Non un trionfo, ma certamente una vittoria chiara e significativa: queste elezioni del Centenario della Repubblica sanciscono l’affermazione di Erdoğan e deludono le aspettative dell’“Occidente militante”. La sua vittoria infatti, come afferma Putin nel suo messaggio di congratulazioni, “costituisce una chiara prova del sostegno del popolo turco alla sua politica indipendente”.

Troverete nella scheda da noi preparata tutti i dati e i dettagli riguardanti gli esiti elettorali del 14 maggio, sia per quanto riguarda le elezioni presidenziali (risultati che hanno determinato il successivo ballottaggio del 28 maggio, vinto da Erdoğan) sia per quelle generali riguardanti il Meclis, il Parlamento turco. Le previsioni e i sondaggi sembravano in realtà preludere a un successo – seppure di misura – del cartello dell’opposizione nelle elezioni parlamentari, e ad un vantaggio del suo candidato Kılıçdaroğlu in quelle presidenziali; possibile veniva data anche una sua vittoria al primo turno (vale a dire, maggioranza assoluta dei suffragi). Queste previsioni venivano rafforzate dal ritiro negli ultimi giorni di campagna elettorale del candidato İnce, apparentemente a tutto vantaggio di Kılıçdaroğlu.

İnvece Erdoğan a sorpresa ha lasciato il rivale a 4 punti e mezzo di distanza, mentre il voto per il Parlamento – e questo è stato il dato più sorprendente – premiava le forze di governo in modo netto, conferendo la maggioranza assoluta dei seggi al Cumhur İttifakı (Alleanza del popolo).

Fra il primo e il secondo turno delle elezioni presidenziali si aggiungeva alla forza di Erdoğan l’apparentamento con il terzo candidato presidenziale, Oğan, autore di una buona prestazione al primo turno (oltre il 5 %). L’affermazione di Erdoğan al ballottaggio rispecchia dunque le premesse poste il 14 maggio (primo turno) e nei giorni successivi. Kılıçdaroğlu ha disperatamente tentato di rovesciare il risultato con macroscopiche accuse a Erdoğan (“Porterà altri dieci milioni di rifugiati siriani in Turchia”) nel tentativo di fare breccia sugli elettori di Oğan. Al ballottaggio Kılıçdaroğlu è in realtà riuscito a contenere la sconfitta tenendosi a 4 punti e 32 centesimi di distanza, ma senza potere effettuare il ribaltamento da lui pronosticato.

C’è comunque da sottolineare l’alta partecipazione al voto (intorno al 90 %) e per tutta la campagna elettorale la forte caratterizzazione ideologica manifestata da entrambi i contendenti; pur in presenza di un contesto in cui la congiuntura economica era centrale, sia Kılıçdaroğlu sia Erdoğan hanno presentato all’attenzione dei Turchi un diverso modello di Stato e di società: ed è stato quello del secondo, più distante dall’ideologia occidentale, a prevalere.

 

Elezioni presidenziali primo turno:

Erdoğan 49,50 %.  Kılıçdaroğlu 44,89 %. Oğan 5,17 %. İnce (ritirato) 0,44 %

Risultati a

  • Istanbul K 48,55 E 46,69 O 4,51
  • Ankara K 47,31 E 46,00 O 6,39
  • Regione mediterranea K 47,65 E 46,51
  • Egeo K 53,96 E 39,96
  • Marmara E 47,58 K 46,80
  • Mar Nero E 61,99 K 31,74
  • Anatolia centrale E 55,62 K 37,28
  • Anatolia orientale E 50,44 K 45,46
  • Anatolia sudorientale K 50,31 E 46,78

Legenda: E=Erdoğan K=Kılıçdaroğlu O=Oğan

Nei seggi all’estero Erdoğan ha prevalso conseguendo circa il 57 % dei voti contro il circa 39 % di Kılıçdaroğlu. Il presidente ha registrato un nettissimo 64-65 % in Francia e in Germania mentre lo sfidante ha registrato affermazioni in diversi altri Paesi, fra cui Regno Unito, Polonia e le nazioni baltiche

Elezioni presidenziali secondo turno:

Erdoğan 52,16 %. Kılıçdaroğlu 47,84 %

 

Elezioni parlamentari turno unico:

CUMHUR İTTİFAKI (Alleanza del popolo – candidato presidente Erdoğan) 49,46 % – deputati eletti 322 su 600 complessivi, di cui

Adalet Kalkınma Partisi 35,58 % – eletti 267

Milliyet Halk Partisi 10,07 % – eletti 50

Yeniden Refah Partisi 2,82 % – eletti 5

Büyük Birliği Partisi 0,99 % – nessun eletto

 

MİLLET İTTİFAKI (Alleanza della nazione – candidato presidente Kılıçdaroğlu) 35,02 % – deputati eletti 213, di cui

Cumhuriyet Halk Partisi 25,33 % – eletti 169, fra i quali 9 appartenenti al Saadet Partisi, 10 al Gelecek Partisi, 15 al Demokrasi ve Atılım Partisi e 3 al Demokrat Partisi

İyi Partisi 9,69 % – eletti 44

 

EMEK ve ÖZGÜRLÜK İTTİFAKI (Alleanza del lavoro e della libertà – sostiene come candidato presidenziale Kılıçdaroğlu) 10,54 % – deputati eletti 65, di cui

Yeşil Sol Partisi 8,81 % – eletti 61

Türkiye İşçi Partisi 1,73 % – eletti 4

 

ATA İTTİFAKI (Alleanza primordiale – candidato presidente Oğan) 2,44 % – nessun deputato eletto, comprendente

Zafer Partisi 2,23 %

 

SOSYALİST GÜÇ BİRLİĞİ İTTİFAKI (Alleanza per l’unità della forza socialista – sostiene come candidato presidenziale Kılıçdaroğlu) 0,29 % – nessun deputato eletto

Fra gli altri partiti presentatisi alle elezioni figurano il Memleket Partisi del candidato presidente İnce (ritiratosi nell’imminenza del voto al primo turno), con lo 0,92 % dei voti, e il Vatan Partisi, che ha conseguito lo 0,1 %.


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Aldo Braccio ha collaborato con “Eurasia. Rivista di studi geopolitici” fin dal primo numero ed ha pubblicato diversi articoli sul relativo sito informatico. Le sue analisi riguardano prevalentemente la Turchia ed il mondo turcofono, temi sui quali ha tenuto relazioni al Master Mattei presso l'Università di Teramo e altrove. È autore dei saggi "La norma magica" (sui rapporti fra concezione del sacro, diritto e politica nell'antica Roma) e "Turchia ponte d’Eurasia" (sul ritorno del Paese della Mezzaluna sulla scena internazionale). Ha scritto diverse prefazioni ed ha pubblicato numerosi articoli su testate italiane ed estere. Ha preso parte all’VIII Forum italo-turco di Istanbul ed è stato più volte intervistato dalla radiotelevisione iraniana.