nuland, che ha affermato che l’accordo bilaterale “è un passo positivo nelle nostre relazioni bilaterali e speriamo possa servire a restaurare le nostre relazioni diplomatiche, incluso il ritorno degli ambasciatori”.

 

Bolivia e Stati Uniti hanno firmato lunedì un accordo reciproco nel quale si stabiliscono i lineamenti della relazione e traccia il percorso per il ripristino degli ambasciatori. Secondo l’agenzia AFP, Nuland ha affermato che gli Stati Uniti chiedono di “implementare i programmi nelle aree prioritarie della relazione e della sicurezza”.

 

La Paz e Washington hanno iniziato le negoziazioni per questo accordo nel 2009, un anno dopo che il presidente Evo Morales espulse l’ambasciatore statunitense Philip Goldberg e l’agenzia antidroga DEA. Morales ha affermato ieri a Bogotà che con la firma dell’accordo con il Paese del nord “si rispetterà prima di tutto la norma Boliviana. Ci sarà un reciproco rispetto”.

 

La classe dirigente evita di parlare di candidature

Nella dirigenza evitano di parlare di possibili candidature ad ambasciatore boliviano negli Stati Uniti, anche considerando che deve essere una persona capace di far rispettare l’accordo di reciprocità. L’opposizione spera che sia un diplomatico esperto.

 

Il Vice-Presidente in carica Álvaro García ha spiegato che la designazione del rappresentante diplomatico è un’attribuzione che spetta al Presidente Evo Morales, che ha rifiutato di rilasciare ulteriori commenti. Nonostante ciò, ha segnalato : “devo iniziare a pensare alla questione”.

Carmen Dueñas ricopre attualmente la posizione di Incaricata dei Negoziati per stabilire rapporti diplomatici a Washington.

La deputata Marianela Paco (MAS) ha suggerito che il futuro ambasciatore dovrà essere una persona che faccia rispettare la sovranità. “Deve essere qualcuno che abbia la capacità di far rispettare i nostri diritti ed evitare l’ingerenza”.

 

Per il suo collega Franklin Garvizú la nuova autorità deve “avere la capacità di far rispettare ciò che stabilisce il nuovo accordo di corrispettività, cioè, evitare l’ingerenza e soprattutto che si rispetti la nostra sovranità”.

 

Il senatore dell’opposizione Bernard Gutiérrez sostiene che il Presidente deve optare per un diplomatico di esperienza. “il Governo non deve più gestire un discorso anti-neoliberale, con attacchi, per questo il nuovo ambasciatore deve essere una persona capace di evitare problemi”, ha dichiarato.

 

Il Presidente dovrebbe nominare la nuova autorità, ad assumere le funzioni necessarie all’approvazione della legislatura e, finalmente, del Paese di destinazione.

 

La Paz e Washington hanno sottoscritto lunedì un accordo reciproco che stabilisce le linee guida della nuova relazione che è stata fatta per una completa relazione. Morales espulse nel 2008 l’ambasciatore statunitense Philip Goldberg, accusandolo di ingerenza e cospirazione, Simile decisione prese il Paese del nord con Gustavo Guzmán.

 

(Traduzione di William Bavone)

 


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