La Turchia ha autorizzato nei giorni scorsi la Russia a intraprendere gli studi per realizzare il passaggio del gasdotto South Strem dal territorio turco, precisamente dalle acque del mar Nero : è prevista anche la partecipazione della Gazprom alla realizzazione di un terminale GNL (Gas Naturale Liquefatto) nel Paese della Mezzaluna.
L’apertura del cantiere è annunciata per il novembre 2010 : Erdoğan e Putin hanno sottolineato nella conferenza stampa comune l’ottimo stato delle relazioni bilaterali turco – russe, relazioni che del resto non erano state indebolite ma semmai rafforzate dall’evolversi della situazione dell’altro grande progetto energetico (su ciò si veda “Progetto Nabucco : una conferma e qualche interessante novità”, www.eurasia-rivista.org, 14 – 7 – 2009) in corso d’opera ( o meglio di programmazione).
Putin ha anche preannunciato l’interessamento russo per l’oleodotto turco Samsun (mar Nero) – Ceyhan (Mediterraneo), “un progetto da sostenere e sul quale dobbiamo lavorare insieme”.
In questo scenario di rafforzata e positiva intesa l’Europa – che ha tutto da guadagnare in termini immediati di approvvigionamento energetico e più in generale in termini di iniziale integrazione euroasiatica – assume volutamente una posizione di basso profilo, sicchè è il solo Berlusconi a personalmente presenziare all’accordo turco-russo, riconoscendo che esso andrà a beneficio di tutta l’Europa.
Per il resto, serpeggia un certo fastidio, ben rappresentato da un editoriale di Franco Venturini apparso sul “Corriere della Sera” dell’8 agosto : si tratta di “Relazioni pericolose” (titolo dell’articolo) : “La ‘guerra dei gasdotti’ è la vera partita geostrategica del nostro tempo (…) La Russia è un fornitore affidabile, ma la fine del confronto tra i blocchi ha incoraggiato il Cremino a fare del suo gas una potente arma politica che autorizza prudenziali timori (…) Gli USA, forse ancor più dell’Europa, hanno capito che occorre trovare subito forniture di gas non russe se si vuole che il Nabucco decolli e che buona parte del territorio Nato eviti di finire sotto il potenziale ricatto energetico do Mosca”. Non mancano, in questo testo esemplare, tirate d’orecchi per Berlusconi (che ha “sistematicamente aiutato la Russia”), per la Turchia (che fa “il doppio gioco”) e naturalmente per la Russia stessa, che va “associata all’Occidente”, dopo “qualche parola chiara sui diritti civili, sulla libertà di stampa, sull’amministrazione della giustizia”. La controffensiva mediatica “occidentale” è già in atto, ben poco interessata ai reali interessi europei in gioco.

*Aldo Braccio, analista geopolitico, esperto di Turchia, è redattore di Eurasia. Rivista di studi geopoilitici.


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