Libia: interventismo malriuscito

D: Signor Maschke, l’intervento militare in Libia è giustificabile sul piano del diritto dei popoli?

GM: Sì, certamente, esso è giustificabile dal punto di vista dei diritti umani, poiché segue a una decisione del Consiglio di Sicurezza. Ciò che è importante notare, tuttavia, è in fin dei conti l’origine di un tale diritto dei popoli, che rende possibili numerose forme di sanzioni. È proprio l’attuale diritto dei popoli che pone un problema, dal momento che vuole imporre la pace per mezzo della guerra.

D: Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha permesso di prendere delle contromisure tanto ampie..

GM: Si fa intravedere l’esistenza di una comunità mondiale di diritto. Il divieto di intervenire si è esaurito già da molto tempo. E il processo si amplia ancora ora: adesso dovremo intervenire in altre guerre civili. I prossimi interventi serviranno evidentemente obiettivi imperialisti.

Il punto essenziale, che conviene sottolineare, è che nessuno ha un’idea chiara di ciò che si dovrà fare in futuro. È in questo che risiede il problema, ben oltre tutte le prese di posizione morali. Abbiamo ancora ora un’idea vaga di ciò che si sarebbe dovuto fare in Kosovo, in Afghanistan o in Iraq… Ma conosciamo fin troppo bene il risultato di quegli interventi. Non facciamo altro che accumulare problemi. Inoltre, l’intervento militare è pura irrazionalità, perché la politica interna della Libia non ci riguarda affatto.

Traduzione a cura di Alessandro Parodi

(considerazioni raccolte da Curd-Torsten Weick e pubblicate in Junge Freiheit, Berlino, n°15/2011; http://www.jungefreiheit.de/ ).


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