Fonte: Chavezcode

Il governo USA prepara il terreno per le elezioni presidenziali del 2012 in Venezuela, sollecitando finanziamenti a sostegno di gruppi anti-Chávez e contribuendo alla preparazione di un “candidato” da opporgli.

I repubblicani richiedono un’ “embargo” contro la nazione produttrice di petrolio

Questa settimana (l’articolo è stato pubblicato il 17/02/2011, NdR), il presidente USA, Barack Obama, si è presentato al Congresso con 3700 miliardi di dollari per il budget 2012, il budget più cospicuo di tutta la storia statunitense. Entro la sua consistente richiesta, nella quale sono stati proposti tagli all’interno di importanti programmi sociali e lavori federali da una parte all’altra del paese, è prevista una parte riservata a fondi speciali per gruppi venezuelani anti-Chávez.

Nell’esorbitante domanda da 3.7 trilioni di dollari, sono stati inclusi oltre 670 miliardi di dollari destinati al Pentagono, il cui budget annuale aumenta di volta in volta, circa 75 miliardi per la rete dell’intelligence e 55.7 miliardi per il Dipartimento di Stato e la United States Agency for Intenational Development (USAID).

Per la prima volta nella storia recente, il Budget Operazioni Estere (Dipartimento di Stato) ha apertamente esposto finanziamenti diretti per almeno 5 milioni di dollari a gruppi venezuelani anti-Chávez . Nello specifico, il documento che giustifica il budget afferma “questi fondi aiuteranno a fortificare e supportare una società civile venezuelana in grado di proteggere lo spazio democratico e di continuare a servire gli interessi e i bisogni della popolazione venezuelana. I finanziamenti aumenteranno l’accesso dei cittadini ad informazioni obiettive, faciliteranno un dibattito pacifico su questioni chiave, porteranno supporto a processi e istituzioni democratiche, promuoveranno la partecipazione cittadina e incoraggeranno una leadership democratica”.

Mentre il linguaggio descrittivo, servito a giustificare la distrazione di milioni di dollari di contribuenti statunitensi in fondi per gruppi politici, può suonare “carino” in una nazione estera, questo tipo di finanziamenti ha avuto come scopo principale quello di promuovere sovversione e destabilizzazione in Venezuela contro il governo democratico di Hugo Chávez, supportato dalla maggioranza della popolazione durante gli otto anni passati.

Secondo documenti pubblici, risalenti proprio agli anni 2008-2011, il Dipartimento di Stato USA ha incanalato più di 40 milioni di dollari verso l’opposizione venezuelana, diretti prevalentemente a sostegno di campagne elettorali contro il Presidente Chávez e alla propaganda designata ad influenzare l’opinione pubblica venezuelana.

I finanziamenti richiesti nel budget 2012 di Obama per i gruppi venezuelani anti-Chávez provengono da una divisione del Dipartimento di Stato chiamata “Economic Support Fund” (ESF), che per mezzo del portavoce di Stato, Philip Crowley, saranno utilizzati per finanziare ONG ed altri gruppi non-governativi in “chiave strategica e in paesi importanti” per Washington. In realtà, i fondi ESF per l’opposizione venezuelana, a cui vanno aggiunti finanziamenti multi milionari per campagne politiche, propagande mediatiche ed altre attività destabilizzatrici nella nazione sud-americana, vengono trasmessi attraverso la National Endowment for Democracy (NED), l’International Republican Institute (IRI), il National Democratic Institute (NDI) e altre varie agenzie internazionali e statunitensi che supportano gruppi in giro per il mondo, in grado di promuovere l’agenda USA.

Finanziamenti illegali

La divulgazione pubblica, da parte del Dipartimento di Stato, dei finanziamenti 2012 per le opposizioni venezuelane, arriva proprio dopo l’Assemblea Nazionale Venezuelana del dicembre 2010, in cui è stata approvata la legge che proibisce finanziamenti esteri rivolti ad attività politiche. La Legge in Difesa della Sovranità Politica e dell’Auto-Determinazione

Nazionale ha infatti reso illegale qualsiasi finanziamento estero destinato a campagne politiche, partiti ed organizzazioni, incluso le ONG, che si impegnano in attività politiche.

