Fonte: “Global Research

 

La morte del generale Abdel Fattah Al-Younes, comandante in capo delle forze ribelli, è stata annunciata il 28 luglio. Younes è stato l’ex ministro degli interni del colonnello Gheddafi, che ha disertato con i ribelli. Younes è stato anche un leader chiave del Consiglio di transizione di Bengasi.  

La sua morte ha creato un vuoto nella struttura di comando militare, che inevitabilmente contribuirà, a breve termine, ad indebolire le capacità militari degli insorti. Si avranno anche ripercussioni sulla tempistica delle operazioni della NATO.

Voci non confermate affermano che Younes è morto sul campo di battaglia, combattendo contro i militari libici. Da diversi giorni c’erano voci secondo cui Al-Younis era morto. Questi rapporti dichiaravano che stesse combattendo nelle montagne occidentali e che avrebbe potuto essere stato ucciso in battaglia. Altri rapporti affermano che è stato ucciso dal Consiglio di transizione. Anche all’interno dei circoli dei ribelli ci sono affermazioni che Al-Younes sia stato ucciso “perché era un traditore“.

La dichiarazione ufficiale del Consiglio di transizione afferma che il generale Al-Younes e due aiutanti, alti comandanti militari, sono stati uccisi da tiratori Giovedi 28 luglio.

Abdel Fattah Younes è stato ucciso dopo essere stato convocato nella capitale de facto dei ribelli, Bengasi, per comparire dinanzi a un’inchiesta giudiziaria, ha annunciato in una conferenza stampa, nella notte di Giovedì, il leader dell’opposizione Mustafa Abdul Jalil”.

 

Negoziati segreti con Tripoli?

Al-Younes potrebbe aver tentato di tornare a Tripoli. Ci sono state anche segnalazioni in merito a negoziati segreti tra i membri del Consiglio di transizione e il governo libico. Una fazione in seno al Consiglio di transizione potrebbe essere stata alla ricerca di una soluzione negoziata con Tripoli.

Appena due settimane prima, dei colloqui ad alto livello si sono svolti a Bruxelles (Mercoledì 13 luglio) tra una delegazione del Consiglio nazionale di transizione e il segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen. La delegazione ha inoltre incontrato il Consiglio del Nord Atlantico, organo di governo della NATO. Fogh Rasmussen ha confermato che “la NATO avrebbe continuato la sua campagna di bombardamenti in Libia, fino a quando le forze di Gheddafi minacceranno i civili”. “Fino a quando questa minaccia continua, dobbiamo continuare a seguire la questione.

Mentre a Bruxelles, il capo dei ribelli del CNT, Mustafa Abdel Jabril, aveva categoricamente negato i colloqui con Tripoli: “Tutto questo parlare di negoziati in corso tra il regime e il Consiglio nazionale di transizione, non sono che affermazioni totalmente false“, The Associated Press: I ribelli negano colloqui con Gheddafi, 13 luglio 2011)

 

Divisioni in seno al Consiglio di transizione e i militari

La morte di Al-Younes è il risultato di lotte intestine nel Consiglio di transizione. La leadership di Mustafa Abdel Jibril viene messa in discussione, in particolare dai membri della tribù di Younes, gli Al-Obeidi. Jibril voleva un’ondata di bombardamenti della NATO per sostenere “l’avanzata militare” su Tripoli dalle forze ribelli.

Dopo la morte del generale Younes e dei due comandanti militari, le forze ribelli sono allo sbando. Divisioni tra fazioni si stanno sviluppando all’interno delle forze ribelli.

 

La CIA Connection

Ci sono state anche accuse secondo cui Younes è stato assassinato da una fazione ribelle rivale, guidata dal comandante militare Hifter Khalifa, noto per essere un uomo della CIA:

Il generale Hifter, ritiratosi, nella periferia della Virginia, vivendo negli ultimi 20 anni a Vienna (una piccola città) che si trova a cinque minuti dal quartier generale della CIA a Langley. … Manipulations Africaines, un libro pubblicato da Le Monde Diplomatique nel 2001, traccia il collegamento con la CIA di Hifter, che risale al 1987, affermando che l’allora colonnello dell’esercito di Gheddafi, fu catturato combattendo in Ciad contro il governo sostenuto dagli USA di Hissène Habré. Hifter disertò col Fronte di Salvezza Nazionale Libico (LNSF), il principale gruppo anti-Gheddafi, che era stato appoggiato dalla CIA. Organizzò una propria milizia, che hanno smise di operare una volta che Habré venne sconfitto da Idriss Déby (sostenuto dalla Francia) nel 1990. …. “La forza Hifter, creata e finanziata dalla CIA in Ciad, svanì nel nulla con l’aiuto della CIA, poco dopo che il governo venisse rovesciato da Idriss Déby.” Il libro cita un rapporto del Research Service del Congresso degli Stati Uniti del 19 dicembre 1996, secondo cui “il governo degli Stati Uniti stava fornendo aiuti finanziari e militari al LNSF, e che un numero di membri del LNSF furono trasferiti negli Stati Uniti”. (Asad Ismi The Middle East Revolution: The Empire Strikes Back: Libya Attacked by the US and NATO, Global Research, 18 maggio 2011)

 

Sostenere il Jihad libico

Affiliato ad al-Qaida, il LIFG (Al-Jama’a al-Islamiyyah al-Muqatilah bi-Libia) è stato fondato in Afghanistan con l’appoggio della CIA dal Mujaheddin veterani libici della guerra in Afghanistan.

