Pubblichiamo, a titolo di documentazione, il comunicato ufficiale emesso dal movimento brasiliano Nova Resistência sulle elezioni del 2018.

 

Il vero Jair Bolsonaro

“Sarà la competizione fra il Diavolo e Satana, e a vincere sarà l’inferno” (Leonel Brizola)

Le drammatiche elezioni brasiliane del 2018 sono finalmente giunte al termine con la prevedibile vittoria di Jair Bolsonaro, che ha ottenuto la maggioranza dei voti sconfiggendo alla seconda tornata il suo avversario del Partito dei Lavoratori. Milioni di Brasiliani, compresa una considerevole parte della classe lavoratrice, hanno affidato il destino della Patria all’ex capitano, rigettando l’eredità lasciata dal Partito dei Lavoratori dopo circa un quindicennio di governo.

Oggi il lascito del Partito dei Lavoratori viene percepito dalla popolazione per lo più come negativo. Si può legittimamente affermare che l’opposizione al Partito del Lavoratori sia il sentimento politico più diffuso fra le masse brasiliane. Ci sono delle esagerazioni.  Ci sono state operazioni di guerra psicologica da parte dello spionaggio statunitense. Molto si spiega con la mitologia costruita dal filosofo neocon Olavo de Carvalho. Tutto questo è vero, ma esistono delle verità innegabili e palpabili che spiegano l’opposizione al Partito dei Lavoratori: il senso di insicurezza non è mai stato più grande, la gente avverte l’onnipresenza della corruzione, il progetto economico basato sull’esportazione è fallito e ha rovinato l’economia, causando innumerevoli fallimenti e la disoccupazione di milioni di lavoratori.

Ecco il motivo della vittoria di Bolsonaro.

Ma spesso le apparenze possono ingannare: non dobbiamo confondere il Bolsonaro che è stato eletto col Bolsonaro di vent’anni fa – l’ufficiale patriottico secondo il quale il presidente neoliberale Fernando Henrique Cardoso doveva essere fucilato – e non confondiamo il Partito dei Lavoratori di queste elezioni col partito popolare organizzato intorno ad un sindacalismo cattolico che alcuni decenni fa emerse come un’alternativa al neoliberalismo “colpisci e terrorizza”.

No, Bolsonaro non è un patriota, non è un nazionalista. Il Partito dei Lavoratori e la sinistra progressista, sull’altro versante, non sono un’alternativa e non hanno la credibilità morale e l’energia popolare per essere una opposizione autentica.

Perché diciamo che Bolsonaro non è un vero patriota? Semplice: Bolsonaro ha dichiarato che la Foresta Amazzonica non è nostra, che il Brasile non deve avere un suo programma nucleare ed ha salutato la bandiera degli Stati Uniti. Ha votato per  l’emendamento sul limite della spesa, per congelare la possibilità di futuri investimenti pubblici.

Paulo Guedes, il Ministro del Tesoro che egli si è scelto, ha dichiarato che la riforma delle pensioni sarà il “primo grande punto” sul modello economico che lui e Bolsonaro vogliono realizzare. Temer, l’attuale presidente, ha già annunciato che gli darà il sostegno necessario affinché questa riforma venga approvata. Noi già conosciamo il modello di riforma antipopolare: è inutile tenere discorsi a favore della famiglia e contemporaneamente difendere una riforma delle pensioni che getterà nella miseria i nostri vecchi. Guedes è il banchiere fondatore del BTG Pactual, la banca d’investimenti che amministra tutti gl’investimenti di Soros in Brasile. La sua squadra economica di tecnocrati è piena di banchieri che lavorano, o hanno lavorato, per le più grandi banche collegate coi Rothschild e altre famiglie dell’oligarchia parassitaria internazionale.

Oltre ad essere contro la bomba nucleare brasiliana, la più valida garanzia di sovranità nazionale, Bolsonaro è un globalista atlantista. Nel suo allineamento atlantista, egli ha già promesso un sostegno assoluto a Israele, ha promesso di chiudere l’ambasciata palestinese e di trasferire a Gerusalemme l’ambasciata brasiliana. Il suo vicepresidente Hamilton Mourão ha già promesso il sostegno brasiliano ad un intervento militare statunitense contro il Venezuela. Bolsonaro è nemico di Asad ed ha anche detto che intende classificare Hezbollah come organizzazione terrorista.