Esattamente, dunque, come pensa Washington di trasmettere quei 5 milioni di dollari ai gruppi venezuelani, dal momento in cui tali finanziamenti costituiscono una chiara violazione della legge venezuelana?

Negli anni passati, l’ufficio del Budget Operazioni Estere non ha mai esplicitamente esposto finanziamenti diretti a gruppi politici venezuelani. Sin dal 2002, Washington ha infatti utilizzato un ufficio della USAID, l’Ufficio per le Iniziative di Transizione (OTI), per filtrare i suoi finanziamenti multimilionari alla sua controparte venezuelana. L’OTI, che operava come una sorta di ufficio clandestino a Caracas e che mai è stato in possesso di un’autorizzazione da parte del governo venezuelano di predisporre uffici all’interno del paese, ha di fatto chiuso bruscamente le porte alla fine del 2010, trasferendo le sue attività a Washington e Miami. Quella esercitata è stata la più lunga operazione dell’OTI nella storia degli Stati Uniti d’America.

Ovviamente, i finanziamenti e il supporto per l’opposizione venezuelana sono ora diventati

la priorità maggiore e per questo motivo saranno gestiti direttamente dal Dipartimento di Stato.

I fondi richiesti dal Dipartimento di Stato nel budget 2012 saranno molto probabilmente diretti attraverso campagne politiche, dato che in Venezuela si avranno due elezioni chiave

quell’anno, quelle presidenziali e quelle regionali.

Il budget del Dipartimento di Stato ha anche domandato 20 milioni in finanziamenti per gruppi anti-Castro a Miami e in altri siti per continuare a indebolire la Rivoluzione Cubana.

I contribuenti statunitensi sono a conoscenza che il loro denaro, guadagnato con fatica, sta per essere investito in attività politiche in altre nazione, invece di essere investito nel lavoro, nella salute e in programmi sociali nel loro paese?

Un embargo contro il Venezuela

Questa settimana Connie Mack, membro del Congresso e capo del Sotto-Comitato sugli Affari Esteri per l’Emisfero Occidentale della Casa dei Rappresentanti ha richiesto all’amministrazione Obama di imporre un embargo economico contro il Venezuela, citando presunti collegamenti a gruppi terroristici come giustificazione.

Mack, un neo conservatore rappresentante il sud della Florida, ha anche richiesto che gli Stati Uniti includano il Venezuela nella lista annuale degli “stati sostenitori di terrorismo”, petizione che il membro del Congresso ha già avanzato, senza successo, nel corso degli ultimi tre anni.

Durante un discorso tenuto alla Conservative Political Action Conference (CPAC), Marck ha definito il Presidente venezuelano, democraticamente eletto, come un “thugocrat” (l’aggettivo è il risultato dell’unione fra “thug”, criminale, teppista, e “democrat”, democratico – un’equivalente italiano potrebbe essere “democriminale”; NdT) che fa uso di “armi” così come di “oppressione, aggressione, terrorismo e droghe” per “distruggere la libertà e la democrazia in America Latina”.

Mack non ha presentato alcuna prova per avallare le sue affermazioni ingiuriose. Anzi, il repubblicano della Florida è andato oltre, dichiarando che il Presidente Hugo Chávez “è diventato l’Osama bin Laden e l’Ahmadinejad dell’emisfero occidentale”.

Nel corso dei molti anni passati, il settore dell’ala destra a Washington ha intensificato la richiesta di interventi ed aggressioni dirette contro il Venezuela. Le loro grida sono state accompagnate da un crescere di finanziamenti a favore di gruppi anti-Chávez, con la speranza di fomentare destabilizzazione ed agitazione in Venezuela, lavorando allo stesso tempo, su come isolare a livello internazionale il governo venezuelano e su come demonizzare il presidente Chávez stesso.

Tuttavia, il Capo di Stato del Venezuela mantiene a casa propria quasi il 60% di popolarità ed è ancora uno dei leader politici più ammirati in tutto il mondo.

(Traduzione di Stefano Pistore)


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