Fonte: MKERone 25 novembre 2011

Fonti siriane ben informate hanno rivelato che ufficiali turchi hanno detto ai loro omologhi siriani che gli statunitensi avevano un piano per assassinare il presidente siriano Bashar al-Assad. La fonte ha detto al sito web di al-Manar che i siriani sono stati informati di questo piano degli Stati Uniti nel marzo scorso. La caduta di al-Assad sarebbe una grande vittoria per gli USA. La fonte ha anche detto che i funzionari della amministrazione degli Stati Uniti avevano valutato l’importanza dell’eliminazione di al-Assad.

Eliot Abrams, Consigliere della Sicurezza Nazionale USA, ha pubblicato un articolo il 24 novembre, sulla rivista Foreign Policy, in cui parlava dell’assassinio, considerandolo uno dei possibili principali modi per porre fine al regime di al-Assad“, ha aggiunto.

Abrams ha dichiarato, nel suo articolo, che “La fine del regime di Assad sarebbe una grande vittoria per gli Stati Uniti… ospitando Hamas e altri gruppi palestinesi, ed essendo l’unico alleato arabo dell’Iran, il percorso attraverso il quale l’Iran invia armi ad Hezbollah” e ha indicato che il regime di al-Assad ha avuto un ruolo importante nell’assistere il campo contrario all’occupazione USA in Iraq, così come è un complice dell’uccisione e del ferimento di molti soldati statunitensi.

Scenario n. 2: L’uccisione di al-Assad

La fonte ha confermato le informazioni precedentemente rivelate dall’ex ministro libanese Michel Samaha, nella sua intervista ad al-Manar TV, in cui ha parlato di un piano franco-qatariota per assassinare il presidente al-Assad, aggiungendo che la fonte del piano erano gli Stati Uniti, ma l’esecuzione era francese e qatariota. Ha inoltre citato una delegazione statunitense che aveva visitato in precedenza la Siria, che avrebbe detto che “l’amministrazione statunitense stava lavorando su tre scenari, e gli eventi che hanno avuto luogo rientrano nello scenario numero 3, che parla di istigare l’opinione pubblica“. “Ci sono due altri scenari: il primo è una guerra lampo e il secondo è uccidere il presidente“, ha aggiunto la fonte. “La situazione si trasformerebbe in un disastro, se tali scenari venissero stati attuati, e una guerra civile potrebbe scoppiare, questa è probabilmente la loro intenzione“, ha continuato.

Noureddin: Mirare alla Siria è mirare al regime

Da parte sua, il giornalista libanese ed esperto di questioni turche, Dr. Mohammad Noureddin, ha detto che queste informazioni sono molto probabilmente vere, se sono state consegnati ai siriani prima del 10 Aprile, perché allora i rapporti tra i due paesi erano buoni. In un’intervista con il sito web di al-Manar, il Dott. Noureddin ha fatto notare che la dichiarazione del ministro degli esteri turco, Ahmet Devutoglou, che aveva dato una conferenza stampa il 5 novembre, in cui anticipava il colpo di stato militare in Siria, dicendo: “Anche noi siamo in questa regione, e la nostra intelligence è molto forte“. L’analista ha aggiunto che “i turchi hanno questo approccio, lo stanno cercando e vi lavorano giorno e notte.”

“Abbiamo assistito a un’escalation dalla Lega Araba, che è giunta a sospendere l’appartenenza della Siria alla Lega, imponendole sanzioni economiche… questo perché l’opzione militare è fuori questione, in quanto è inefficace”, ha detto il dott. Noureddin. Poi ha detto che l’imminente nuova fase sarà caratterizzata da pressioni politiche ed economiche accompagnate con il supporto a qualsiasi movimento che intenda cacciare il regime dall’interno, il dott. Noureddin ha inoltre chiarito, che i turchi hanno rivelato questo in una dichiarazione del loro ministro degli esteri, che aveva annunciato che il suo paese aveva deliberato con la Lega Araba, prima di rilasciare l’ultima decisione sulla sospensione della Siria. “Stanno ancora coordinando su tutti i passi futuri che verranno intrapresi riguardo la Siria“, ha aggiunto.

Mentre si ritiene che la posizione araba sia un aiuto alla Turchia, per aver trovato un partner nella sua ostilità al regime siriano, Noureddin ha dichiarato: “E’ evidente che la crisi in Siria non è legata alle riforme … dopo le prese di posizione araba, francese e turca, è ovvio che l’obiettivo è il regime, e tutti i sistemi ad esso correlati, come Iran e Hezbollah. Abbattere la Siria significa abbattere tutti questi sistemi, cosa non facile, a meno che un evento imprevisto si verifichi.

La scena regionale indica delle guerre

L’analisi del dr. Noureddin può essere sostenuta. Il giornalista arabo di primo piano, Abdul Bari Atwan (del quotidiano al-Quds al-Arabi) ritiene che la regione, oggi, affronti una feroce guerra regionale che potrebbe cambiare la mappa politica, così come quella demografica. Ritiene che “l‘obiettivo di questa guerra sia cambiare due regimi che ancora resistono al sistema“, indicando la Siria e l’Iran.

In un suo articolo pubblicato in arabo, Atwan ha affermato che “la decisione dei ministri degli esteri arabi, che è stata presa in fretta, apre la porta alle interferenze militari straniere in Siria, con il pretesto di proteggere il popolo siriano. Negli ultimi 20 anni, il ruolo della Lega Araba si è limitato a fornire una copertura araba, a prescindere dalla sua legittimità o meno, a questi interventi. Questo ruolo è iniziato in Iraq, poi in Libia e la Siria sembra essere la terza stazione… e solo Dio e gli Stati Uniti sanno chi sarà il quarto.” Questa stessa analisi è stata fatta dall’analista politico libanese Nasri as-Sayegh, che ha ritenuto che “la scena regionale indica l’incubo della guerra“.

In un suo articolo pubblicato in arabo sul giornale libanese as-Safir, col titolo “chi viene prima … la rivoluzione siriana o la Resistenza libanese” As-Sayegh ha dichiarato:

– Una guerra civile in Siria.

– Una guerra feroce contro il regime da parte di forze armate protette dalle potenze regionali e armato da quelle internazionali.

– Guerra politica che potrebbe richiedere un qualche tipo di intervento di sicurezza e militare, accompagnato da un assedio economico.

– Il trasferimento della guerra dall’interno della Siria alla regione: il Libano sarà probabilmente parte di questa, nei suoi Sud e Nord, e la posizione dell’UNIFIL sarà suddivisa in base alla posizione della nazionalità di ogni brigata.

– La violenza si espanderà fino a raggiungere il Golfo, che è significativamente influenzata dalle dichiarazioni anti-nucleari dell’Iran. 

Fonte: al-Manar

(Traduzione di Alessandro Lattanzio http://aurorasito.wordpress.com)


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