Fonte: Postcards from the Revolution – http://www.chavezcode.com/ 2010-01-09

Caracas, 9 gennaio 2009 – la violazione di ieri dello spazio aereo venezuelano da parte di un aereo militare un P-3 degli USA, è un altro esempio dell’escalation di provocazioni contro il Venezuela e la prova del pericolo che la presenza militare statunitense rappresenta per la regione. Durante una trasmissione in diretta televisiva, la sera dell’8 gennaio, il presidente Hugo Chávez ha rivelato che alle 12:55 precedenti di quel giorno, un aereo militare statunitense P3 è decollato dalla base aerea nella vicina Curaçao, ed è entrato nello spazio aereo venezuelano per circa 15 minuti. Due caccia F-16 venezuelani hanno intercettato il velivolo militare straniero, pronti a scortarlo fuori dal territorio venezuelano. “Quando gli F-16 hanno tentato di comunicare con l’aereo degli Stati Uniti, si è subito allontanato verso nord, ma in seguito è tornato“, ha annunciato il Presidente Chávez. Ha detto che alle 1:37 pm, orario del Venezuela, l’aereo da guerra è tornato e ha volato per circa 19 minuti all’interno del territorio venezuelano. “E’ stato scortato fuori e tallonato dai nostri F-16, non abbiamo fatto decollare i Sukhoj“, ha aggiunto Chávez.

Il Pentagono ha negato la violazione dello spazio aereo venezuelano, ma l’esercito venezuelano ha video e immagini fotografiche dell’incursione del velivolo da combattimento USA di ieri.

Pochi giorni prima, il vice-presidente venezuelano Ramón Carrizalez aveva pubblicamente denunciato l’intromissione di un aereo militare statunitense, anch’esso proveniente dalla base aerea di Curaçao, nel 2009. I governi di Washington e Olanda hanno negato la violazione ancora, Carrizalez ha rivelato una registrazione audio tra la torre di controllo dell’aeroporto venezuelano e il pilota statunitense, mentre era all’interno dello spazio aereo venezuelano. Il pilota ha dichiarato chiaramente che stava volando su un aereo della marina militare degli Stati Uniti di stanza presso la base di Curaçao. Ha sostenuto d’ignorare la violazione del territorio venezuelano, affermando che era “inconsapevole“, e che era entrato in una zona autorizzata. Ma l’aereo militare statunitense, non solo aveva appena attraversato un confine che pochi potrebbero sostenere essere difficile da visualizzare, ma il pilota aveva volato sulla strategica base militare venezuelana di La Orchila, una piccola isola al largo della costa nord del Venezuela, chiaramente ben all’interno del territorio venezuelano. Questo non è stato un incidente isolato.

Dal 2008, Washington ha aumentato la sua presenza militare e d’intelligence sulla piccola isola olandese di Curaçao, dove vi mantiene una Forward Operating Location (FOL) dal 1999. Il contratto iniziale tra l’Olanda e Washington, prevedeva l’uso di Curaçao per le operazioni antidroga. Ma dopo l’11 settembre 2001, Washington ha iniziato a utilizzare le sue installazioni militari in tutto il mondo per combattere le “minacce terroristiche” e le minacce contro gli interessi degli Stati Uniti, e in alcuni casi, come a Curaçao e Aruba, violando i termini dei precedenti accordi militari, che autorizzava solo operazioni antidroga o missioni umanitarie.

Dal 2006, le operazioni degli Stati Uniti a Curaçao, non erano solo operazioni dell’US Air Force per missioni antidroga, ma la chiara presenza di US Navy, Marines, Esercito, Forze Speciali e CIA si era imposta nella piccola isola dei Caraibi. Insieme, i militari USA e membri della comunità di intelligence hanno condotto esercitazioni ed operazioni congiunte per combattere una “minaccia potenziale nella regione“. Allo stesso tempo, l’amministrazione Bush stava cercando di segnalare il Venezuela come uno stato sponsor del terrorismo, nonostante la mancanza di qualsiasi prova per una tale grave accusa.

L’arrivo di portaerei, navi da guerra, aerei da combattimento, elicotteri Black Hawk, sottomarini nucleari e di migliaia di soldati Usa nelle acque di Curaçao, per partecipare a “esercitazioni congiunte“, ha provocato allarme nella regione. Il Comandante della USS Stout, una delle navi da guerra che attraccò a Willemstad, durante la primavera del 2006, ha dichiarato alla stampa di Curaçao, l’11 aprile 2006, “… noi siamo la forza navale più potente del mondo e gli Stati Uniti dovranno difendere i propri amici nella regione, in tutte le circostanze.” Il comandante Thomas K. Kiss ha anche esclamato che la sua potente nave rappresentava “… una presenza formidabile nel difendere gli interessi USA nella regione.”

Così nel 2006. Nel 2008, la posta in gioco è stata alzata. Washington ha tentato di porre formalmente il Venezuela nella lista del terrorismo, anche se il Congresso non ha mai approvato la richiesta, a causa della dipendenza dal petrolio. Ma nel luglio del 2008, la IV Flotta della Marina degli Stati Uniti è stata riattivata, dopo quasi 60 anni, per “dimostrare la potenza e la forza degli Stati Uniti nella regione“. Nel 2009, un accordo militare tra la Colombia e Washington è stato concluso, permettendo al Pentagono di occupare e utilizzare sette basi militari e qualsiasi installazione civile necessaria nel territorio colombiano. I documenti dell’US Air Force, che giustificano l’accordo e le richieste di bilancio per migliorare le installazioni militari colombiane, hanno sottolineato la necessità di combattere “… la costante minaccia dei … governi anti-Usa nella regione” e ad impegnarsi in missioni di Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione, nonché a migliorare la capacità delle forze armate degli Stati Uniti di eseguire “Guerre di Spedizione” nella regione.

Nel dicembre 2009, il presidente Chavez ha denunciato l’individuazione di un drone statunitense, che aveva violato il territorio venezuelano, provenendo dalla Colombia.

Una pubblicazione del Dipartimento di Stato, del 2006, classificava le isole olandesi di Aruba, Bonaire e Curaçao come “Terza frontiera degli Stati Uniti“, che vedeva le colonie dei Caraibi parte della frontiera “geopolitica degli Stati Uniti“. In reazione alla crescente presenza militare USA a Curaçao, un giornalista locale ha commentato, visitando una delle navi da guerra degli Stati Uniti, “Dopo aver lasciato la nave da guerra, abbiamo avuto la sensazione che, tutto ad un tratto, siamo divenuti molto importanti…”

Traduzione di Alessandro Lattanzio


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