Francesco Brunello Zanitti, redattore di “Eurasia” e ricercatore dell’IsAG, è stato intervistato lo scorso 31 ottobre da “Radio Italia” dell’IRIB a proposito dell’intervento NATO in Libia. Brunello Zanitti, dottore in Storia della società e della cultura contemporanea all’Università di Trieste, è autore del recente libro Progetti di egemonia. Neoconservatori statunitensi e neorevisionisti israeliani a confronto (IsAG / All’insegna del Veltro, Roma-Parma 2011).

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Dott. Brunello Zanitti nel suo ultimo articolo per “Eurasia” lei afferma che l’intervento della NATO in Libia nel contesto della “primavera araba” dimostra ancora una volta come l’Occidente non abbia abbandonato i suoi disegni egemonici. Si potrebbe spiegare meglio?

 

Ritengo che nel contesto della cosiddetta “primavera araba” le diverse potenze, soprattutto gli Stati Uniti, hanno l’interesse ad indirizzare queste rivolte secondo i propri disegni strategici. Le sommosse hanno senza dubbio un carattere di malcontento popolare molto importante dovuto a differenti cause. Ma naturalmente gli Stati Uniti, che hanno interessi globali, e i paesi della NATO hanno come obiettivo l’incanalare secondo le proprie volontà quello che sarà il futuro della Libia. In questa fase storica esiste una forte competizione a livello globale, soprattutto fra la Cina e gli Stati Uniti. Gli eventi che si sono verificati negli ultimi mesi nel continente africano dimostrano questa forte competizione tra le due potenze. Può essere una lettura di quello che accaduto in Libia, senza comunque dimenticare che ci sono altri interessi regionali (Arabia Saudita, Turchia, Iran) nell’indirizzare queste rivolte per aumentare la propria influenza nazionale. Dunque, penso che uno degli obiettivi degli Stati Uniti e dell’Occidente sia quello di favorire la nascita di un governo che poi sia legato strettamente al mondo occidentale.

 

Si potrebbe spiegare meglio sul concetto di colonizzare l’Africa per colpire la Cina? Qual è il motivo di questa sua opinione?

 

Si possono fornire diversi esempi. Gli Stati Uniti hanno favorito la divisione del Sudan, la Francia è intervenuta in Costa d’Avorio. Poche settimane fa gli Stati Uniti hanno inviato delle truppe in Uganda, ci sono bombardamenti quotidiani in Somalia. Questi interventi molto forti dell’Occidente possono essere letti come una sorta d’azione per prevenire la presenza economica della Cina. Pechino ha interessi molto forti in Africa; tutt’ora anche in Libia. L’Occidente per prevenire questa maggiore influenza cinese deve in certo senso cercare di ostacolarla.

 


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