Lo scorso 31 maggio, le Forze Armate dello Stato terrorista israeliano hanno attaccato la nave civile con bandiera turca “Mavi Marmara” la quale, insieme con altre navi di una flottiglia civile, trasportava aiuti umanitari destinati a lenire la disperata situazione della popolazione di prigionieri civili di quell’immenso Campo di Concentramento amministrato dai sionisti israeliani che ha per nome Gaza. Nel Grande Auschwitz di Medio Oriente, 1.500.000 palestinesi languiscono indifesi di fronte alla brutalità e alla discriminazione dell’invasore israeliano. La “comunità internazionale” non sta facendo nulla per fermare quest’obbrobrio, per il semplice fatto che tutti –dai grandi come gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Russia, l’Unione Europea e il resto del mondo, compresa l’Argentina- sono consapevoli che “il sionismo internazionale detiene un controllo spietato e determinante nei massimi vertici decisionali e nelle molle del potere mondiale”.

Sembrerebbe che Israele stesse cercando un qualsiasi pretesto per dare inizio a un conflitto bellico nella Regione, il quale gli consenta di portare a termine il suo più volte annunciato scontro unilaterale contro la Repubblica Islamica dell’Iran, il che in questi ultimi tempi gli è diventato difficile. Ora, sembra che Israele sta raddoppiando la scommessa, generando “fatti decisivi” che gli consentano di affondare il mondo in una gravissima crisi che –così se lo auspicano-, gli darà l’appiglio che andavano cercando per iniziare questa spaziosa passeggiata militare, con la consapevolezza che il suo potere di fuoco è enorme, poiché Israele è l’unica potenza in Medio Oriente in possesso di armi di distruzione di massa. Il dramma dell’attuale situazione radica sul fatto che il suo comportamento consistentemente bellicoso, irrazionale, genocida e irresponsabile è prova della sua palese volontà di volerle utilizzare.

Israele sente il bisogno di tramare per trascinare gli Stati Uniti, affinché nuovamente combatta la SUA guerra contro l’Iran. Così come quando ci riuscì perché combattesse la sua guerra contro il regime di Saddam Hussein in Iraq nel 2003, lasciando più di 1.300.000 iracheni morti e il paese distrutto, tutto questo con la montatura di inesistenti “armi di distruzione di massa”. Il ricercatore Yamin Zakaria (laureato al Queen Mary College, Università di Londra) nel suo blog “Radical Views”, ha compilato una dozzina di ragioni per le quali la Comunità Internazionale deve fermare Israele. Prendendo in considerazione il fatto che l’influenza sionista pro israeliana fa sentire anche il suo pesante stivale nella nostra Argentina, è imprescindibile che l’opinione pubblica argentina prenda piena coscienza di quello che significa tutto ciò. Soprattutto se si prendono in considerazione i casi imbarazzanti di “attacchi sotto falsa bandiera” all’AMIA (1994) e all’ambasciata (1992), dove i successivi governi codardi pro sionisti di Carlos Menem, Fernando de la Rua e, ora, la coppia delittuosa Kirchner, si arresero vilmente davanti alle pressioni, imposizioni e interferenze da parte di organizzazioni sioniste d’urto locali come l’AMIA, la DAIA e l’OSA, i mezzi economici e politicamente fedeli al sionismo come “La Nazione” e “Clarin” e l’esercito dei portavoce pro sionisti che hanno un accesso senza riserve nel mondo dei media.

Ricordiamo che il sionismo è un’ideologia politica fondamentalista, razzista, violenta, fedele alle metodologie terroriste e conta tra i suoi milioni di accoliti non solo un settore della comunità ebraica mondiale, ma anche una grande quantità di non ebrei o “gentili”. Ad esempio: l’attuale vicepresidente (nominalmente cattolico) degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato il 7 aprile 2007 alla televisione israeliana “Shalom Tv” che “non è necessario essere ebreo per essere sionista; io sono sionista!. Certo che lo è e le sue dichiarazioni sono state molto sincere…”

Ma, una gran parte delle comunità ebraiche di tutto il mondo e in Argentina non sono sioniste. È per questa ragione che rinnoviamo l’appello a quest’ampio settore di opinione ebraico, affinché adotti una chiara posizione di fronte a questi fatti e prendano pubblica distanza dalle organizzazioni che fanno apologia del delitto di genocidio, come lo sono l’AMIA, la DAIA e altre sia in Argentina sia nella regione.

