Fonte: Voltairenet

Una barca lascerà Domenica, 22 agosto 2010, il porto di Tripoli (Libano) per portare aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza.
Questa spedizione umanitaria, che consentirà di bypassare il blocco istituito illegalmente da Israele, è esclusivamente guidata da donne di tutte le provenienze e fedi, famose o sconosciute. Sarà quindi il governo israeliano ad assaltare delle donne indifese, qualora intenda proseguire il blocco.
L’annuncio di questa spedizione ha suscitato grande preoccupazione a Tel Aviv. Israele, per bocca del suo ambasciatore ha già occupato per tre volte il Consiglio di Sicurezza su questa materia, mentre il Quartetto per il Medio Oriente (ONU, USA, Russia e Unione Europea) ha invitato le due parti alla calma.
Essendo Israele in guerra contro il Libano, la legge libanese non permette di noleggiare una nave per Gaza. Era stato programmato di fare transitare la nave da Cipro. Tuttavia, il governo cipriota ha vietato lo scalo. Davanti all’emozione dell’opinione pubblica libanese, Beirut potrebbe concedere una deroga alla spedizione umanitaria, o potrebbe farla passare dalla Grecia o dalla Turchia.
Questa iniziativa proviene dalla libanese Samar al-Hajj, già nota per i suoi sforzi per migliorare le condizioni di detenzione dei prigionieri di diritto in Libano e per la loro riabilitazione. La signora al-Hajj è la moglie dell’ex capo della polizia del Libano, generale Ali Salah al-Din al-Hajj, che era stato ingiustamente accusato di essere coinvolto, con altri tre generali, nell’assassinio dell’ex primo ministro Rafik Hariri. Era stata arrestata illegalmente, come lui e il loro figlio maggiore, dagli investigatori del Consiglio di sicurezza, su ordine di Detlev Mehlis. Durante la detenzione illegale, gli inquirenti, che parlavano ebraico tra di loro, hanno cercato di dividere la famiglia, presentando false prove di legami adulterini. Resistendo a tutte le menzogne e tutte le pressioni, Samar al-Hajj non aveva mai smesso di difendere il marito e di lottare per la sua liberazione e quella dei suoi colleghi. In definitiva, l’innocenza dei quattro generali era stata riconosciuta da Daniel Bellemare (successore di Mehlis a procuratore del Tribunale speciale per il Libano), e sono stati rilasciati in trionfo, dopo tre anni e otto mesi di ingiusta detenzione.
La decisione di avviare la spedizione è stata presa dopo che Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ha invitato tutte le persone di buona volontà a prendere esempio dalla flotta della pace e a rompere il blocco illegale che strangola il popolo di Gaza.
La nave delle donne, ribattezzata Mariam, è stata posta sotto la protezione di Maria, Madre di Gesù, una figura ebraica che incarna la pace sia per i musulmani che per i cristiani.

[Ultimo minuto: la partenza della Mariam è stata ritardata. Gli organizzatori sono in attesa di una deroga del diritto libanese o dell’autorizzazione al transito attraverso Grecia e Turchia.
Nel pomeriggio di Sabato 21 Agosto, il ministro israeliano della Difesa Ehud Barak, era in collegamento telefonico con gli alleati chiave: il Segretario di Stato (Hillary Clinton), il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti (Jim Jones) e il ministro francese degli Affari Esteri (Bernard Kouchner). I quattro responsabili hanno cercato di sviluppare un piano per impedire la partenza della nave, o il suo sabotaggio in mare].

«Second letter from Israel to the UN Secretary General regarding two ships that seek to break the naval closure of Gaza», ambasciatrice Gabriela Shalev, Réseau Voltaire, 21 luglio 2010. (http://www.voltairenet.org/article166433.html)
«Statement by the Middle East Quartet», Voltaire Network, 21 Giugno 2010. (http://www.voltairenet.org/article166005.html)
«Letter from Israel to the UN Secretary General», ambasciatrice Gabriela Shalev, Réseau Voltaire, 18 Giugno 2010. (http://www.voltairenet.org/article166048.html)

Traduzione di Alessandro Lattanzio
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