Il 16 Aprile 2009, l’Unità Tattica per la Risoluzione delle Crisi della polizia boliviana compì un raid nell’Hotel Las Americas a Santa Cruz, sorprendendo un commando paramilitare reclutato e finanziato dal miliardario Branko Marinkovic (nella foto) e da altri cospiratori. I mercenari europei Eduardo Rózsa Flores (ungherese, ma in possesso della cittadinanza croata), la sua guardia del corpo Michael Dwyer (irlandese) e Árpád Magyarosi (cittadino rumeno, appartenente alla minoranza ungherese) vennero eliminati nel raid. I servizi segreti hanno anche individuato il padiglione “Cooperativa de Telecommunicaciones” (Cotas), presso la fiera permanente di Santa Cruz, quale base dei terroristi. La Cotas è una società privata e il suo ruolo potrebbe essere paragonato a quella della ITT, coinvolta nel rovesciamento di Salvador Allende. I depositi della Cotas conservavano armi da fuoco, granate, esplosivo C-4, nitroglicerina e altre munizioni. Una delle camere era l’officina dove le bombe venivano costruite. Un’altra conservava i notebook e le mappe che segnalavano gli impianti da sabotare e gli elenchi delle vittime designate. Branko Marinkovic ha lasciato il paese il 26 Giugno 2009, partendo dall’aeroporto internazionale Viru Viru di Santa Cruz su un volo per Miami, negli Stati Uniti. Branko Marinkovic Jovicevic Gora è nato il 21 Agosto 1967 a Santa Cruz de la Sierra. E’ il figlio di un ustascia rifugiatosi in Bolivia; ha studiato presso l’Università del Texas. Marinkovic, che è uno dei maggiori proprietari terrieri boliviani, ha presieduto e finanziato la tentata secessione della Regione di Santa Cruz, in opposizione alla politica sociale e economica del governo del presidente Evo Morales. Tale opposizione, anche armata, ha causato gravi incidenti nel settembre 2006 a Santa Cruz e in altre città della Bolivia orientale e settentrionale. Infatti, nel nord del paese, presso la città di Pando, mercenari del Perù e del Brasile attaccarono una manifestazione del MAS del presidente Morales, uccidendo 35 persone e ferendone altri 100. I responsabili del massacro, tra cui il prefetto di Pando, fuggirono in Brasile.

Il pubblico ministero boliviano Marcelo Soza, dopo nove mesi di indagini, ha detto che le e-mail trovate nel computer del mercenario Rózsa Flores hanno permesso di stabilire che il commando stava preparando una operazione denominata “Tree House“: l’assassinio del presidente della Bolivia Evo Morales. Secondo gli investigatori, Marinkovic ha finanziato con 200000 dollari, la cellula terroristica composta da Rózsa Flores, Dwyer, Magyarosi e Mario Francisco Tadic Astorga, quest’ultimo arrestato nell’operazione assieme a Elod Tóasó, un altro ungherese della Transilvania. Il commando riceveva istruzioni dall’agente Scorpion-B, identificato nell’ex-colonnello ungherese Istvan Belovai, deceduto il 6 Novembre 2009. Belovai è stato un ufficiale dei servizi segreti ungheresi durante la guerra fredda. Nel 1984 fu assoldato dalla NATO per catturare Clyde Lee Conrad, una talpa sovietica infiltrata negli uffici tedeschi dell’Alleanza atlantica. Belovai era stato scoperto e a sua volta condannato all’ergastolo per spionaggio nel suo paese. Venne rilasciato dopo il crollo dell’URSS e rivendicò di essere “il primo soldato ungherese della NATO“, quando il suo paese aderì all’Organizzazione. Rózsa Flores Si era legato a Scorpion-B durante le guerre nella ex Jugoslavia.