DODICI BUONE RAGIONI PER FERMARE LO STATO TERRORISTA D’ISRAELE

1.      Aggressioni contro i suoi vicini Iraq e Iran. L’Iraq non ha mai posseduto armi di distruzione di massa. Tuttavia, quella nazione è stata distrutta dalla geopolitica sionista incastonata nella struttura di potere del governo Bush negli USA e di Blair nel Regno Unito. Adesso, pretendono di fare la stessa cosa con l’Iran, paese che non ha mai invaso né aggredito a nessuno dei suoi vicini. Tutto l’opposto, Persia/Iran si è visto reiteratamente aggredito –incluso, invaso- dal Regno Unito, l’ex Unione Sovietica e gli Stati Uniti. Attualmente, Israele ha spostato due dei suoi sottomarini con armi nucleari verso le coste prossime all’Iran…

2.      Israele è una Potenza Nucleare Clandestina. L’unica potenza con armi atomiche di distruzione di massa in Medio Oriente è Israele. Israele si rifiuta di sottoscrivere il Trattato di Non Proliferazione delle Armi Nucleari e si rifiuta di consentire un’ispezione internazionale del suo arsenale nucleare. Documentazione recentemente declassificata dimostra che Israele offrì somministrare armi nucleari al vecchio regime razzista dell’Apartheid in Sudafrica, il che appare totalmente coerente con la dottrina di estremo razzismo della sua classe dirigente dalla sua fondazione fino ai giorni nostri.

3.      Israele pratica il terrorismo di Stato. Nel 1948 Israele s’impose alla Palestina, mediante un agire terroristico che spostò illegalmente e violentemente milioni di palestinesi dalla loro terra millenaria. Questo crimine fu commesso grazie alla passività delle grandi potenze, il che documenta il livello di controllo esercitato dal sionismo sugli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Russia (in precedenza, URSS). Essendo in guerra permanente con i suoi vicini islamici, Israele si è contraddistinto per essere stato fomite di discordia, sangue, violenza e vessazioni nei territori occupati. Secondo il ricercatore ebreo nordamericano anti sionista, Norman Finkelstein, autore del libro, L’industria dell’Olocusto: riflessioni sullo sfruttamento della sofferenza giudea”, Israele è uno Stato pazzoide armato di bombe atomiche, che rappresenta la vera minaccia alla pace e alla sicurezza della regione.

4.      Israele agisce illegalmente. Israele da sempre ha violato impunemente innumerevoli risoluzioni delle Nazioni Unite da quando s’impose nel 1948. Fino ad oggi continua a costruire insediamenti illegali nella sponda occidentale del fiume Giordano, eloquente indizio della sua brama perché non ci sia pace nella regione. Su ciò fa affidamento dell’appoggio diplomatico, militare, economico e mediatico offerto dagli Stati Uniti e da buona parte dell’Unione Europea.

5.      Israele utilizza metodi mafiosi. Sistematicamente ricorre all’assassinio impune e codardo, come nel caso dell’uccisione del comandante di Hamas a Dubai, Mahmoud al-Mabhouh, perpetrato dal suo servizio d’intelligenza Mossad, mediante agenti che utilizzarono passaporti rubati e falsificati a cittadini dell’Unione Europea, in particolare quelli britannici.

6.      Genocidio di massa a Gaza. Agli inizi del 2009, Israele massacrò gli abitanti di Gaza sparandogli contro bombe al fosforo e armi chimiche dagli elicotteri d’artiglieria (generosamente forniti dagli Stati Uniti), contro la popolazione civile, scuole, ambulanze e ospedali. Quest’azione fu qualificata come crimine di guerra da una commissione investigatrice dell’ONU, presieduta dal giudice ebreo sudafricano, Richard Goldstone, il quale riferì che ciò che aveva visto in Palestina gli ricordò quanto era accaduto agli ebrei a Varsavia, Germania e Austria sotto il nazismo. Israele uccise a 1.5000 palestinesi, nella loro maggioranza civili, contro i 12 israeliani morti dalla difesa palestinese: evidentemente le munizioni di guerra sono molto più effettive delle pietre dell’intifada.

