Fonte: Strategic-Culture.org

L’operazione militare della Nato contro la Libia, condotta principalmente dalle forze armate di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, sta accelerando la formazione di un nuovo sistema di relazioni internazionali. Allo stesso tempo, la guerra funge da poligono di tiro per testare la strategia degli Stati Uniti con l’Africa Command (USAFRICOM) in una situazione di combattimento reale, così come l’efficienza delle nuove armi …
Gli strateghi USA e NATO hanno sbagliato i calcoli, se pensavano che questa campagna militare si sarebbe conclusa in alcune settimane. Con la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, è stata creata la no-fly zone nello spazio aereo della Gran Giamahiria Araba Libica, è stato introdotto l’embargo sulle forniture di armi e i beni libici sono stati congelati. L’operazione in Libia, che doveva essere completata inizialmente entro il 27 giugno, è stata prolungata di 90 giorni fino alla fine di settembre.
Vi sono stati articoli, nei mass media, secondo cui una vasta operazione terrestre in Libia, sotto il comando degli Stati Uniti, era in programma col previsto impiego di truppe da ottobre. La guerra di Libia è la quinta che si aggiunge alle quattro guerre che gli Stati Uniti stanno orchestrando in Iraq, Pakistan, Yemen e Afghanistan … Gli obiettivi della presenza permanente degli USA in Libia sono punire Gheddafi per il suo rifiuto ad unirsi all’USAFRICOM, cacciare i cinesi dalla Libia e tagliare l’accesso alle risorse petrolifere agli europei.

Aspetti militari e strategici della guerra
I 150 giorni di guerra hanno rivelato il cattivo stato del coordinamento politico e militare nella NATO. La Francia, che ha avviato l’operazione militare, non poteva fare niente contro Gheddafi senza i sistemi di guerra elettronica, le aviocisterne, i missili da crociera e gli aerei AWACS degli USA. Al fine di impiegare decine dei loro cacciabombardieri Tornado contro la Libia, gli inglesi hanno dovuto lasciare metà della loro flotta aerea in Inghilterra senza parti di ricambio e sospendere i voli dei loro intercettori della difesa. L’operazione in Libia è un limitato conflitto militare e se gli europei hanno problemi con le munizioni già a un paio di mesi dall’inizio della campagna, è ragionevole chiedersi a quale tipo di guerra si stessero preparando? Ancora una volta questa guerra mostra lo stato della “macchina bellica” europea.
L’operazione contro la Libia è stata pianificata presso il comando generale dell’USAFRICOM, guidato dal generale K. Ham. Gli ufficiali delle forze aeree di Gran Bretagna, Francia e altri Paesi della coalizione sono andati al quartier generale allo scopo di elaborare le operazioni congiunte. Più tardi, tuttavia, la leadership della NATO è stata incaricata della pianificazione. Forse, il compito principale non era la creazione né di una no-fly zone nel nord della Libia, né la liquidazione delle forze aeree libiche, come è stato nel caso della Jugoslavia e dell’Iraq, ma la liquidazione della leadership libica.
Ma la NATO ha sottovalutato lo stato morale e psicologico delle truppe libiche. La leadership degli Stati Uniti e della NATO ha supposto che dopo dopo i primi attacchi, l’esercito di Gheddafi sarebbe stato sconfitto e i soldati libici avrebbero iniziato a darsi prigionieri, ma l’esercito di Gheddafi è riuscito a mantenere l’efficienza operativa. L’esercito libico di marzo e l’esercito libico di luglio del 2011 sono due eserciti diversi in termini di tattiche, efficienza e coraggio. Quei soldati imparano assai in fretta. Il compito della liquidazione della potenza operativa libica è rimasto incompiuto. La NATO e gli Stati Uniti non sono riusciti ad ottenere il pieno controllo delle coste e della parte occidentale della Libia.
Inaspettatamente per la coalizione occidentale, gran parte della popolazione ha sostenuto Gheddafi. Secondo i mass media, circa il 70% dei cittadini della Libia o sostiene il proprio leader o rimane neutrale. Le truppe governative sono supportate dalle unità della difesa locale (una componente della riserva delle Forze Armate) e dalla milizia. Ciò significa che i leader delle operazioni contro la Libia vedono la minoranza ribelle, e non la maggioranza fedele a Gheddafi, quale “popolazione pacifica”.
Seconda cosa inaspettata è che Khalifa Haftar, l’ex colonnello dell’esercito libico che fuggì dal paese più di 20 anni fa e che guida le unità da combattimento dei “rivoluzionari”, non è una figura rispettata dalle tribù locali. Parte degli ex ribelli dicono: “Sentite, non siamo contenti di Gheddafi. Ma quando abbiamo visto la NATO, tra cui l’Italia, la nostra vecchia potenza occupante coloniale, l’abbiamo rivalutato; OK è un dittatore che abbiamo da più di 40 anni, ma diavolo, è un nazionalista libico ed è riuscito a darci il più alto tenore di vita in Africa.”
Terza cosa inaspettata è la previsione che, in mezzo al caos, gli insorti e i gruppi di al-Qaida, e molti gruppi terroristi che agiscono nei paesi del Sahel – Ciad, Niger, Mali e Mauritania – avrebbero cercato di impadronirsi delle armi conservate nei depositi nel sud della Libia, si è avverata. I militanti sono riusciti ad impadronirsi di lanciarazzi RPG-7, mitragliatrici, fucili Kalashnikov e anche lanciamissili spalleggiabili. “Al-Qaida nel Maghreb Islamico (AQIM)” ha già organizzato molte carovane per il trasporto di armi dalla Libia al Mali e all’Algeria.

