Il presidente cinese Xi Jinping ha detto ai capi di Stato e di governo africani che Cina e Africa condividono lo stesso comune destino, e ha solennemente promesso di mantenere relazioni amichevoli con il continente, indipendentemente dai mutamenti degli eventi internazionali.

Xi ha fatto queste affermazioni durante una colazione di lavoro con un gruppo di leader africani che partecipavano al Forum del Dialogo tra i presidenti dei BRICS e dell’Africa a Burba, in Sud Africa, mercoledì [27 marzo].

Come riporta l’agenzia di stampa Xinhua, Xi ha detto che la Cina sarà sempre un amico affidabile e un autentico alleato dei Paesi africani, e che contribuirà ancora di più a promuovere pace e sviluppo nel continente.

Il presidente ha spiegatoche la Cina, tra le altre cose, parteciperà attivamente nella mediazione e risoluzione delle questioni più urgenti dell’Africa, e incoraggerà le imprese cinesi a espandere i loro investimenti in Africa.

I capi africani hanno detto che gli investimenti e gli aiuti della Cina hanno sostenuto lo sviluppo economico e sociale del continente. Hanno anche detto che i fatti hanno dimostrato che la Cina è un amico e un alleato affidabile per l’Africa, e che le accuse secondo cui la Cina starebbe perseguendo una politica di “neocolonialismo” nel continente sono prive di fondamento.

Xi ha poi visitato la Repubblica del Congo, ultima tappa del viaggio. È stata la prima volta che un presidente cinese ha visitato il Paese.

La Cina è il secondo interlocutore per volume d’affari dello Stato africano, da cui importa principalmente greggio e legname.

Xu Weizhong, ricercatore sull’Africa all’Istituto Cinese di Relazioni Internazionali Contemporanee, ha detto al Global Times che le tre tappe della visita del presidente in Africa (e cioè Tanzania, Sud Africa e Repubblica del Congo) riflettono una politica estera equilibrata, che attribuisce eguale importanza a Paesi tradizionalmente amici e a forze emergenti.

Il mercoledì i capi dei BRICS hanno riaffermato il loro sostegno per lo sviluppo di infrastrutture sostenibili in Africa. Xi ha detto che i Paesi emergenti dovrebbero partecipare congiuntamente alla costruzione di più ampi progetti multinazionali in Africa.

Stando a una dichiarazione rilasciata dopo il vertice dei BRICS, banche di import-export e banche per lo sviluppo di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa avrebbero siglato un ”Accordo multilaterale su cofinanziamento di infrastrutture per l’Africa”.

Secondo Xu, ognuno dei cinque paesi è attivamente impegnato nell’edificazione di infrastrutture nel continente ma il nuovo accordo dovrebbe incidere le loro forze congiunte nello sviluppo.

Xu ha fatto osservare che le infrastrutture transnazionali e trans-regionali, necessarie ai Paesi africani nella promozione della connettività, costituiscono un’impresa troppo grande per essere sviluppata da un solo Paese, anche per la Cina.

Stando alle dichiarazioni, le cinque potenze emergenti hanno stabilito di istituire una banca per lo sviluppo, sostenendo che “il contributo iniziale alla banca dovrebbe essere sostanzioso e sufficiente per essere efficace nel finanziamento delle infrastrutture”. L’annuncio delude però le aspettative.

Li Xiangyang, direttore dell’Istituto degli Studi Asiatici – Pacifici dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, ha detto che i problemi riguardanti la struttura organizzativa della banca potrebbero ostacolare il progresso.

Oltre a un fondo di 100 miliardi di dollari creato dai BRICS, la banca potrebbe fornire prestiti ad altre economie emergenti e questo implicherebbe una struttura più rigida e complicata, afferma Li.

Fan Yongming, direttore del Centro Studi BRICS all’Univeristà di Fudan, ha invece dichiarato che, oltre a questi risultati tangibili, il vertice ha inoltre dimostrato l’influenza politica nel mondo di questi Paesi emergenti e ha rafforzato la fiducia del mondo nel gruppo, nonostante lo scetticismo dell’Occidente nei confronti del loro slancio degli ultimi anni.

Alcune voci hanno espresso pessimismo circa questa sinergia di forze, vista la diffidenza reciproca di alcuni membri del gruppo.

Secondo Fan, invece, le dispute tra di loro non ostacoleranno la cooperazione, perché tutti loro hanno bisogno di una piattaforma comune da cui partire per sostenere congiuntamente riforme all’ordine internazionale e che, nel processo, potrebbero venire a capo delle idiosincrasie.

“Prendete la Cina e l’India, ad esempio: durante la loro cooperazione entrambe saprebbero di lavorare assieme per raggiungere lo scopo di unire Paesi in via di sviluppo piuttosto che competere per la guida di questo sviluppo”, ha dichiarato Fan.

 

Autore: Yang Jingjie

 

Tratto da: http://www.globaltimes.cn/content/771567.shtml#.UWbUVXCJZgH

 

Traduzione di Francesco Viaro


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