Fonte: http://www.geostrategie.com/2546/grande-surprise-au-defile-militaire-iranien-un-s300/print/ 18 Aprile 2010
Grande sorpresa della giornata delle forze armate, celebrata questa domenica dalla Repubblica islamica dell’Iran: un sistema missilistico di difesa aerea, simile al famoso S300 russo, è stato presentato durante la parata militare in quella occasione, segnala l’agenzia Mehr News. Alla domanda da parte dell’Agenzia, un portavoce dell’esercito iraniano ha detto che il sistema, oggetto di un contratto non onorato da parte di Mosca, è stato interamente progettato dagli esperti iraniani. In diverse occasioni, i leader iraniani hanno avvertito che se la Russia non lo consegnava, gli iraniani l’avrebbero prodotto.
Gli esperti hanno detto al quotidiano israeliano Maariv, che il sistema è simile all’HQ-9 cinese, molto simile al suo omologo russo. È in grado di intercettare un aereo a 145 km di distanza. Un esperto militare israeliano, Tel Anbar, ha definito l’evento una “grande sorpresa iraniana” e “drammatico“, perché “permetterà agli iraniani di difendere i loro siti sensibili, inclusi gli impianti nucleari“.
Inoltre, secondo l’agenzia stampa Fars News, la parata di quest’anno ha mostrato tre generazioni di missili balistici iraniani: il Shehab-3, che è il primo missile balistico che impiega carburante liquido e può raggiungere bersagli a 1800 km; la su versione perfezionata, il Qadr-1, ha una lunghezza di 16 metri e una gittata di 2.000 km, e infine il Sijjil, realizzato dai quadri militari iraniani, per operare con combustibile solido. Anche i missili Fateh, Raed e Nasr-1 sono stati presentati. Alla sfilata, in cui il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha partecipato, hanno anche partecipato le unità d’elite delle Guardie Rivoluzionarie e del corpo dei volontari Basij.
Quest’anno la sfilata ha avuto per parola d’ordine: “Siamo in grado di resistere fino alla fine.” E per sfondo, la sfida lanciata dal fondatore della Repubblica islamica, l’Imam Khomeini, “gli Stati Uniti non possono più commettere errori.”
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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