Nel Piano di Governo di Bolsonaro, a pagina 32, si propone di “escludere dalla Costituzione ogni relativizzazione della proprietà privata, per esempio le restrizioni dell’Emendamento 81”. Che cos’è l’81° Emendamento Costituzionale, che Bolsonaro vuole abolire? È quello che ha modificato l’Articolo 243 della Costituzione, affermando che “Le proprietà rurali ed urbane in una regione del paese dove si trovino piantagioni psicotropi che illegali o lavoro di schiavi, saranno espropriate in conformità della legge e inserite in programmi di riforma agraria e di alloggi popolari, senza indennità per il proprietario e indipendentemente dalle altre sanzioni previste dalla legge, in conformità dell’articolo 5”.

In altre parole, in difesa della “proprietà privata” Bolsonaro renderà più facile la vita di grandi latifondisti criminali che sfruttano il lavoro servile e sono collegati coi trafficanti di droga.

Nel 2003 Bolsonaro lodò gli squadroni della morte che agivano nello Stato di Bahia. Nel 2007 suo figlio, Flavio Bolsonaro, presentò un progetto di legge per legalizzare le milizie a Rio de Janeiro.

È questa la ragione per cui la famiglia mafiosa di Abrahão David, collegata alla criminalità russo-israeliana e al gioco d’azzardo illegale, ha offerto il suo sostegno a Bolsonaro. Lo stesso Flavio Bolsonaro ha fatto la campagna elettorale con questi gangster ed ha partecipato ad una marcia a Nilopolis con Farid Abrahão David, fratello del gangster Aniz Abrahão David, e col loro cugino Simão Sessin.

Sono queste le relazioni dietro il sostegno di Bolsonaro alla legalizzazione dei casinò e del gioco d’azzardo. Bisogna dirlo: le attuali milizie e gli squadroni della morte sono armi del crimine organizzato e parte di un progetto mafioso per organizzare operazioni criminali, per “pacificare” i quartieri in cui il traffico di droga possa svolgersi in maniera più “civile”.

Che vale la difesa della legge e dell’ordine se non si combatte contro i grandi capi del crimine, contro le alte gerarchie della corruzione e del banditismo? Ma questi grandi capi sono alleati di Bolsonaro, così come sono alleati di banchieri e di finanzieri come Paulo Guedes.

La morte del Partito dei Lavoratori

Che dire del Partito dei Lavoratori? Lasciamo che seppelliscano i loro morti.

La sinistra rappresentata dal Partito dei Lavoratori ci ha regalato Bolsonaro. Tutti i loro sforzi politici successivi alla democratizzazione ci hanno portato alla situazione attuale. Potremmo dire, senza timore di sbagliare, che le condizioni oggettive per la vittoria di Bolsonaro sono state create dal consolidamento del Partito dei Lavoratori come centro egemonico delle lotte popolari e dalle sue vittorie elettorali nelle ultime quattro consultazioni elettorali.

Gli uomini del Partito dei Lavoratori hanno attuato ed intensificato la politica economica dei loro predecessori del PSDB (Partito Social-Democratico Brasiliano), abbracciando un cartello bancario ed un progetto ha deindustrializzato il Brasile ed ha rafforzato la sua dipendenza dal sistema di produzione globale. Il Brasile è diventato ostaggio dell’affarismo agrario e delle esportazioni di materie prime, mentre le sue forze produttive sono state parassitate e vampirizzate fino ad essere quasi completamente distrutte.

Alle masse, il Partito dei Lavoratori ha venduto l’illusione di un consumismo che era indesiderabile e insostenibile prima che si inceppassero le nostre capacità produttive, inducendole a condividere una fantastica utopia: hanno creduto di appartenere ad una “nuova classe media”, dal momento che era loro concesso di comprare a credito, pagando i tassi d’interesse più alti del mondo.

L’istruzione è stata privatizzata, la sanità è diventata un affare, gl’investimenti pubblici sono stati strangolati e il governo ha scommesso sull’espansione del lavoro non qualificato, promuovendo così una bolla economica che, quando è scoppiata, ha affondato il paese.

Col Partito dei Lavoratori, il popolo brasiliano è diventato sempre più povero, sempre più sottoposto allo sfruttamento, sempre più distante dalla sua indipendenza. Per conservare l’egemonia sulle masse popolari, il Partito dei Lavoratori ha smobilitato i sindacati e ha messo i suoi tirapiedi in ogni altra organizzazione della classe lavoratrice. Inoltre la crisi della sicurezza pubblica, unita all’indifferenza dello Stato, a livelli urbani, statali e federali ha portato ad un enorme stupro popolare. Dopo tutto, la prima vittima della violenza urbana è proprio il lavoratore, schiacciato com’è fra rapinatori e spacciatori. Infine il Partito dei Lavoratori ha applicato uno schema di corruzione che ha nutrito i grandi affaristi ed ha permesso il riciclaggio di denaro attraverso il crimine organizzato e l’affarismo neopentecostale.