7. Israele si fa beffe dell’ONU. Lo spregio manifestato da Israele alle Nazioni Unite e a tutta la “comunità internazionale” si rese evidente non solo durante l’invasione di Gaza nel gennaio del 2009, ma anche quella commessa contro il sud del Libano a metà del 2006. In entrambi i casi, le loro forze armate attaccarono reiteratamente i posti d’osservazione e le installazioni dell’ONU, così come i giornalisti. Nel marzo del 2003 massacrò la giovane attivista americana Rachel Corrie, la quale pensava di bloccare un bulldozer militare israeliano che si accingeva a demolire un’abitazione palestinese. Il bulldozer gli passò sopra, uccidendola, e continuò con il suo lavoro di demolizione (si vedano le foto sconvolgenti in: http://www.peacewithrealism.org/corrie.htm). I grandi mezzi di comunicazione globali e locali, saldamente controllati dal sionismo internazionale preferiscono “non turbare i nervi dell’umanità con questo caso” (per parafrasare il grande e lucido scrittore argentino Hugo Wast). Precisamente, una delle navi della “flottiglia per la libertà” che in queste ore vuole portare aiuti in Palestina è stata battezzata “Rachel Corrie”, in onore di questa giovane martire del sionismo.

8.      Israele è uno Stato razzista. Il comportamento della dirigenza sionista israeliana rispecchia la sua politica ufficiale di pulizia etnica in Palestina, poiché sistematicamente prende donne e bambini come bersagli preferiti per i suoi assassinii e mutilazioni. In gran parte, ciò si deve a che la popolazione palestinese cresce a un ritmo molto superiore di quello della popolazione israeliana, il che impedisce di rendere attuabile la proiezione dello Stato ebraico nel medio e lungo termine. Questo fattore è aggravato dall’esclusivismo razziale che gli ebrei sionisti praticano nei confronti delle altre etnie e comunità che tendono a mescolarsi pacificamente e generosamente.

9.      Israele: uno Stato teocratico privo di una Costituzione. Israele in nessun modo è “la grande democrazia del Medio Oriente”, tanto vantata dai mezzi di comunicazione globale. Quest’apparenza nasconde la terribile realtà di tirannia e oppressione dell’occupazione militare in Palestina, infinitamente peggiore di quella praticata dalla Germania contro la Francia durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante i produttori cinematografici hollywoodiani, centro della propaganda sempre compiacente al sionismo e all’esercito degli opinionisti locali e internazionali che propagano le loro bugie mediante la Tv, la radio e la “grande” stampa servile.

10.   Israele applica un’ipocrita doppio standard. Israele è uno Stato razzista che pratica l’odio e l’intolleranza contro tutti i non ebrei. La politica sionista del “diritto al rientro” in Palestina significa che ciascun giudeo che si trova in qualsiasi parte del mondo ha diritto di emigrare in Palestina e occupare le terre arabe, nel frattempo i milioni di rifugiati palestinesi che sono stati sgomberati nel 1948 sono privi di ogni diritto di ritornare alle loro terre millenarie. Un’evidente e flagrante violazione del “diritto internazionale” guidato dai potenti di questo mondo, i quali, a loro volta, sono subordinati al sionismo. Qui si capisce perché né Israele né gli Stati Uniti sottoscrissero il trattato di Roma del 1998 con il quale s’insediò la Corte Internazionale di Giustizia…

11.   Gaza è “l’Auschwitz del Medio Oriente”. Israele ha creato a Gaza il maggiore campo di concentrazione del mondo, esercitando un assedio illegale per aria, terra e mare, il quale si è rafforzato fino ai limiti demenziali negli ultimi quattro anni. L’ONG Amnesty International ha definito ciò come una flagrante violazione del diritto internazionale. Ma certo, i grandi mezzi di comunicazione non hanno mai informato di ciò né –tanto meno- l’hanno drammatizzato “alla Hollywood”. Essi si preoccupano solo d’imporre al mondo, “ad nauseam”, il mito dell’Olocausto (MR), mistificazione diffusa da più di mezzo secolo con il chiaro obiettivo di generare correnti simpatizzanti nei confronti degli israeliani, ciò consente loro di fare quel che vogliono con la massima impunità. Al “teologizzare” un fatto storico –la persecuzione degli ebrei europei durante il nazismo- “l’Olocausto” presenta quindi delle evidenti tendenze teologiche per la ventura “religione” del nuovo ordine mondiale: rimpiazzare il Sacrificio del Messia sulla croce per la redenzione di tutta l’umanità con lo sterminio di sei milioni ad Auschwitz per colpa di tutta l’umanità. Sotto quest’aspetto si capisce la dogmatizzazione esclusivista “dell’Olocausto”, la quale inserisce la strage dei giudei in una categoria unica nella storia, stigmatizzando come anatema, la sua serena valutazione e ricerca. In alcuni paesi come Germania, Francia, Austria, Canada, Belgio, Olanda e Spagna è previsto persino il carcere… Un chiaro esempio di “crimine del pensiero” come aveva previsto George Orwell nel suo angoscioso romanzo “1984”, controllato dal Grande Fratello…

