Fonte: Strategic Culture Foundation http://en.fondsk.ru/print.php?id=3114 2010/06/22

Il Presidente russo Dmitrij Medvedev si recherà negli Stati Uniti il 22-24 Giugno. La visita comprende un tour alla Silicon Valley e colloqui a Washington, intesi a sviluppare la cooperazione tra la Russia e gli Stati Uniti nel settore delle innovazioni e dell’alta tecnologia. Vi è un’evidente continuità nell’agenda degli Stati Uniti del presidente russo e il programma del recente Forum Economico di San Pietroburgo: mettere gli investimenti esteri nell’economia russa in cima alla lista delle priorità economiche di Mosca.

In questi giorni, la Russia si trova ad affrontare la sfida della modernizzazione, come ha fatto nelle epoche spartiacque dell’Imperatore Pietro il Grande, le cui riforme aprirono al Paese la “finestra sull’Europa“, e i primi piani quinquennali sovietici sotto Stalin, attuati negli anni ‘30. La Russia deve affrontare il problema di modernizzazione tempestivamente, per assicurarsi un posto nella evoluzione della configurazione geopolitica globale, per preservarne la sovranità e l’indipendenza, per la salvaguardare il già contestato diritto del paese alle proprie risorse naturali, e per evitare l’abbandono della serie A della storia. In caso contrario, sicuramente lascerà i russi indietro.

La permanente della Russia nel futuro, dipenderà in larga misura dalla sua capacità d’integrarsi nel quinto e sesto paradigma tecnologico e nell’avvalersi appieno delle opportunità che essi apriranno. Per questo, il Paese ha bisogno di creare dei centri di ricerca avanzata e degli hub tecnologici, migliorare le capacità industriali e costruire una economia in generale ricettiva alle innovazioni. Al momento, l’attività consiste nel saltare su un treno che è già in movimento. L’élite russa ha passato quasi un decennio, nel discutere dei benefici del passaggio da un’economia prevalentemente sostenuta da merci d’esportazione a quella guidata dall’innovazione. Cosa è cambiato in questo periodo di tempo? Almeno un cambiamento serio sono le centinaia, se non migliaia, di quantità di denaro in più versato nel settore dell’alta tecnologia. L’assenza di risultati concreti, però, dimostra che in questo caso il denaro non è il problema chiave.

Il problema chiave, in Russia, è la mancanza di consapevolezza nella maggioranza della popolazione – le persone più giovani, l’élite, la burocrazia e la comunità dei ricercatori – circa il potenziale che può essere sbloccato con le attività innovative e un’ampia modernizzazione. Apertamente o implicitamente, l’attività innovativa in Russia è stata sottoposta a una pressione al ribasso, nel corso degli ultimi due decenni. Le idee espresse dall’ultimo Egor Gaidar, l’architetto delle riforme economiche in Russia del primo presidente post-sovietico, B. Eltsyn, che il mondo accademico russo era improduttiva e il paese doveva contare sull’importazione di prodotti ad alta tecnologia, erano state assorbite dall’opinione corrente. Per anni, la riflessione, i tentativi di allargare gli orizzonti al punto di guardare almeno ai 10-20 anni a venire, e anche l’ordinario senso comune, sono stati repressi dalle istituzioni dello Stato e dai mass media. Il risultato è una catastrofe intellettuale in Russia. Gli appelli dell’ex e dell’attuale presidente a mettere l’economia russa su una pista innovativa, concentrandosi sulle tecnologie avanzate e sugli investimenti in progetti innovativi, sembrano mancare il pubblico, suonano rituali, e suscitano sorprendentemente poca attenzione.

I tentativi di affrontare la sfida della modernizzazione, sulla base di ricette occidentali e con l’aiuto di consulenti occidentali – mettendo insieme gli hub tecnologici e la costruzione di infrastrutture high tech – non hanno prodotto alcun risultato. La strategia alternativa di costituire gigantesche corporazioni statali per la promozione dello sviluppo tecnologico della Russia, a sua volta non si è dimostrata efficace. Tuttavia, gli sforzi continuano con sempre maggiore sostegno finanziario.

In che modo la cooperazione con gli Stati Uniti aiuterà la Russia a raccogliere la sfida della modernizzazione? Negli anni ‘20-’30, la leadership sovietica colse brillantemente le uniche opportunità fornite dalla crisi economica globale, per ricostruire l’economia dell’Unione Sovietica, in linea con il terzo e quarto paradigma tecnologico. Non c’è assolutamente nessuna speranza, tuttavia, che vedremo la Russia fare lo stesso nella corrente recessione economica.

La conclusione derivante da tutta l’esperienza delle interazioni economiche della Russia con l’Occidente, negli ultimi 20 anni, è che gli investitori esteri non sono disposti a iniettare  capitale per l’alta tecnologia della Russia. La regola generale non conta eccezioni. L’Occidente è interessato a perpetuare lo status della Russia di fornitore di energia e importatore di prodotti high-tech, e preferisce non fare della Russia un concorrente al di fuori dei mercati delle materie prime. Questo è il motivo per cui, per la maggior parte, i magneti degli investimenti occidentali nell’economia russa sono i settori del petrolio e del gas, produzione di birra, industria del tabacco e il dettaglio, e non è realistico aspettarsi che la tendenza muti.

Dovrebbe essere compreso con estrema chiarezza che negli Stati Uniti, o in qualsiasi altro paese, non si ha intenzione di contribuire a modernizzare la Russia. La principale strategia di modernizzazione della Russia – e probabilmente l’unica – dovrebbe suonare come il motto delle sue forze speciali aeroportate: “Nessuno, tranne noi!”

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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