Si è tenuta dal 25 al 29 settembre 2014 la quinta sessione annuale del Forum Giovanile di Rodi dal titolo: “Il coinvolgimento positivo della popolazione giovanile nella vita della società: dalle iniziative individuali alla cooperazione collettiva” organizzato da Youth Time International Movement (http://www.youth-time.org/).

Il convegno ha visto la partecipazione di oltre 140 giovani, selezionati da 45 paesi, che hanno seguito le lezioni di 12 esperti di diversi campi e predisposto una piattaforma di presentazione di ben 40 progetti.

Tra gli argomenti affrontati: l’ambiente educativo moderno, la diplomazia giovanile e le relazioni internazionali, l’imprenditorialità sociale.
Una delle giornate di lavoro è stata condotta in collaborazione con il World Public Forum “Dialogo delle Civiltà” (www.wpfdc.org) e durante la seconda sessione della tavola rotonda dedicata alla “Guerra dell’informazione” è intervenuto il Vicedirettore di “Eurasia” Stefano Vernole, insieme a Vladimir Yakunin (Presidente delle Ferrovie di Stato della Federazione Russa e Presidente del WPFDC) e a Rolf Schmidt Holz (ex giornalista di “Stern” e fondatore del Software AG).

 

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Il dibattito è stato incentrato soprattutto sulla disinformazione dei media occidentali rispetto ai principali avvenimenti internazionali, partendo dall’aggressione alla Jugoslavia nel 1999 fino a quella più recente alla Siria o alle manifestazioni anti-cinesi di Hong Kong.
La manipolazione dell’opinione pubblica, dovuta soprattutto alla dipendenza delle maggiori agenzie dal potere finanziario (si pensi soprattutto all’influenza di George Soros in paesi come Serbia ed Ungheria), si è ormai estesa anche ai moderni social network e ha l’obiettivo di demonizzare e destabilizzare le nazioni indipendenti dalla NATO.

Nel sottolineare l’avanzamento del progetto d’integrazione eurasiatica, con la creazione della Banca dei BRICS e la cooperazione militare all’interno dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai, Vernole ha auspicato la formazione di un soft power eurasiatico, realizzabile solo attraverso una più stretta collaborazione tra Russia, Cina, India, Brasile e Sudafrica.

Il momento storico è infatti favorevole, perché la maggior parte dei popoli del Pianeta auspica un sistema multipolare e non vuole vivere nel “mondo ad una dimensione” e dello “scontro di civiltà” auspicato dalle oligarchie finanziarie anglosassoni.


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