Fonte: http://lataan.blogspot.com/
27 septembre 2009
http://lataan.blogspot.com/2009/09/attack-on-iran-will-be-just-prelude-to.html

Dopo aver attaccato l’Iran (osservate bene che non scrivo: ‘se Israele attacca l’Iran’), verosimilmente Israele se la prenderà simultaneamente con Hamas a Gaza e con Hezbollah in Libano; inoltre riprenderà un controllo totale sulla Cisgiordania occupata. S’impadronirà totalmente della Cisgiordania, perché, nonostante alcune discordie tra Hamas ed el Fatah, una tale massiccia aggressione degli Israeliani sarà considerata non solo un attacco contro Hamas, bensì un’aggressione contro il popolo palestinese nel suo insieme. Ben presto, i Palestinesi scopriranno che un attacco così massiccio ha in realtà un solo scopo: distruggere ogni resistenza palestinese, sia essa di el Fatah oppure di Hamas, occupare completamente tutti i territori palestinesi, sottomettere la totalità del popolo palestinese e dissolvere l’Autorità palestinese, mettendo fine una volta per tutte ad ogni speranza di edificare uno Stato  palestinese.

L’esercito israeliano attaccherà anche il Libano meridionale, al fine di occuparlo  e di distruggervi Hezbollah fino alla minima traccia. Tutto questo sarà fatto col pretesto  che Hamas ed Hezbollah verosimilmente procederebbero a rappresaglie contro Israele nell’eventualità che quest’ultimo attaccasse l’Iran e gli attacchi israeliani contro i Palestinesi ed Hezbollah (libanese) saranno considerati in Occidenti solo degli attacchi preventivi miranti a dissuadere quei movimenti, nei quali Israele e l’Occidente vedono solo degli « ausiliari dell’Iran », dal procedere ad attacchi di rappresaglia contro Israele.

Dalla maggior parte degli osservatori e dei responsabili occidentali, le azioni di Israele contro i Palestinesi ed Hezbollah saranno considerate una semplice azione necessaria, nel quadro dell’ « avvenimento » principale : l’attacco contro l’Iran.

Mentre solo poche settimane fa sembrava che Israele dovesse partire in guerra da solo o quantomeno passare all’azione per primo contro l’Iran, alla luce di recenti avvenimenti negli Stati Uniti e all’Assemblea generale dell’ONU nonché di rivelazioni su un impianto nucleare iraniano cosiddetto « segreto » e di dichiarazioni fatte nel corso di conferenze stampa in occasione del vertice del G20, sembra che gli Stati Uniti siano forse più inclini a procedere di persona ad un primo attacco contro l’Iran, oppure a dare via libera ad Israele per scatenare una prima ondata di bombardamenti, dopo la quale gli Stati Uniti continuerebbero il lavoro al posto degli Israeliani, mentre questi ultimi la farebbero finita con Hezbollah ed i Palestinesi.

Un attacco contro l’Iran non potrebbe limitarsi alla semplice distruzione delle installazioni nucleari di questo paese – in quanto questa parte dell’attacco mirerebbe solo a giustificare  l’aggressione nel suo complesso, a fini propagandistici -, gli Stati Uniti dovrebbero lanciare pure dei massicci attacchi contro l’esercito e contro le istituzioni governative dell’Iran, al fine di costringere gli Iraniani a capitolare davanti alle pretese americane, che comporrebbero l’allontanamento dal potere non solo di Ahmadinejad, ma anche dei mollah, e l’instaurazione di un governo provvisorio nominato dall’ONU (l’ONU si accontenterà di riprendere i nomi che gli detteranno gli Americani).

La guerra contro l’Iran sarà talmente massiccia che gli attacchi simultanei di Israele contro Hezbollah e contro i Palestinesi sembreranno, agli occhi dell’Occidente, delle figurazioni marginali del grande « show ». Eppure, l’operazione nel suo insieme punta meno a mettere l’Iran in ginocchio che a permettere ad Israele di realizzare la sua ambizione di sempre: creare un eterno Grande Israele.

Per Israele e gli Stati Uniti, si tratta di prendere diversi piccioni con la stessa fava : Israele guadagna la Cisgiordania, la striscia di Gaza, una Siria del tutto impotente e l’accesso al fiume Litani, in Libano meridionale, dopo aver totalmente distrutto Hezbollah. Gli Stati Uniti ricevono come strenna un governo loro sottomesso in Iran, il quale a sua volta darà loro ben più forza in Iraq e in Afghanistan, dopo la scomparsa di un Iran teocratico che esercita un’influenza non trascurabile in questi due paesi.

Per Israele e gli Stati Uniti, quest’attacco programmato contro i loro comuni nemici non ha strettamente niente a che vedere con il « programma nucleare militare dell’Iran » e, in compenso, si inserisce perfettamente in un complesso di avvenimenti minuziosamente pianificati e calcolati, ricorrendo ad un’incessante campagna propagandistica di ampiezza mondiale, il quale culminerà nella realizzazione concreta e duratura degli obiettivi dei sionisti di Israele e dei neoconservatori americani [che continuano a tirare i fili del mondo, ma ne hanno cambiato le marionette, ndt].

Traduzione eseguita da Belgicus dalla versione in francese di Marcel Charbonnier


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