Eduardo Rosza Flores, il capo della cellula terrorista, nacque nel 1960 in Bolivia, suo padre era un ebreo ungherese ex militante delle Brigate Internazionali in Spagna. Ha vissuto successivamente in Cile, in Svezia, nell’URSS e in Ungheria, dove ha militato nella Gioventù Comunista e ha ricevuto l’addestramento militare. Dopo il 1989 andò in Israele. Secondo il sito ungherese Spectrum, Rózsa si recò in Jugoslavia nel 1991 come inviato del quotidiano spagnolo “La Vanguardia” e della BBC (generalmente quella di giornalista è una copertura utilizzata dai servizi segreti). Ma subito dopo è entrato a far parte della Guardia Nazionale Croata, divenendone il primo volontario estero. Qualche tempo dopo gli fu affidata la formazione della Prima Unità Internazionale dell’esercito croato; una unità composta da legionari stranieri che operava dalla base di Taszar, gestita dagli statunitensi. Ha partecipato a varie battaglie in cui fu ferito tre volte. Ottenne il grado di colonnello e per ordine personale del presidente croato Franjo Tudjman, ha ricevuto la cittadinanza croata onoraria. Sospettato di traffico di armi e droga, nel 1994 ha abbandonato il territorio croato ed è ritornato in Ungheria. Nel 2003, Rózsa Flores, assieme a un certo Bolek, si era accreditato presso i sauditi, affermando di essersi convertito all’Islam e dichiarando di essere il portavoce di una fazione “indipendente” irachena. Infatti, aveva creato un gruppo musulmano di cui si era autonominato segretario, per avvicinare gli ambienti legati al partito di estrema destra ungherese Jobbik, come fonte d’informazione sulla Palestina. Rózsa ha scritto libri ed ha girato un film sulla sua lotta contro i “serbi aggressori“, sorvolando su alcuni episodi. Fu coinvolto nell’uccisione di due giornalisti, lo svizzero Wurtenberg e il britannico Jenks. Prima di partire per la Bolivia, inviatovi dalla CIA perché vi aveva trascorso l’infanzia, Rózsa concesse un’intervista ad un giornalista della TV di stato ungherese MTV, dicendo: “Se succede qualcosa a me, diramate immediatamente la notizia! Siamo pronti a dichiarare l’indipendenza della (più riottosa provincia autonoma boliviana) e alla creazione di un nuovo stato“. Rózsa ha ammesso che era stato “invitato” a Santa Cruz da intermediari che agivano per conto delle autorità separatiste locali, allo scopo di “organizzare la difesa” alle minacce da parte delle autorità centrali, utilizzando “mezzi pacifici, ma che dimostrassero forza.”

Rózsa e il suo gruppo penetravano in Bolivia dal Brasile e iniziarono ad addestrare le formazioni para-militari locali, costituite principalmente dai giovani del “Comitato civile per la difesa di Santa Cruz“, un’organizzazione istituita da Branco Marinkovic. Secondo i servizi di sicurezza boliviani, Rózsa ha agito sulla base di raccomandazioni riservate dell’Ambasciatore degli Stati Uniti in Bolivia, Phillip Goldberg. Il diplomatico statunitense aveva al suo attivo il “successo” della sua missione in Kosovo, dove facilitò l’avvento dei separatisti albanesi. Goldberg ha assicurato Marinkovic che i servizi segreti degli Stati Uniti ed europei non si sarebbero opposti alla mobilitazione dei militanti. Come è noto, Evo Morales ha dichiarato Goldberg persona non grata per le sue attività sovversive contro il governo boliviano. Goldberg avrebbe trascorso diversi giorni e notti nei “riottosi” dipartimenti di Santa Cruz, Beni, Pando e Taiha. I mercenari erano collegati al misterioso “Consiglio Supremo” che preparava la secessione della provincia di Santa Cruz e il riconoscimento della sua indipendenza da parte degli Stati Uniti. Probabilmente si trattava dell’organizzazione separatista di Marinkovic, il Gruppo FULIDE, che aderisce al Network Liberale in America Latina (RELIAL), finanziato e diretto dalla fondazione tedesca Friedrich Naumann Stiftung (FNS)*. Inoltre il gruppo di Rózsa Flores era istruito, oltre da Scorpion-B, anche da Jorge Mones Ruiz, capo della fondazione UnoAmérica, collegata alla CIA. Tali organizzazioni di estrema destra sono parte della rete che riunisce vari gruppi che stanno venendo alla luce in questi ultimi mesi, a seguito del colpo di Stato in Honduras. Tra i sostenitori del regime di Tegucigalpa vi è il terrorista di origine cubana Armando Valladares, a sua volta collegato a Marinkovic. In Bolivia, Valladares ha agito sotto la copertura dell’organizzazione nordamericana Human Rights Foundation, il cui rappresentante locale, Hugo Melgar Acha, è fuggito negli Stati Uniti dopo essere stato condannato per la sua complicità con la banda di Rózsa Flores. Hugo Acha (soprannominato “Superman“), come rappresentante di Human Rights Foundation in Bolivia, ha avuto modo di incontrare regolarmente i diplomatici degli Stati Uniti. Inoltre, è stato docente presso la Scuola Superiore per le Indagini Militari Boliviana. “Superman” ha negato la sua collaborazione con i terroristi, anche se ha ammesso di essersi riunito con loro “illegalmente“.

* In Venezuela, la FNS ha aderito al fronte delle organizzazioni di destra legate al Dipartimento di Stato USA e finanziate dall’USAID e dal National Endowment for Democracy.

Alessandro Lattanzio, 17/02/2010

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