Aspetti tecnico-militari
Una cosa unica delle azioni militari in Libia è stato il vasto impiego di sistemi d’arma guidati. Il loro impiego si è basato sui dati ricevuti in tempo reale dall’intelligence radio-elettronica ed ottica. Grazie alla elevata precisione nella rilevazione dei bersagli, la quota dell’impiego di armi guidate è salita all’85%.
L’ambizione di implementare il concetto di attacchi “chirurgici” ha portato a un ampio uso di missili da crociera tattici BGM-109 Tomahawk, bombe a guida laser AGM-123, missili AGM-65F Maverick, missili aria-aria AIM-9 Sidewinder, bombe guidate AASM, missili da crociera Storm Shadow, missili aria-superficie A2SM, bombe da 907 chili GBU-31B/JDAM ed Enhanced Paveway III, missili Brimstone.
Durante la guerra libica, gli Stati Uniti hanno testato le armi in ambienti operativi reali, come il sottomarino nucleare strategico, della classe Ohio, Florida, i missili cruise tattici Tomahawk Block IV (TLAM-E), il velivolo da guerra elettronica EA-18G Growler dell’US Air Force. La Gran Bretagna ha testato il caccia multiruolo Eurofighter Typhoon, le cannoniere volanti AC-130, pesantemente armate per l’attacco al suolo, e gli elicotteri senza pilota MQ-8B Fire Scout. Gli Stati Uniti e la NATO hanno anche usato armi all’uranio per perforare le corazzature e le bombe a vuoto (che pesano fino a 2 tonnellate).

La spesa bellica
Al 3 giugno, le spese degli Stati Uniti per le operazioni in Libia (solo i costi relativi al Pentagono) ammontavano a 715,9 milioni di dollari USA. I militari statunitensi hanno fornito aiuti umanitari del valore di 1 milione, mentre un altro milione di dollari è stato speso per la ricostituzione delle riserve del Ministero della Difesa degli USA. Dal 30 settembre, la campagna libica richiederà altri 400 milioni di dollari. I missili Storm Shadow e Tomahawk, lanciati dai sottomarini, costano ognuno 1,1 milioni e 800000 dollari.
Secondo il Ministero della Difesa francese, al 3 maggio, un totale di 53.000.000 di euro è stato speso per l’operazione United Defender, e 31.700.000 euro (45,1 milioni di dollari US) sono stati spesi per le munizioni.
All’8 maggio, la spesa della Gran Bretagna per le armi guidate ad alta precisione era di 43.770.000 di sterline (71,8 milioni di dollari US).
L’invio di 4 bombardieri Tornado GR4, 3 jet intercettori Eurofighter Typhoon e relativo supporto, costano 3,216 milioni di dollari ogni giorno. Un’ora di volo dei Tornado costa 33.000 dollari, compreso il carburante, la manutenzione e l’addestramento dell’equipaggio. I Typhoon costano 80000 dollari all’ora. In Italia, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa ha annunciato che il suo paese aveva ridotto i costi di partecipazione all’operazione in Libia, da 142 milioni a 60 milioni di dollari.
Dal 30 settembre, i costi complessivi per le operazioni in Libia si prevede raggiungeranno 1,1 miliardi di dollari USA.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://www.aurora03.da.ru
http://www.bollettinoaurora.da.ru
http://aurorasito.wordpress.com

La ripubblicazione è gradita con riferimento alla rivista online Strategic Culture Foundation: www.strategic-culture.org.

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