Stefano Vernole, redattore di “Eurasia”, il 28 ottobre 2009 è stato intervistato da “Radio Italia“, emissione italiana dell’Islamic Republic International Broadcasting, a proposito dei presunti pagamenti italiani ai Talebani. Di seguito la trascrizione integrale dell’intervista:

Come prima domanda Le vorrei chiedere: il quotidiano britannico come è venuto a sapere di questo pagamento “clandestino”?

– Ovviamente si tratta di una classica imbeccata dei servizi segreti britannici, i quali in un momento in cui la stampa anglosassone (anche statunitense) sta cercando di mettere in difficoltà il governo Berlusconi per gli accordi enegetici che l’Italia sta stringendo con la Russia e che rischiano davvero di dare una svolta agli equilibri strategici dell’ Europa, mettendo quindi in difficoltà tutto il dispositivo di accerchiamento attraverso la Nato che gli Stati Uniti avevano posto in essere dopo la caduta del muro di Berlino, arrivano a dare questa imbeccata – perché qua ovviamente, senza conferma ufficiale, nessuno può dire se questo episodio è accaduto davvero; in ogni caso esso s’ inserisce in questo contesto che quotidianamente cerca di mettere in difficoltà il governo Berlusconi, probabilmente anche il Ministro dell’economia Tremonti, che su alcuni temi, specie nella critica delle banche e delle grandi istituzioni internazionali, non è certo più un uomo particolarmente gradito agli ambienti che ho descritto.

Come anche Lei ha detto questa notizia non è ancora confermata, però secondo Lei le forze militari italiane cosa hanno chiesto in cambio dai talebani?

– In pratica hanno chiesto una sorta di neutralità, nel senso che l’Italia mantiene i suoi contigenti in Afganistan senza disturbare troppo la guerriglia talebana e in cambio cerca di evitare che i talebani lancino degli attacchi nei confronti dei contingenti italiani. Ricordiamoci che l’Italia è in Afganistan soprattutto per motivi di dovere nei confronti dell’alleanza atlantica, non certo perché l’Italia abbia interesse a condurre una guerra sul suolo afgano dove non ha obiettivi né strategici né economici particolari, non ha interesse certamente ad inimicarsi la popolazione afgana che abbiamo visto come sostanzialmente negli ultimi anni abbia appoggiato anche in parte la guerriglia, ciò è probabilmente dovuto non tanto alla simpatia nei confronti dei talebani quanto per la gestione assolutamente fallimentare che la coalizione occidentale ha posto in essere dopo l’invasione del 2001. Ricordiamo che peraltro gli obiettivi di questa coalizione
sono sostanzialmente falliti. Non sono riusciti a pacificare il paese, non sono riusciti a catturare il famoso Bin Laden e soprattutto dal punto di vista economico abbiamo visto questa crescita esponenziale dell’esportazione di oppio che viene poi trasformato in eroina e gran parte della droga che oggi investe l’Europa e la Russia in maniera davvero spaventosa. E questa è una delle conseguenze peggiori dell’occupazione dell Afganistan, anche se ovviamente si tratta di una conseguenza che farà molto piacere a chi con il riciclaggio del denaro proveniente dal traffico di droga ci campa.

E poi ancora come ultima domanda, dottore, secondo Lei le smentite del governo italiano sono credibili?

– Su questo ovviamente nessuno ha la certezza. Chiaramente l’Italia deve smentire per motivi di
carattere, diciamo così, istituzionale. Non si può certamente ammettere di condurre delle trattative parallelle con coloro che dovrebbero essere i nostri avversari. Sicuramente tutti i paesi conducono la propria politica attraverso i servizi segreti e questo lo fa anche l’Italia e certo dal punto di vista diplomatico non ci sono alternative. Quanto poi può essere credibilie questa smentita ovviamente è una questione che rimane in sospeso. Certamente nessuno ha la certezza di quello che è avvenuto.


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