All’alba di giovedì scorso, un gruppo armato ha attaccato le forze di sicurezza siriane nei pressi dell’Università di Aleppo.

Secondo il direttore dell’ufficio della stazione televisiva iraniana AlAlam a Damasco, al momento dell’attacco e di concerto con i ribelli armati, studenti universitari hanno incendiato alcuni dormitori dell’Università per spaventare gli studenti.

“Quando il fuoco ha distrutto uno di questi dormitori, gli uomini armati sono entrati all’interno dell’università e hanno ingaggiato degli scontri con le forze di sicurezza che stavano evacuando gli studenti per garantire la loro sicurezza”, ha detto.

I combattimenti sono durati diverse ore, spingendo la direzione dell’ Università a sospendere le lezioni e a chiudere il complesso fino a nuovo ordine.

Tuttavia, l’Agenzia France Presse ha presentato un’altra versione, criminalizzando come al solito le forze del regime. Pur sostenendo di non essere in grado di verificare questi fatti in ragione delle “restrizioni draconiane imposte ai mezzi di comunicazione che coprono la crisi in Siria”, ha accusato le forze siriane di diffondere il terrore presso l’Università di Aleppo, facendo “irruzione manu militari nella seconda università della Siria”.

Ricordando la versione di un certo Hussein, l’AFP indica che una manifestazione “per la libertà e per la liberazione di detenuti in Siria ha avuto luogo presso l’università, prima di essere dispersa con l’utilizzo di gas lacrimogeni”.

“Eravamo appena tornati ai nostri dormitori, quando sono arrivati tredici autobus e otto pickup e la polizia ha cominciato a sparare sulla costruzione”, ha detto. “E’ stato un fuoco pesante, che è andato avanti dalle 22 fino alle 4 del mattino,” ha detto.

Ha aggiunto che alcuni studenti si sono gettati dalle finestre, altri sono stati catturati, picchiati e insultati.

“Hanno inseguito gli studenti nei corridoi. Ho visto diversi dormitori in fiamme e le loro finestre rotte”, ha detto da parte sua Taym Abu, 22 anni, studente in Scienze dell’Istruzione.

“Ci hanno fatto salire al dormitorio delle ragazze e ci hanno costretto a spogliarci e a strisciare”, ha detto Abu Taym.
Questi eventi potrebbero, secondo Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo (OSDH), cambiare la situazione ad Aleppo, spingendo i residenti ancora riluttanti a “mostrare solidarietà con gli studenti.”

Su questo punto, il responsabile dell’ufficio del canale di Damasco Al-Alam si è interrogato sulle ragioni per le quali l’insurrezione armata stia cercando di attizzare le tensioni soprattutto ad Aleppo.

“I gruppi armati vogliono che la popolazione ad Aleppo si ribelli contro il regime, facendo delle vittime tra i ranghi degli studenti. Sapendo che i siriani di Aleppo non sono scesi in piazza sin dall’inizio della crisi siriana”.

 

Fonte: Al-manar


Traduzione di Stefano Vernole


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