Fin dall’inizio nella prima metà degli anni ’90, il Libya Islamic Fighting Group (LIFG) interpretò il ruolo di “risorsa d’intelligence” per conto della CIA e del servizio segreto britannico MI6. A partire dal 1995, il LIFG ha partecipato attivamente al jihad islamico contro il regime laico libico, tra cui un tentativo di assassinio, nel 1996, di Muamar Gheddafi. (Si veda Michel Chossudovsky, “Il nostro uomo a Tripoli”: Terroristi islamici sponsorizzati dagli USA-NATO integrati nell’opposizione Pro-Democrazia della Libia, 3 aprile 2011).

I jihadisti, segretamente sostenuti dai servizi segreti occidentali, oggi sono in prima linea della rivolta:

Al-Hasidi [un mujahidin veterano] ha insistito che i suoi combattenti “sono patrioti e buoni musulmani, non terroristi“, ma ha aggiunto che “anche i membri di al-Qaida sono buoni musulmani e lottano contro l’invasore [le forze di Gheddafi]“. (Libyan rebel commander admits his fighters have al-Qaeda links, Daily Telegraph, 25 marzo 2011)

Abdul Hakim Al-Hasadi, è un leader del LIFG che ha ricevuto addestramento militare in un campo della guerriglia in Afghanistan. Lui è il capo della sicurezza delle forze di opposizione in uno dei territori controllati dai ribelli, con circa 1.000 uomini sotto il suo comando. (Libyan rebels at pains to distance themselves from extremists – The Globe and Mail, 12 marzo 2011)

La coalizione USA-NATO sta armando i jihadisti. Le armi vengono incanalate verso il LIFG dall’Arabia Saudita, che storicamente, fin dall’inizio della guerra in Afghanistan, ha segretamente sostenuto al-Qaida. I sauditi stanno rifornendo i ribelli, in collegamento con Washington e Bruxelles, con razzi anticarro e missili terra-aria. (Si veda Michel Chossudovsky, “Il nostro uomo a Tripoli”: Terroristi islamici sponsorizzati dagli USA-NATO integrati nell’opposizione Pro-Democrazia della Libia, 3 aprile 2011)

 

Il modello Kosovo

L’assassinio del generale Younes, mentre creato divisioni all’interno della guerriglia, tende a rafforzare il controllo USA-NATO della fazione islamista della rivolta, che è sostenuto segretamente da CIA e MI6.

Ciò che si sta applicando in Libia è il “modello Kosovo“. L’Esercito di liberazione del Kosovo (KLA) è stato integrato dalle brigate islamiste affiliato ad al-Qaida, per non parlare dei suoi legami con la criminalità organizzata. L’UCK è stato sostenuto segretamente da CIA, servizi segreti tedeschi (BND) e MI6 britannico.

A partire dal 1997, l’UCK era dietro gli assassinii politici delle forze dell’opposizione civile in Kosovo, compresi i membri della Lega democratica del Kosovo, guidata da Ibrahim Rugova. E’ stato poi utilizzato come strumento nella NATO per la guerra contro la Jugoslavia del 1999. E sulla scia della guerra del 1999, l’UCK è stato portato, con l’appoggio delle Nazioni Unite e dell’Unione europea, a guidare l’indipendente e democratico “Stato Mafioso” del Kosovo.

 

La “guerra al terrorismo” sostiene la “guerra al terrorismo

In una amara ironia, la coalizione USA-NATO contro la Libia è presente “su entrambi i lati” della sua “guerra al terrorismo”. Dicono che “combattono il terrorismo“, quando in realtà sostengono e finanziano di nascosto il terrorismo. Stanno combattendo con e non contro i terroristi.
Sono su entrambi i lati della “
Grande Menzogna“. Sostengono una guerra santa contro il “terrorismo islamico“, sostenendo al contempo le forze jihadiste affiliate ad al-Qaida dell'”opposizione” libica.


Mahdi Darius Nazemroaya a Tripoli e Michel Chossudovsky a Montreal hanno contribuito a questo articolo.


Michel Chossudovsky è Direttore del Centre for Research on Globalization (CRG)
Mahdi Darius Nazemroaya è un ricercatore associato del Centre for Research on Globalization (CRG)

 

 

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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