Senza avere nulla da offrire al Brasile, se non più efficienti strumenti per lo sfruttamento delle nostre risorse e della nostra forza lavoro a vantaggio del sistema finanziario internazionale, il Partito dei Lavoratori ha cercato di imporre al nostro popolo i dogmi di una religione cosmopolita che predica costumi stranieri ed ha offeso la religiosità del nostro popolo, finanziando movimenti abortisti e costruendo una militanza radicale femminista e omosessualista, il cui ideale di società è assolutamente estraneo al nostro retaggio culturale.

Allo sfruttamento economico del popolo, il Partito dei Lavoratori e la sinistra liberale che esso rappresenta hanno aggiunto l’oppressione etica, imponendo ai Brasiliani una identità postmoderna che viola le tradizioni del nostro popolo.

In generale, la sinistra progressista pretende di difendere le masse, ma odia tutto ciò in cui il popolo crede: la sua fede, la sua cultura, i suoi valori. Come potrebbe la sinistra liberale essere presa sul serio, quando proclama che in “Crackolandia” coloro che fanno uso di crack non sono resi schiavi dalla tossicodipendenza, che è sfruttata dai trafficanti di droga, ma sono invece individui che esercitano la loro libertà di scelta? Come può la sinistra liberale essere presa sul serio, quando difende la legalizzazione della droga e della prostituzione?

La sinistra liberale è fallita perché non rappresenta nessuno, al di fuori dei banchieri e di una classe media che pretende di essere occidentale, anziché brasiliana. I governi del Partito dei Lavoratori, con tutti i loro tradimenti, con tutte le loro contraddizioni e con tutti i loro presunti successi, hanno preparato il paese alla situazione presente. Tentando di trasformarci in una caricatura californiana, il Partito dei Lavoratori ha costruito un nemico che ci offre Miami e il Texas.

Noi abbiamo dato tutti gli avvertimenti possibili. Abbiamo detto per anni che il liberalismo progressista di sinistra ci getterebbe ai piedi della destra neocon, la più reazionaria e neoliberale possibile. In ogni momento, fin da quando siamo sorti, circa quattro anni fa, abbiamo cercato di portare la sinistra a sostenere i valori etici tradizionali delle masse brasiliane. Abbiamo cercato di farlo perché sapevamo che il Brasile può essere salvato soltanto dall’alleanza tra la giustizia sociale e la conservazione morale. Ad ogni passo siamo stati criticati ed attaccati, anche da quella piccola parte della sinistra che critica gli “eccessi” della sinistra liberale.

Le vie della ricostruzione

Che fare? È necessario costruire e consolidare un campo patriottico e populista che rappresenti l’autentico Brasile Profondo e i suoi valori: sicurezza pubblica e diritti di autodifesa, nonché difesa della famiglia contro il liberalismo cosmopolita, insieme con la protezione dei lavoratori e dei più poveri contro il capitalismo globalista e l’usura. Un sentiero patriottico, conservatore e laburista, che si ispiri al pensiero sociale cristiano, alla dottrinasociale della Chiesa, al distributismo, al nazionalismo di uomini quali Enear Carneiro e Leonel Brizola. Una quarta via, al di là di liberalismo, comunismo e fascismo.

Coloro che realmente amano la nazione, amano anche il suo popolo. Il nazionalismo senza la difesa delle masse è solo un discorso vuoto. Così come il socialismo senza sovranità nazionale.

Nuova Resistenza agisce per costruire questa via e fa appello ai nazionalisti di sinistra e di destra, ai seri conservatori, ai patrioti, ai laburisti, ai tradizionalisti, per creare una congregazione patriottica. Le differenze tra di noi non sono importanti. La sola cosa che adesso importa è di rimanere in piedi!

Libertà! Giustizia! Rivoluzione!


Sitografia

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Equipe de Bolsonaro discute legalização de cassinos no Brasil

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https://www.gazetadopovo.com.br/ideias/carta-de-haddad-aos-evangelicos-esconde-apoio-do-pt-ao-aborto-ao-kit-gay-e-a-ideologia-de-genero-8vyiex9yjqadg7s3gy4rsdi7l/

https://veja.abril.com.br/economia/bancos-lucraram-8-vezes-mais-no-governo-de-lula-do-que-no-de-fhc/


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