La NATO e la Turchia continuano a provocare la Russia, cercando di portarla verso un conflitto che potrebbe degenerare nella Terza Guerra Mondiale.

Ogni giorno, la macchina mediatica del fango sforna notizie più o meno verosimili al fine di orientare gli Europei in maniera negativa rispetto all’operato dell’esercito russo in Siria. Eppure, tutti i sondaggi continuano a testimoniare che l’opinione pubblica occidentale è saldamente dalla parte di Putin e del governo russo. Lo storico Enrico Galoppini, redattore della rivista “Eurasia”, ricercatore ed esperto delle tematiche del mondo islamico, si è espresso a Sputnik Italia a questo proposito.

 

La rivista “Eurasia” ha parlato varie volte di assetti geopolitici e di attacchi alla Russia. Qual è la Sua opinione in merito?

La Russia sta subendo una costante aggressione propagandistica da parte dell’Occidente. Il conflitto è lo specchio di un problema più profondo, perché i media sono soltanto uno strumento di scelte effettuate da altri poteri. E pensare che la Russia potrebbe fare molto per l’Europa e per il mondo, molto di più di quanto possa fare la stessa Europa, visti i problemi oggettivi che ha con il concetto di sovranità.

 

Quanto pesa, a Suo avviso, la propaganda antirussa sulle decisioni di Putin?

Ben poco. Rileggendo quanto ho scritto in materia, mi sono reso conto che di fatto tutto il cancan messo in piedi dai media occidentali non è servito a far cambiare posizione a Putin: pensiamo alle Pussy Riot, alle Femen, ai presunti omicidio di Stato, alla ridicola sindrome anafettiva diagnosticata a Putin da un dossier della Cia: tutte queste notizie confezionate ad arte non hanno provocato alcun cambio di rotta, anzi. La Russia è andata dritta come un treno verso una serie di successi che l’opinione pubblica internazionale le riconosce in pieno, a dispetto degli opinion makers e delle quotidiane punture di spillo dei mass media.

 

Lei in alcuni articoli ha parlato di una Seconda Guerra Fredda…

Sì, si tratta di una guerra non guerreggiata — se mi si permette il gioco di parole. Una guerra fatta non con i tradizionali eserciti, ma solo a livello economico. E pensare che le economie di Russia ed Europa si integrerebbero alla perfezione, sicuramente in modo più logico e proficuo rispetto a quel mostro che è il Trattato Transatlantico (TTIP). Però, per avere un mercato unico UE-Russia ci vorrebbe un arretramento dell’influenza statunitense su Bruxelles.

 

Quale possibile scenario vedrebbe l’UE allontanarsi dagli USA?

Una disfatta su tutta la linea in Medio Oriente, con la fine delle “Primavere Arabe” e una “Stalingrado siriana” potrebbe portare a un netto ridimensionamento degli Stati Uniti come potenza dominante in Europa.

 

Da esperto del mondo arabo, come vede l’avvicinamento della Turchia all’Europa?

Il passato ci insegna che gli Occidentali hanno sempre fatto leva sul conflitto russo-turco. Ci sono varie proiezioni escatologiche che ci dicono che in un futuro prossimo venturo ci sarà una devastante guerra proprio tra Russia e Turchia. In effetti, se si guarda ad alcuni fatti avvenuti negli ultimi mesi, come l’abbattimento del Su-24 o gli ostacoli posti alla Russia negli stretti del Bosforo, sembra ci sia tutta una manovra per esasperare i rapporti e far avverare queste “profezie”. Certamente, la disinformazione prodotta da Turchia e Occidente sulla presenza russa in Siria è incomprensibile: fino a prova contraria gli eserciti di Putin e di Rouhani sono gli unici la cui attività è giustificata da un invito del legittimo governo di Assad, mentre tutti gli altri eserciti e le loro operazioni sono abusive. La sensazione è che oggi la Turchia voglia prendersi tutto il territorio, non bastando più il solo parlare di cantonizzazione della Siria.

 

Proprio sulla Siria la NATO ha parlato di uccisioni tra i civili.

Dove volano razzi e missili la precisione chirurgica è molto difficile. Francamente stona che la predica arrivi da chi per anni ha fatto morti tra i civili durante le guerre del Golfo. Così come stona addebitare colpe sugli sfollati che stanno premendo sul confine turco. In una guerra è normale che ci siano, al massimo bisogna accertarsi che terminato il conflitto i profughi rientreranno. Un conto sono gli sfollati temporanei, un altro i profughi a vita. Quelli che scappavano dal Daesh (Isis) appartenevano sicuramente alla seconda categoria. A prescindere che le fiumane di gente che ci propinano i giornali occidentali potrebbero anche essere immagini di repertorio: non sarebbe la prima volta che utilizzano fotografie e filmati a fini propagandistici.

 
Fonte: http://it.sputniknews.com/mondo/20160228/2179786/propaganda-contro-russia-nato-siria.html (28 febbraio 2016)

Intervista realizzata a margine del convegno “Cosa può fare la Russia per l’Europa. Cosa può fare l’Europa per la Russia” (Torino, 12 feb. 2016).

 

 


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Enrico Galoppini scrive su “Eurasia. Rivista di studi geopolitici” dal 2005. È ricercatore del CeSEM – Centro Studi Eurasia-Mediterraneo. Diplomato in lingua araba a Tunisi e ad Amman, ha lavorato in Yemen ed ha insegnato Storia dei Paesi islamici in alcune università italiane (Torino ed Enna); attualmente insegna Lingua Araba a Torino. Ha pubblicato due libri per le Edizioni all’insegna del Veltro (Il Fascismo e l’Islam, Parma 2001 e Islamofobia, Parma 2008), nonché alcune prefazioni e centinaia di articoli su riviste e quotidiani, tra i quali “LiMes”, “Imperi”, “Levante”, “La Porta d'Oriente”, “Kervàn”, “Africana”, “Rinascita”. Si occupa prevalentemente di geopolitica e di Islam, sia dal punto di vista storico che religioso, ma anche di attualità e critica del costume. È ideatore e curatore del sito "Il Discrimine".