Da alcuni anni la Cina sta coltivando e intessendo profonde relazioni politico-economiche (ma non solo) con importanti Paesi dello scacchiere internazionale. Tra questi spiccano le intense attività di rafforzamento dei rapporti bilaterali con USA , Russia, alcuni Paesi dell”Europa occidentale, e ancora di più i suoi impegni in Asia nell’area del Pacifico.

Il caso delle ottime relazioni con l’Australia è significativo, ma occorre rilevare che ultimamente si sono verificate alcune increspature.


I tentativi di diventare una super potenza, non solo economica, sono ben rappresentati dalla partecipazione della Cina al G20 (il prossimo appuntamento sarà a breve a Toronto), dal tentativo di costruire il G2 con gli Stati Uniti, e dalla volontà della Cina di essere rappresentata tra gli interlocutori principali (se non il principale) dell’area dell’estremo Oriente e del Pacifico. Con questo scopo sta investendo molto nei rapporti con il Giappone, nel porsi come riferimento per le questioni tra le due Coree, e nello sviluppare accordi economici con i principali Paesi del sud-est Asiatico.

Tra questi uno dei più significativi è quello con l’Australia, un Paese importante e forse data la posizione geografica e la popolazione ridotta, poco considerato in alcune aree del mondo sviluppato. Proprio grazie alla sua localizzazione e alle sue origini riveste invece un ruolo strategico in quanto Paese di cultura occidentale nell’area del Pacifico ed è uno dei primi interlocutori della Cina.

Negli ultimi anni gli sforzi e le occasioni di incontro tra i due Paesi sono state notevoli, e i progressi fatti in numerosi campi hanno rappresentato un elemento di continuita’ e di orgoglio per entrambe le nazioni nel nuovo millenio.

Ultimamente le cose sono un po’ cambiate. Soprattutto questioni politiche e in particolare le posizioni dell’Australia nei confronti del Dalai Lama, in favore dei separatisti dello Xinjiang e infine lo scandalo della societa’ Rio Tinto1, hanno raffreddato se non incrinato le relazioni tra i due Paesi.

È un capovolgimento delle attitudini e avviene quasi di improvviso, dopo anni, come si è detto, di successi incredibili e traguardi raggiunti, sotto il punto di vista economico, politico, degli scambi culturali e in ambito educativo.

Gli esperti rilevano come l’Australia sia stata notevolmente beneficiata dalle relazioni bilaterali. Nel periodo 2008-2009, gli scambi economici hanno raggiunto gli 80 miliardi di dollari. L’export australiano verso la Cina è cresciuto notevolmente (diventando il primo partner commerciale) anche durante il periodo della crisi internazionale, e ha supportato ed aiutato l’Australia a non risentirne troppo. Anche sotto il fronte degli investimenti, i due Paesi sono partner in moltissime attività. Gli Australiani hanno investito 6 miliardi di dollari (fino al 2009) in piu’ di 10 mila progetti in Cina e la Cina ha contraccambiato con investimenti (non finanziari) in Australia per 3 miliardi di dollari.

Ma forse proprio anche a causa di questo stretto legame instaurato, le relazioni si sono raffreddate. La Cina nella sua veloce corsa alla crescita economica, è fortemente dipendente dalle forniture di materie prime e risorse naturali. Sembra che alcuni imprenditori australiani del settore del rame e dell’acciaio, con il supporto di politici, abbiano minacciato di alzare notevolmente i prezzi, non solo per realizzare maggiori profitti, ma anche per intervenire dall’esterno sulla miracolosa crescita economica cinese. Alcuni sostengono che l’Australia sia spaventata dall’affermarsi della Cina come potenza economica, ma anche militare e dal crescente peso politico e dal ruolo cruciale che si sta costruendo nell’area del Pacifico.

Inoltre, alcuni fra i maggiori critici cinesi alle posizioni australiane evidenziano come, sebbene l’Australia sia un Paese nato da migranti e con una pluralità di culture, sia fondamentalmente un Paese di cultura occidentale e pertanto “soffra, come spesso gli Stati Uniti, l’Inghilterra e altri Paesi europei, di un complesso di superiorità nei confronti dei Paesi asiatici. Per questo mostra grande interesse per temi come diritti umani, libertà, democrazia, pur conoscendo molto poco della Cina”2. Effettivamente sono diversi i giornali e mass-media australiani che calcano la mano presentando con enfasi la Cina come un Paese dittatoriale, autocratico, ed eccessivamente spregiudicato. Gli stessi commentatori cinesi affermano che “l’Australia vive oggi un problema di identità: vorrebbe rappresentare un ponte tra occidente e oriente, ma non sa come porsi nei confronti dell’evidente affermazione della Cina. Da un lato vuole cooperare con la Cina svilppando i rapporti e continuando a beneficiare della sua rapida crescita, dall’altro non sembra apprezzare la posizione dominante che la Cina va assumendo nell’area”. In effetti la posizione australiana è delicata e complessa.

In ultima analisi, nonostante punti di vista profondamente diversi e impostazioni a volte in contrasto, questi due Paesi sono innegabilmente legati reciprocamente e continuano, o cercano, di sviluppare una mutua cooperazione con reciproci benefici.

E l’Australia, per i cinesi, rimane un Paese molto attraente, una piccola isola (relativamente) vicina di cultura occidentale nel cuore del Pacifico, un luogo dove mandare i figli a scuola a imparare l’inglese, dove andare in vacanza e apprendere i costumi , conoscere e vivere la cultura occidentale.


*Emanuele C.Francia, manager e consulente, ha seguito per diverso tempo le operazioni cross-border per numerose imprese italiane in Europa e Stati Uniti. Da alcuni anni vive a Pechino ed è co-fondatore e partner di Emasen Consulting, una societa’ di consulenza specializzata nei processi di internazionalizzazione e supporto alle imprese italiane. Scrive su alcune riviste scientifiche di geopolitica, economia e management e collabora con alcune universita’ sia in Italia che in Cina nell’ambito della ricerca e dell’insegnamento


1 La filiale cinese dell’impresa è stata accusata di gravi atti di corruzione e il management locale è stato ritenuto responsabile e condannato. Tra i top executives anche un alto esponente della societa’, australiano di origine cinese.

2 Citazioni tratte da un articolo pubblicato da Yang Danzhi, ricercatore all’Institute of Asia-Pacific Studies presso l’Accademia Cinese di Scienze Sociali.

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