12.   Pirateria in alto mare. Adesso, Israele aggredisce in forma illegale, smisurata e criminale una nave con bandiera turca che naviga in acque internazionali del Mar Mediterraneo, trasportando vitale aiuto umanitario e attivisti favorevoli della causa palestinese, è obbligata a cambiare rotta verso un porto militare israeliano, uccidendo almeno 19 passeggeri e sequestrando il resto, compreso l’equipaggio. Ciò è stato compiuto al buio, usando elicotteri di artiglieria, comandi tipo SWAT e armi cariche con munizioni di guerra. Gli israeliani avrebbero potuto ispezionare facilmente quest’imbarcazione una volta arrivata al porto nel caso in cui avessero avuto il sospetto che trasportasse armi. Questa flottiglia aveva già approdato su altri porti europei senza problemi, il Grande Scagnozzo del Medio Oriente ha preferito il sangue e la violenza con il suo esito di morte e di sangue.

Questo scandaloso modello di comportamento da parte dello Stato terrorista d’Israele è un’infamia per tutta l’umanità che sta guardando con occhi attoniti e inermi.

È arrivato il momento che i popoli liberi e dignitosi fermino questo cane rabbioso che ordina uccisioni ovunque, dalla sua sede di potere politico a Tel Aviv, stimolato da quello che Gesù Cristo identificò come la grande “sinagoga di Satana” (Ap. 2,8-11)

Sappiamo che, tristemente, governi codardi come quello rappresentato dalla coppia sionista Kirchner in Argentina, non si azzarderebbero mai a schierarsi contro tanta violenza e follia. Per questa ragione, siamo i popoli di tutti i paesi quelli che devono esigere ai governi che sia applicata una meritevole punizione allo Stato terrorista israeliano.

Immagini per un momento il lettore quello che oggi avrebbero urlato gli Obama, Sarkozy, Merkel, Clinton, Kirchner, Netanyahu, Uribe, Calderón, Camerón, Rodríguez Zapatero, Berlusconi e altri pappagalli, se quest’azione di barbarie l’avessero commessa, ad esempio, la Repubblica dell’Iran, o la Siria, o la Malasia o il Libano… In quel caso sì, in quanto piagnucoloni e ipocriti commedianti, si starebbero squarciando le vesti chiedendo rappresaglie, sanzioni, vendette, punizioni, invasioni (seguiti dagli operativi “Memoria”, “Mai più” e “Olocausto (MR)”…), e altre azioni rigorosamente pretese da coloro che, in ultima istanza, sono i veri padroni di questo mondo oppresso: i sionisti internazionali, tanto nella loro variante giudaica quanto quella non giudaica (è incredibile che questi ultimi rappresentino una schiacciante maggioranza, anche se lo sono per codardia, ignoranza o grossolana stupidità).

Il grande ostacolo per la pace in Medio Oriente è Israele. Il sionismo sta battendo i tamburi di guerra e deliberatamente sta per innescare la miccia affinché scoppi una terribile conflagrazione mondiale che costerà la vita a decine di milioni di persone. Sanno che quella è l’unica opportunità che hanno a disposizione per raggiungere il loro obiettivo geopolitico d’imporre un Governo Mondiale sotto lo scettro di un Re del Mondo, discendente del seme di Davide, che un giorno sognano di incoronare a Gerusalemme.

Il mondo deve fermarli. Esigiamo ai nostri governanti, mezzi di comunicazione e comunità che prendano una chiara posizione a favore della pace.

Nel nostro tempo tacere è uguale a collaborare, perché chi tace, acconsente.

(trad. di V. Paglione)

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